Pochi personaggi della storia della scienza hanno intorno a sé un’aura di leggenda come l’inventore Nikola Tesla (1856-1943).
Chi conosce la sua storia, sa che qualsiasi termine usato per descrivere la sua professione potrebbe sembrare riduttivo. Scienziato, fisico, ingegnere, inventore, visionario… ma nonostante il tentativo di circoscrivere le sue capacità geniali dentro alcune etichette, nessuna di queste descrive a sufficienza l’estro geniale che ha stravolto, sviluppato e introdotto un nuovo paradigma scientifico.
Attore principale della rivoluzione elettrica, Tesla è stato il prototipo del genio pazzo. Un uomo venuto dal nulla divenuto famoso in tutto il mondo attraverso la pubblicazione di centinaia di brevetti quali la Bobina di Tesla, il sistema a corrente alternata, il transistor, i raggi X e molto altro.
Costruì la tecnologia di base per la comunicazione wireless su lunghe distanze e, prevedendo l’imminente rivoluzione tecnologica che sarebbe di lì a poco scoppiata in tutto il mondo, affermò: “Quando la telefonia senza fili sarà perfettamente applicata la Terra si trasformerà in un enorme cervello, quale di fatto è, e tutte le cose saranno parte di un intero reale e pulsante. Saremo in grado di comunicare l’uno con l’altro in modo istantaneo, indipendentemente dalla distanza. Non solo, ma attraverso la televisione (inventata in quegli anni) e la telefonia riusciremo a vederci e sentirci esattamente come se ci trovassimo faccia a faccia, anche se lontani migliaia di chilometri. E gli strumenti che ci permetteranno di fare ciò saranno incredibilmente semplici, in confronto al telefono che usiamo ora: un uomo sarà capace di tenerli nel taschino del gilet.»
Come appurato nell’articolo Nikola Tesla e il potere della mente: la lettera mai rivelata, egli possedeva delle capacità mentali sovraumane che gli permettevano di elaborare nella sua mente complesse macchine elettriche e costruirle senza neanche apportare alcun tipo di appunto.
Tuttavia, Tesla non ottenne mai i meriti, la gloria e i guadagni che meritava. Nonostante la sua capacità di esprimere in modo armonioso e pragmatico i funzionamenti cosmici, venne ripetutamente osteggiato dalle comunità scientifiche e dai canali mediatici di quei tempi che, purtroppo, preferirono mantenere un certo status quo.
Come si evince dalle stesse parole di Tesla: “Il mondo non era preparato per questo. Era troppo in anticipo sui tempi. Ma alla fine prevarranno le stesse leggi e lo renderanno un successo trionfante… Lascia che il futuro dica la verità e valuti ciascuno in base al proprio lavoro e ai propri risultati. Il presente è loro; il futuro, per il quale ho davvero lavorato, è mio”.
Le sue idee finirono nel dimenticatoio e, con esse, anche il suo genio.
Alcune di queste invenzioni avrebbero potuto cambiare il volto del mondo, garantendo energia pulita e gratuita a tutta l’umanità già oltre un secolo fa, risolvendo molti dei problemi ambientali e di accesso alle risorse a cui assistiamo oggi.
In che modo?
Utilizzando l’etere come fonte e veicolo di energia per alimentare qualsiasi sistema elettrico.
LA STORIA
Nel giungo 1884 lo scienziato serbo arrivò in America con poco più che i vestiti sulla schiena e una lettera di raccomandazione di Charles Batchelor a Thomas Edison, famoso inventore e magnate degli affari i cui lavori elettrici basati su CC (corrente continua) stavano rapidamente diventando lo standard nel paese.
In quella lettera di raccomandazione molte furono le parole scritte, ma una frase in particolare rimase impressa negli anni a venire : “Mio caro Edison: conosco due grandi uomini e tu sei uno di loro. L’altro è questo giovane!”
Edison assunse Tesla e presto i due uomini lavorarono instancabilmente uno accanto all’altro.
Diversi mesi dopo, i due si separarono a causa di una relazione commerciale-scientifica conflittuale, attribuita dagli storici alle loro personalità incredibilmente diverse: mentre Edison era una figura di potere che si concentrava sul successo commerciale e finanziario, Tesla era commercialmente fuori dal mondo e in qualche modo vulnerabile.
Dopo questa esperienza, nel 1887, Tesla trovò i finanziamenti per la sua nuova Tesla Electric Company e, alla fine dell’anno, depositò con successo diversi libretti per le sue invenzioni basate sulla corrente alternata.
Nel giro di poco tempo, il nuovo sistema elettrico di Tesla attirò l’attenzione degli investitori, tra cui l’’uomo d’affari americano George Westinghouse. L’obiettivo del magnate americano era quello di trovare una soluzione per fornire energia a distanza a tutta la nazione e, interfacciandosi con i brevetti dello scienziato serbo, vide nel suo genio la luce in fondo al tunnel, la chiave per realizzare quello scopo così tanto ambizioso che, a quei tempi, sembrava pura utopia.
Nel 1888 la Westinghouse Corporation acquistò i suoi brevetti per 2,5 milioni di dollari. Ma, man mano che l’interesse per il sistema a corrente alternata si diffuse in tutta America, Tesla e Westinghouse furono messi in diretta concorrenza con Thomas Edison, che anch’esso era intenzionato a vendere il suo sistema a corrente continua (DC) alla nazione.
Tuttavia, non appena Edison venne a sapere che i primi generatori a corrente alternata stavano iniziando a essere installati nella nazione, decise di condurre una campagna di diffamazione nel tentativo di minare gli affari della Westinghouse. Tale era la sua fame di gloria, che lo scienziato americano giunse perfino a utilizzare metodi del tutto discutibili pur di vincere questa battaglia che, negli anni a venire, venne soprannominata dagli storici la “battaglia delle correnti”.
Parte di questa campagna diffamatoria prevedeva che Edison mettesse in scena eventi di folgorazione dal vivo, in cui usava la corrente alternata per uccidere cani, gatti, cavalli e animali randagi. Infine, chiedeva agli spettatori: «È questa l’invenzione che le nostre amate donne dovrebbero usare per cucinare?».
La battaglia giunse al culmine alla Fiera mondiale di Chicago del 1893 (nota anche come Esposizione colombiana in onore del 400° anniversario del viaggio di Cristoforo Colombo nelle Americhe). Gli inventori vennero invitati a presentare offerte per illuminare la fiera utilizzando l’elettricità. Edison presentò un’offerta pari a $ 554.000, offrendo il suo sistema elettrico a corrente continua. Ma George Westinghouse, armato dei brevetti di Tesla per l’alimentazione a corrente alternata, fece un’offerta migliore – di $ 399.000 – che permise al magnate americano e a Tesla di aggiudicarsi il contratto per l’illuminazione di tutta l’esposizione.
Quando la fiera mondiale di Chicago del 1893 fu illuminata attraverso il sistema elettrico di Nikola Tesla, l’illuminazione fluorescente fu uno spettacolo che stupì il mondo. Ma c’è di più: la vittoria di Tesla su Edison nella battaglia delle correnti è stata una vittoria con un impatto di vasta portata: egli dimostrò al mondo che la corrente alternata era superiore alla corrente continua poiché essa poteva essere trasmessa con maggiore sicurezza su lunghe distanze a una vasta popolazione. E così, da quel punto in poi, la corrente alternata divenne a tutti gli effetti il sistema standard della nostra moderna rete elettrica.
Foto 1: il Chicago Word Fair illuminato attraverso la corrente alternata di Tesla
L’energia infinita di Nikola Tesla
Tesla immaginava il mondo più come un filosofo che come uno scienziato. Ma la sua mente scientifica era infallibile come qualsiasi altra.
Dopo il graduale diffondersi della corrente alternata, Tesla continuò a fare scoperte fondamentali nei campi dell’energia e della materia, il quale lo portarono a un radicale allontanamento dalla fisica convenzionale.
Tesla scoprì una diversa forma di energia che chiamò “tensione compressa”, “etere” o “energia cosmica”. Ad ogni modo un tipo di energia che sembrava essere presente in quantità illimitata nell’universo e che, se utilizzata con i giusti parametri, poteva fornire energia gratuita a tutta l’umanità. (Per approfondire: La materia non esiste: tutto è energia e vibrazione oppure Energia spirituale: i 2 esperimenti che ne hanno dimostrato l’esistenza)
Intuì che questa grande massa di energia poteva essere imbrigliata nell’atmosfera superiore e che, con un appropriato dispositivo di ricezione capace di sintonizzarsi sulla frequenza dell’energia terrestre (polarità negativa) e sulla frequenza dell’energia del sole (polarità positiva), avrebbe potuto alimentare un dispositivo elettrico in modo illimitato.
Dato il suo desiderio di trasmettere energia a costo zero, inventò a questo scopo la “bobina di Tesla”. Un trasformatore ad alta frequenza in grado di generare tensioni estremamente elevate in modo da incanalare l’energia cosmica e trasmetterla senza fili nell’ambiente circostante.
Nel 1899, Tesla trascorse un anno a Colorado Springs per sperimentare la sua bobina e perfezionare la trasmissione elettrica ad alta frequenza senza fili. Fu durante questo periodo che lo scienziato serbo giunse alla conclusione che la Terra poteva essere un conduttore di energia e che avrebbe risposto come un diapason alle vibrazioni elettriche di una certa frequenza, rendendo possibile il rilascio di questo vasto serbatoio di energia dall’atmosfera superiore, incanalandolo liberamente verso il suolo.
Tuttavia, lo sviluppo di una simile tecnologia rappresentava una minaccia troppo grande per gli enormi interessi di chi produceva, distribuiva e vendeva energia elettrica. Infatti, nei primi anni del ‘900, Tesla finì con la sospensione dell’appoggio finanziario alle sue ricerche, l’esclusione da parte della scienza ufficiale e la graduale rimozione del suo nome dai libri di storia. (Fonte Wikipedia).
Dalla posizione di superstar della scienza nel 1895, Tesla nel 1920-30 era virtualmente un “signor nessuno”, costretto a piccoli esperimenti scientifici in solitudine.
Nei suoi incontri annuali con la stampa in occasione del suo compleanno, annunciava di tanto in tanto gli sviluppi delle sue idee che, prontamente, venivano sempre osteggiate dalle comunità scientifiche di quei tempi.
Nel 1931, Nikola Tesla compì 75 anni e in una rara dimostrazione di omaggio da parte dei media, la rivista Time gli dedicò la copertina e un profilo biografico. Fu proprio in quell’occasione che dichiarò ufficialmente di essere riuscito a imbrigliare l’energia cosmica : “Ho imbrigliato i raggi cosmici e li ho costretti a far funzionare un dispositivo motorio. Più di 25 anni fa ho iniziato i miei sforzi per imbrigliare i raggi cosmici e ci sono riuscito. L’energia elettrica è ovunque presente, con qualità illimitate. Questo nuovo potere per la guida dei macchinari del mondo sarà derivato dall’energia che opera nell’universo, senza la necessità di carbone, gas, petrolio o qualsiasi altro combustibile “.
L’anziano ingegnere e scienziato appariva emaciato anche se non sofferente, i suoi capelli ancora di un nero lucido e lo stesso sguardo lontano nei suoi occhi di sognatore.



“Arriverà un giorno in cui i nostri macchinari saranno guidati da un potere ottenibile in qualsiasi punto dell’universo. Questa idea non è nuova, la troviamo nel delizioso mito di Antheus, che trae potere dalla terra; lo troviamo tra le sottili speculazioni di uno dei tuoi splendidi matematici. In tutto lo spazio c’è energia. Questa energia è statica o cinetica? Se statica le nostre speranze sono vane; se cinetica – e questo lo sappiamo per certo – allora è solo una questione di tempo in cui gli uomini riusciranno ad attaccare i loro macchinari alla stessa ruota della natura”
Nikola Tesla
Nikola Tesla e il suo approccio con la spiritualità
Spesso si etichetta la fusione della “spiritualità” e della scienza come una sorta di pseudoscienza. Tuttavia, con un attento studio delle dinamiche promosse, possiamo tranquillamente concludere che tra religione e scienza non c’è contraddizione, ma perfetta concordanza. E Tesla ne era ben consapevole.
Dato la sua forte predisposizione alla conoscenza dei fenomeni universali, Tesla cominciò a interessarsi alla filosofia spirituale indiana la quale da sempre ha accompagnato l’essere umano nel tentativo di migliorarne le condizioni di vita, cercando di offrirgli la possibilità di assumere un atteggiamento più nobile e dignitoso nei confronti dell’esistenza.
Tesla ebbe confronti con Swami Vivekenanda, una delle figure più iconiche di quei tempi nella tradizione spirituale indiana, che lo portarono a rivalutare la sua prospettiva scientifica e ad amalgamarla con la visione spirituale orientale.
Tuttavia, fu Vivekenanda a fare il primo passo e a contattare lo scienziato serbo attraverso una richiesta scritta: “Sig. Tesla pensa di poter dimostrare matematicamente che la forza e la materia sono riconducibili all’energia potenziale. Prossima settimana vorrei poterla incontrare, in tal caso la cosmologia vedantica ( Lo studio delle influenze cosmiche sulla Terra. Per approfondire: Che cos’è l’era dell’acquario e quale sarà il futuro della Terra) sarà posta sulla base più sicura. Sto lavorando molto sulla cosmologia e l’escatologia del Vedanta. Vedo chiaramente la loro perfetta unione con la scienza moderna e la spiegazione dell’una sarà seguita da quella dell’altra. “
Swami Vivekananda (Complete Works, VOL. V, Quinta Edizione,
Durante l’incontro, Vivekananda e Tesla iniziarono a parlare e, con sorpresa di entrambi, la conversazione si spostò su argomenti di comune interesse. Per Vivekananda perché coprivano la sostanza stessa della vita, e per Tesla perché trovò inaspettatamente ispirazione e conferma di alcune delle idee che poteva percepire solo a malapena. Tra le altre cose, Vivekananda e Tesla discussero le nozioni di Prana (etere), Akasha (memoria dell’universo) e kalpa (ciclo cosmico), tre concetti elementari della dottrina vedantica che sono alla base di tutti i processi dell’universo.
Nel corso del tempo, lo scienziato serbo continuò a mantenere vivo il suo interesse per la dottrina dei Veda, tant’è che, alcuni anni dopo, non esitò ad usare alcuni dei termini sanscriti per descrivere i fenomeni fisici che stava studiando.
“Tutta la materia percepibile proviene da una sostanza primaria, che riempie tutto lo spazio, l’akasha o etere luminifero, che è pieno di Prana su cui agisce in mai cicli finali, tutte le cose e i fenomeni. ”
Nikola Tesla, Man’s Greatest Achievement, 1907
Foto 3: unica foto ufficiale in cui viene immortalato l’incontro tra l’illuminato Vivekenanda e lo scienziato serbo Nikola Tesla
Un motore misterioso
Nel 1931, la città di Buffalo fu protagonista di un fatto alquanto straordinario: era una giornata afosa d’estate e, nonostante la depressione economica avesse compromesso l’economia della città, Buffalo continuava a essere una fucina di attività. Le vie erano affollate, e tra le migliaia di macchine che intasavano le strade della città, una tra tutte spiccava in maniera particolarmente curiosa: era una berlina Pierce Arrow ultimo modello, con i fari che s’integravano con grazia nei parafanghi nel tipico stile di quella marca. Era unica, e non perché si trattava di un’automobile di lusso, ma bensì perché dal suo tubo di scarico non fuoriusciva nessun tipo di emissione!
Un passante, notando la berlina accostata vicino a un marciapiede, si avvicinò al guidatore chiedendo di questo fatto così strano. Il guidatore ringraziò l’uomo per i complimenti, sottolineando come la Pierce-Arrow non producesse nessuna emissione perché “non aveva motore”. Questa dichiarazione non era stravagante o maliziosa come potrebbe sembrare, ma c’era una certa verità in essa. Infatti, la Pierce-Arrow non aveva un motore a combustione interna; aveva invece un motore elettrico. Tuttavia, se l’autista si fosse preoccupato di completare la sua spiegazione al passante, avrebbe potuto dirgli che il motore elettrico era alimentato da batterie, ma da nessun tipo di “carburante”!
L’autista era Peter Savo e nonostante stesse guidando quell’auto, il responsabile di quelle particolari caratteristiche meccaniche erano da attribuire all’unico passeggero presente in quella berlina: suo zio, Nikola Tesla.
L’esperimento a Buffalo
Il 2 aprile 1934, il New York Daily News riportò un articolo intitolato: «Il sogno di Tesla di un’energia senza fili vicino alla realtà». Esso descriveva un “esperimento programmato per spingere un’ automobile utilizzando la trasmissione senza fili di energia elettrica”.
Come confermato anche da un’intervista di Derek Ahlers del 16 settembre 1967 a Peter Savo – nipote del famoso scienziato Nikola Tesla – l’esperimento avvenne segretamente a Buffalo nel 1931, una città nello stato di New York.
Durante l’estate del 1931, Tesla invitò suo nipote Savo a Buffalo, per svelargli e collaudare un nuovo tipo di automobile. Ciononostante, Tesla agì misteriosamente al riguardo, non specificò a Peter di cosa si trattasse e, anche dopo aver visto la macchina, rispose ad alcune delle sue domande con un semplice “Non fare domande”.
Una nota interessante da fare, è che a 25km da Buffalo sono situate le Cascate del Niagara, dove nel 1895 era entrata in funzione la stazione idroelettrica a corrente alternata di Tesla, che lo aveva innalzato al culmine della stima da parte del mondo scientifico.
Ritornando a noi, l’auto si era rivelata una Pierce Arrow standard, con il motore rimosso e alcuni altri componenti installati. La frizione, il cambio e la trasmissione standard erano rimasti installati. Sotto il cofano, era presente un motore elettrico senza spazzole, collegato al motore.
Come sostiene Peter nell’intervista, il motore misurava 40 “di lunghezza per 28” di diametro. Tuttavia, alcune di queste cifre possono essere stime data la segretezza con cui lavorava Tesla. Basti pensare che non è mai stato divulgato chi precisamente finanziò l’esperimento e chi ne costruì il motore elettrico. Si ipotizza dietro tutto ci fosse stato “l’aiuto economico” di George Westinghouse, ma rimangono pure teorie non confermate.
Nel cruscotto c’era un “ricevitore di potenza” costituito da una scatola che misurava circa 24 “di lunghezza per 10” di larghezza per 6 “di altezza. All’interno erano presenti 12 tubi radio e, tre di questi tubi, erano modello 70 L-7. Inoltre, un’antenna verticale composta da un’asta da 6 piedi, era stata installata e collegata al ricevitore di potenza. Il ricevitore, a sua volta, era collegato al motore da due cavi pesanti e ben visibili. Era anche presente una batteria Willard da 12 volt installata nell’auto, ma sarebbe servita solo per le luci – anche perché troppo piccola per far funzionare l’auto.
In ogni caso, il motore era un motore a corrente alternata.
Peter Savo raggiunse il suo famoso parente a New York, come quest’ultimo gli aveva chiesto, e senza commentare la natura dell’esperimento salirono assieme su un treno diretto verso la cittadina di Buffalo.
Giunti sul posto, si recarono presso un piccolo garage dove trovarono la nuova Pierce-Arrow. Lo scienziato serbo non perse tempo: sollevò il cofano e fece qualche regolazione sul motore elettrico, dopodiché, come sostiene Savo, si recarono in una camera d’albergo nelle vicinanze dove Tesla si mise a montare il suo ricevitore di potenza.
Tornati al garage, inserirono il contenitore in una posizione predisposta sotto il cruscotto dalla parte del passeggero. Tesla inserì i due collegamenti controllando un voltmetro e, senza troppe parole, consegnò la chiave di accensione a suo nipote.
Non appena Peter inserì la chiave nella serratura apposita della macchina, si accese una luce verde sul cruscotto: “Il motore è ora in movimento” confermò Tesla.
Il rumore prodotto dalla macchina era quasi nullo e, nella totale incredulità, Savo selezionò la marcia, premette sull’acceleratore e portò fuori l’automobile.
Gli strumenti sul cruscotto sembravano essere quelli standard. Tuttavia, c’era un voltmetro che veniva usato per misurare l’uscita del ricevitore. Tesla spiegò che il ricevitore aveva abbastanza energia di riserva in modo da poter guidare l’auto nella zona, collegare i cavi e illuminare un’intera abitazione. Ad ogni modo, Peter guidò la macchina per circa 50 miglia a velocità fino a 90 mph (il tachimetro era stato calibrato a 120 mph). La potenza sembrava particolarmente buona e lo scienziato serbo sembrò entusiasta durante il primo giro di prova: “Peter, questo giorno farà la storia!” confidò Tesla preso da uno stato evidente di euforia.
Dopo 8 giorni di test sulla macchina, alla fine della sperimentazione, i due consegnarono l’automobile in un luogo segreto, concordato in precedenza – il vecchio granaio di una fattoria a circa 30 chilometri da Buffalo.
Come spiega Peter nell’intervista, quando mise in dubbio la fonte dell’energia che alimentava l’auto, Tesla gli disse: “È una radiazione misteriosa che esce dall’etere”. Disse che non sapeva da dove venisse, ma che sembrava essere disponibile in quantità illimitate e che l’umanità dovrebbe esserne grata perché presto questa forza avrebbe alimentato barche, automobili, treni e aerei.
Ad ogni modo, questo romanzesco aspetto dell’affare continuò: Petar Savo raccolse delle indiscrezioni secondo le quali una segretaria aveva parlato delle prove segrete avvenute a Buffalo ed era stata licenziata per questo. Ciò spiegherebbe un impreciso resoconto sulle sperimentazioni che apparvero su diversi quotidiani e, quando i giornalisti chiesero allo scienziato da dove derivava l’energia della macchina, data l’assenza delle batterie, Tesla rispose riluttante: “Dall’etere intorno a noi”.
Alcuni suggeriscono che Tesla fosse stato pazzo e, in qualche modo, collegato a forze occulte. Le cattive dicerie messe in giro da giornali, rivali nel settore e in generale dall’ignoranza delle persone fece sì che Tesla non venne mai preso davvero sul serio.
Rientrò assieme alla sua scatola misteriosa al suo laboratorio di New York e così, terminò la sua breve esperienza nel mondo dell’automobile.





I misteri di Nikola Tesla
Circa un mese dopo la pubblicazione dell’episodio, Petar Savo ricevette una telefonata da Lee DeForest – amico stretto di Tesla e pioniere nello sviluppo delle valvole termoioniche. Nella telefonata ci fu uno scambio di opinioni sull’esperimento di Buffalo e sulle grandi capacità inventive di Tesla che, secondo DeForest, confermavano ulteriormente il fatto che Tesla fosse uno dei più grandi scienziati della storia umana.
DeForest chiese a Savo se fosse stato a conoscenza di altre applicazioni di questo tipo, e Peter riferì che Tesla stava negoziando per costruire una barca con una tecnologia simile. Tuttavia, quando Savo chiese a Tesla dettagli a riguardo, si infastidì rifiutando ogni tipo di chiarimento.
Ad ogni modo, non sono presenti nessun tipo di documento pubblico in cui viene descritto un esperimento nautico, o se quest’ultimo accadde.
Un altro aneddoto avvolto nel mistero è proprio la morte dello scienziato: dopo che Nikola Tesla fu trovato morto nel gennaio 1943 nella sua camera d’albergo a New York City, i rappresentanti dell’Ufficio delle proprietà aliene del governo degli Stati Uniti sequestrarono molti documenti relativi al brillante e prolifico inventore di 86 anni.
Era l’apice della seconda guerra mondiale e Tesla aveva affermato di aver inventato una potente arma a fascio di particelle, nota come “Raggio della morte“, che avrebbe potuto rivelarsi inestimabile nel conflitto in corso. Quindi, invece di rischiare che la tecnologia di Tesla cadesse nelle mani dei nemici dell’America, il governo entrò in picchiata e prese possesso di tutte le proprietà e i documenti dalla sua stanza al New Yorker Hotel.
Quello che successe ai file di Tesla, così come quello che c’era esattamente in quei file, rimane avvolto nel mistero.
Dopo anni di domande su possibili insabbiamenti, l’FBI declassificò nel 2016 circa 250 pagine di documenti relativi a Tesla ai sensi del Freedom of Information Act. L’ufficio ha fatto seguito con due ulteriori pubblicazioni, l’ultima a marzo 2018.
Ma anche con la pubblicazione di questi documenti, molte domande rimangono ancora senza risposta e alcuni file di Tesla sono ancora mancanti.
Smentire una bufala della bufala
Le informazioni che ruotano intorno all’esperimento sulla Pierce-Arrow si sono rivelate nel tempo fonte di grande dibattito. D’altronde si sa: con l’avvento di internet è molto facile entrare in contatto con notizie false e, non di meno, con notizie che vengono catalogate a prescindere come “bufale” perché ritenute impossibili da alcune menti pragmatiche.
Secondo alcune fonti Tesla non ha mai avuto un nipote con il nome di Peter Savo e che, quindi, la storia di Buffalo fosse stata inventata da qualcuno che ricercava un pò di momentanea notorietà. Tuttavia, Peter Savo è esistito e il suo legame di sangue con Nikola Tesla è confermato.
Ammetto che intorno alla sua figura sia presente un pò di confusione, dato dal fatto che il suo nome anagrafico era ben diverso da quello avuto quando emigrato in America, ma se sono riuscito con qualche ricerca a trovare i documenti ufficiali che ne confermano la sua identità, perché pagine più rinomate di questa si dilettano precipitosamente a definire l’esperimento di Buffalo come una gigantesca bufala?
A voi le risposte.
Chi era Peter Savo? Peter Savo nacque il 19 giugno 1896 come Petar Slijepcevic a Knin in quella che oggi è la Croazia. Ha imparato la professione di pilota (ulteriori dettagli non sono noti). Nel 1919 sposò la slovena Anna Novak, nata a Villach in Austria, e ebbe con sé i figli Savo(!) E Georg.
Nel 1924 immigrò negli Stati Uniti, inizialmente senza la sua famiglia. Nel febbraio del 1924, arrivò a New York con il piroscafo passeggeri “olimpico”, e poco dopo fece domanda per la naturalizzazione. Nell’agosto 1929 fu accolta la sua domanda e in questo contesto, cambiò il suo nome in Peter Savo, prendendo quindi il nome del figlio maggiore come cognome.
Nel Marzo del 1930 portò negli Stati Uniti sua moglie e i suoi due figli,(che vivevano a Lubiana) in quella che allora era la Jugoslavia. I primi nomi dei due figli furono cambiati da Savo a Peter jr. a Georg in George. Successivamente la famiglia si trasferì a Detroit,dove Savo venne assunto in una fabbrica di automobili.Nel 1940 si divorziò e visse per il resto della sua vita a New York. Morì nel gennaio del 1972.
Ora, tutti i seguenti documenti, provengono da ancestry.com. Sebbene l’abbonamento sia generalmente soggetto a una tariffa, è possibile registrarsi per un abbonamento di prova gratuito di 14 giorni in modo che i documenti siano effettivamente accessibili gratuitamente. Poiché tutti i documenti provengono da fonti accessibili al pubblico, la pubblicazione è espressamente consentita.
Tuttavia, questo lavoro di raccolta è stato totalmente fatto da power2world.it,che ringrazio profondamente.



In primo luogo nella figura 1 l’elenco dei passeggeri del piroscafo “Olimpico”, con il quale Peter Savo, nel ruolo di Petar Slijepcevic, emigrò negli Stati Uniti nel febbraio del 1924. Inoltre, come potrete notare nella figura 2, è esposta la domanda di naturalizzazione di Peter Savo (ancora come Petar Slijepcevic) del marzo 1924.


Degno di nota è l’indicazione della professione “pilota” presente nel documento. Infine, nella figura 3 i dati sulla morte della previdenza sociale stabiliti da Peter Savo del 1972. Il motivo della piccola differenza nella data di nascita (22 giugno anziché 19 giugno) non è chiaro, forse semplicemente un errore. Vogliamo precisare che sono presenti tanti altri documenti ufficiali a conferma dell’esistenza di Peter Savo, tuttavia ho deciso di inserire solo questi tre documenti che ritengo assolutamente chiarificanti.



IN CONCLUSIONE
Molti storici raffigurano Nikola Tesla come una persona con qualità mentali superiori alla media. E avevano ragione!
Le sue invenzioni furono il riflesso di una personalità che riuscì a unire i fenomeni descritti dalle filosofie spirituali, alla razionalità e all’abilità di elaborare i processi in modo geniale.
Come ho riportato nell’articolo Nikola Tesla e il potere della mente: la lettera mai rivelata:“Prima di mettere uno schizzo su carta, l’intera idea viene elaborata mentalmente. Nella mia mente cambio la costruzione, apporto miglioramenti e persino aziono il dispositivo. Senza aver mai disegnato uno schizzo posso dare le misure di tutte le parti agli operai e, una volta completate tutte queste parti si adatteranno, proprio come se avessi fatto i disegni reali. È irrilevante per me se eseguo la macchina nella mia mente o la collaudo nel mio negozio. Le invenzioni che ho concepito in questo modo hanno sempre funzionato. In trent’anni non c’è stata una sola eccezione: il mio primo motore elettrico, la luce wireless a vuoto, il mio motore a turbina e molti altri dispositivi sono stati sviluppati in questo modo.”
Nikola Tesla
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