Che cosa sono i chakra e come funzionano queste porte di energia

Che cosa sono i chakra e come funzionano queste porte di energia

In questo articolo vedremo che cosa sono i chakra, approfondiremo le loro caratteristiche distintive che alimentano ogni aspetto dell’essere umano e, in generale, le facoltà dell’Anima.


CHE COSA SONO I CHAKRA?

 

La parola “chakra” deriva da un termine sanscrito che significa “cerchio di luce”. I Chakra rappresentano letteralmente delle porte energetiche di forma circolare in grado di assorbire l’energia del Cosmo per poi diffonderla in tutto il corpo umano attraverso dei complessi reticoli energetici chiamati Nadis (“fiumi” in sanscrito).

I 7 chakra si trovano nel corpo energetico dell’uomo, lungo la spina dorsale, partendo dalla sua base e correndo verso l’alto fino alla sommità della testa. Tuttavia, il corpo energetico non può essere visto né toccato con i sensi fisici poiché queste porte di energia vibrano su delle bande di frequenze troppo elevate per essere percepite dal cervello umano. Ma c’è da dire che, con l’introduzione di alcuni nuovi dispositivi tecnologici, le comunità scientifiche sembrano aver compiuto dei grandi passi verso la comprensione dell’aura e dei chakra. (Per approfondire: Confermata l’esistenza dei chakra: le scoperte della scienza oppure Aurameter: il dispositivo in grado di osservare l’aura delle persone)

Un flusso libero e regolare dell’energia dei Chakra è segno di una condizione sana e vitale; quando invece si riscontrano squilibri fisici in alcune aree del corpo, blocchi emotivi o disarmonie mentali, significa che il sistema sta compensando situazioni di anomalia in una di queste sette “ruote di luce”.

Pertanto, i chakra sono essenziali nel fornire energia sottile agli organi, alla mente e al cuore così da permettere loro di lavorare in modo funzionante. Il problema, tuttavia, è che vivendo in una società improntata sulla superficialità delle cose, l’essere umano ha perso la capacità di interagire con sé stesso e, quindi, di riarmonizzarsi su tutti i livelli di esistenza.

Oggigiorno, infatti, i chakra delle persone sono prevalentemente bloccati o iperattivi. Ed è importante da sottolineare questa dinamica poiché un blocco o un’iperattività di un chakra comporta uno squilibrio negli organi e nelle ghiandole corrispondenti e, di conseguenza, dei malfunzionamenti anche dal punto di vista psicologico, sociale e comportamentale.

Quando il chakra è bloccato fatica ad assorbire correttamente le energie cosmiche e, quindi, questo significa che le sue funzioni sono carenti. Invece, se il chakra è iperattivo è come una valvola che assorbe troppo velocemente l’energia della Fonte, andando a potenziare eccessivamente le funzionalità di quel rispettivo chakra. I perché di questi squilibri possono essere tanti, spesso sono imputabili a dei traumi passati di questa vita o, perfino, di vite passate legate al proprio karma individuale. (Approfondisci qua: L’Anima è immortale: come funziona la reincarnazione oppure Che cos’è il karma: la guida completa)

 

 

I 7 chakra: dove si trovano e tutte le loro funzionalità

I 7 chakra sono una porta d’accesso al divino. Se tenuti liberi e puliti da qualsiasi interferenza, ci connettono direttamente con l’energia creatrice della Fonte. Come ci spiega la guaritrice Jacqueline van Gessel: “I chakra sono il dono divino, il Dio interiore, l’essenza di tutto ciò che siamo“. Ad ogni modo sono sette, e ognuno di essi sovrintende a determinati organi, con particolari  funzioni sia a livello emotivo che psichico e spirituale. Vediamoli insieme:

 

Primo Chakra: Muladara chakra

 

Situato alla base della colonna vertebrale, il chakra della radice è legato alla capacità di sentirsi saldamente radicato nella vita e, in generale, nell’ambiente sociale.

La parola Muladhara si scompone in due parole sanscrite: Mula che significa “radice” e Adhara , che significa “supporto” o “base”.

Il chakra della radice è quello più legato alla Terra, alla materia. Il suo bilanciamento crea una base solida per l’apertura dei chakra superiori. Immagina di gettare le fondamenta di una casa in cui vivrai a lungo: una solida base incastonata in un terreno solido fornirà la stabilità necessaria per creare una casa piena di gioia per gli anni a venire.

Il suo colore associato è il rosso, ed esso contiene l’impronta energetica con la quale ci interfacciamo con il mondo. Non a caso, infatti, il chakra della radice controlla i rivestimenti esterni del corpo fisico come pelle, unghie, denti o capelli, proprio perché sono le parti del corpo più a contatto con il mondo esterno. Ma c’è di più: il primo chakra influenza anche la parte inferiore del corpo come vescica, colon, ano, genitali e perfino le gambe, poiché quest’ultime sono simbolicamente il mezzo con cui avanziamo nel percorso evolutivo e con cui ci radichiamo con la terra.

Il muladhara risulta disturbato quando non ci sentiamo sicuri o quando viviamo ossessionati continuamente dalla nostra sopravvivenza. In questi frangenti i timori esistenziali vanno tutti a caricarsi in quella parte del corpo, sfasando energeticamente il primo chakra e, conseguentemente, tutti gli organi ad esso collegati.
Al contrario, quando il mulhadara è bilanciato ci sentiamo sicuri, fiduciosi e aperti alle opportunità della vita; non siamo più intrappolati nella paura ma totalmente fiduciosi nel compiere i giusti passi per realizzare la nostra Anima.

Dimmi quale paura hai e ti dirò quale chakra bloccato hai! Siccome il primo chakra è collegato al senso di sicurezza, quando una persona presenta la paura dell’incertezza solitamente possiede il mulhadara bloccato. Per esempio, questo squilibrio può verificarsi quando ci sentiamo costantemente insicuri della vita, quando ci sentiamo imponenti dinanzi ad alcuni risvolti societari globali che minacciano la sicurezza e, in generale, la sopravvivenza del nostro Io. Ad ogni modo, quando una persona vive nella perenne incertezza perde il contatto con sé stessa, taglia ogni rapporto con le sue radici più profonde, sentendosi sempre più in balia degli eventi della vita.

 

Secondo Chakra: Swadistana chakra

 

Il secondo chakra, Svadhisthana, rappresenta il nostro “centro”, inteso come fulcro dell’energia emozionale. È anche conosciuto come la dimora delle dinamiche relazionali e di tutte le esperienze emotive vissute in passato.

Il suo colore è l’arancione e il suo funzionamento è legato al fluire, al lasciarsi andare, al superare l’attaccamento alle cose, alle persone o alle situazioni più pesanti.

Se il primo chakra riguarda il radicamento dell’Anima con Madre Terra e, in generale, con il mondo esterno, il secondo chakra rappresenta l’equilibrio emotivo con cui agire nella vita di tutti i giorni. Non a caso, infatti, il fulcro del secondo chakra è la sintonia: approcciarsi con armonia con il viaggio terreno imparando ad agire con distacco, equilibrio e consapevolezza.

Quando il secondo chakra funziona correttamente riusciamo a distaccarci da tutte quelle situazioni deprimenti che limitano la nostra serenità interiore, come per esempio un lavoro o una relazione poco gratificante, o una qualche forma di dipendenza. Questo accade perché troviamo il coraggio di entrare in contatto con le nostre emozioni dando loro una direzione più adeguata al viaggio evolutivo della nostra Anima che aspira a creare una realtà più coerente con i principi divini dell’amore incondizionato.

Un disequilibrio di questo centro energetico potrebbe quindi comportare una maggiore propensione alla dipendenza verso gli altri (bisogno della loro approvazione, opinione, comprensione) o verso altri tipi di dipendenze come l’alcool, droghe pesanti, cibo, medicine o altro ancora.

Di solito, una tra le principali paure presenti in coloro che possiedono il chakra sacrale bloccato, è la paura di rivisitare il passato e di lasciarlo andare definitivamente. Queste persone si sentono incapaci di farlo, apportando squilibri nella pancia o negli organi limitrofi come reni, pancreas o fegato.

 

Terzo Chakra: Manipura chakra

 

Manipura è situato intorno all’ombelico nell’area del plesso solare. Il colore è il giallo, l’elemento il fuoco, ed esso racchiude la forza di trasformare la materia in energia: è la sede dell’ego ed è connesso con la realizzazione dei propri desideri.

Quando vi è un equilibrio nel terzo chakra, emerge l’energia guerriera dell’Anima,  si manifesta la volontà indistruttibile della Divinità Interiore che desidera portare a termine la missione per la quale si è incarnata. Infatti, Il fulcro del manipura è la volontà creativa, ovvero la capacità di combinare gli elementi a disposizione in una nuova formula, di risolvere i problemi in modo originale o di modificare l’esistente migliorandolo secondo la Legge Divina dell’amore incondizionato.

Quando, invece, il chakra del plesso solare è bloccato, pecchiamo di autostima nei nostri confronti e verso la vita in generale. Ma non è tutto: quando il terzo chakra è iperattivo sviluppiamo un eccessivo controllo che, in certi casi, può addirittura tramutarsi in autoritarismo.

Come sostengono in molti, uno degli scogli da superare per poter aprire totalmente questo Chakra, consiste nel liberarsi dalla convinzione secondo la quale siamo privi di ogni potere creativo. La maggior parte delle persone si è adattata ai doveri imposti dalla società e alle numerose imposizione del sistema senza impegnarsi a costruire un percorso personale inerente alla propria crescita interiore attraverso l’utilizzo del potere manifestativo dell’Anima che tutto può, tutto fa e tutto crea. (Per approfondire: La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima)

Poiché questo chakra è connesso al nostro senso dell’ego e al senso di identità, la paura legata al manipura è quella del giudizio. D’altronde, quando temiamo il giudizio altrui ci paralizziamo nelle decisioni, ci immobilizziamo dinanzi alle sfide della vita o, addirittura, scappiamo di fronte alle scelte che l’Universo ci pone strategicamente lungo il nostro sentiero evolutivo.

Tuttavia, è presente un’altra paura che merita di essere portata sotto l’attenzione del lettore: la paura del fallimento. Quando si è squilibrati su questo centro energetico si ha paura di compiere le azioni sbagliate, si ha paura di non raggiungere le proprie ambizioni e di finire in balia delle ferite più ancestrali dell’Anima che, in questo caso, è rappresentata dalla ferita del rifiuto o, a seconda dei casi, dalla ferita dell’umiliazione. (Per approfondire: Le 5 ferite dell’Anima)

Quarto chakra: Anahata chakra

 

La parola sanscrita per il quarto chakra è Anahata, che significa “non colpito” o “illeso”. Il nome implica che sotto le ferite e le lamentele delle esperienze passate si trova un luogo puro dove non esiste alcun tipo di dolore, ma solo amore incondizionato verso sé stessi e il mondo esterno.

Il colore è il verde, ed esso rappresenta il centro energetico di equilibrio tra i primi tre chakra, legati alla dimensione materiale, e gli ultimi tre, legati alla dimensione spirituale.

Il quarto chakra è sede del nostro intero Essere, quando è ben bilanciato la realtà inizia a mostrarsi per ciò che è realmente: ovvero una Creazione perfetta in cui  l’Amore rappresenta il collante che tiene in piedi questo Universo. Iniziamo a sentirci in armonia con l’Unità Cosmica e ad essere più compassionevoli verso il prossimo e verso tutti coloro che condividono con noi il viaggio terreno. (Per approfondire: Tutto è UNO: il funzionamento della coscienza collettiva)

Solitamente un disequilibrio nel quarto chakra rende depressi, frustrati e poco pazienti nei confronti di qualsiasi cosa. La ragione di questa instabilità nasce dal fatto che, in passato, queste persone furono ferite da genitori, fratelli, compagni di classe, amanti e, con i loro strumenti a disposizione, si convinsero che lamentarsi o covare rabbia nei confronti del prossimo fosse la reazione migliore per poter mettere un cerotto sopra questa ferita. Ma, così facendo, chiusero la valvola del loro chakra del cuore, tagliarono ogni contatto con le virtù di Anahata come la comprensione, la compassione, il perdono, l’accettazione o l’aiuto incondizionato.

Eppure, vedi, una persona che infligge dolore agli altri vomitando il suo dolore represso rappresenta una persona che è vittima di sé stessa e che, inevitabilmente, possiede un cuore chiuso. Ma fai attenzione: questi comportamenti non hanno valenza solo se fatti sugli altri, ma valgono soprattutto quando fatti contro te stesso trattandoti male, offendendoti o recriminandoti per qualcosa in particolare.  

Poiché questo chakra è connesso con l’amore e l’amor proprio, questo tipo di paura riguarda il rifiuto e la sensazione di non meritarsi l’amore altrui. Questa paura può essere causata da esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia o, come già sottolineato, in altre incarnazioni. Ad ogni modo, una persona con il quarto chakra bloccato si sentirà sbagliata e costantemente in difetto.

 

Quinto Chakra: Vishuddi chakra

 

Il quinto chakra, Vishuddha, è il primo dei tre chakra spirituali. E’ situata alla base del collo e governa le regioni anatomiche della tiroide, paratiroide, mandibola, collo, bocca, lingua e laringe. 

Il colore è il blu, ed esso racchiude la forza di esprimere con autenticità chi siamo veramente. Tuttavia, vivendo in una società improntata sul giudizio spesso è più facile dire ciò che le persone si aspettano di sentire piuttosto che esprimere la propria verità interiore.

Il lavoro sui chakra inferiori ti aiuterà a prepararti per questo livello di comunicazione: ad esempio, quando allineerai il primo e il secondo chakra, imparerai a superare i tuoi blocchi emotivi più profondi. Mentre con il centramento del terzo chakra farai emergere il tuo potere personale, maturando la forza necessaria per esprimerti con fermezza ma, allo stesso tempo, con dolcezza (quarto chakra).

Quando Vishuddha funziona correttamente, siamo capaci di esprimere le nostre emozioni con consapevolezza e con assoluta libertà, impariamo a relazionarci con gli altri esprimendo chi siamo veramente senza la necessità di personificare un preciso personaggio. In altre parole, impariamo la divina capacità di essere ciò che si è e non di essere ciò che vogliono le altre persone.

Quando invece il quinto chakra è squilibrato fatichiamo a dire ciò che pensiamo, coviamo questa energia “non detta” dentro la gola, causando squilibri fisici intorno a tutta la struttura anatomica della gola. Quindi, quando sperimenti dei problemi nella zona del collo o della bocca, prima di iniziare terapie medicinali di dubbia necessità, domandati se c’è qualcosa che non riesci a dire ma che vorresti urlare ad alta voce, chiediti se nell’ultimo periodo hai preferito essere accomodante o se sei riuscito ad esprimere la tua voce interiore in tutta la tua bellezza.

La paura per eccellenza collegata al quinto chakra è quella del giudizio e del rifiuto. Ma la differenza tra la pura del giudizio nel terzo chakra con quello del quinto chakra, è che quando siamo squilibrati nel Manipura temiamo che qualcuno ci giudichi negativamente per le azioni e i desideri che vogliamo perseguire, mentre quando siamo poco centrati nel Vishuddha temiamo che qualcuno ci giudichi negativamente per le emozioni che esprimiamo e per ciò che che pensiamo su noi stessi, gli altri e la vita in generale. Per questo ti dico: in quasi tutti i casi chi ha il terzo chakra bloccato ha anche il quinto chakra bloccato, perché per paura del rifiuto la persona fatica ad esprimersi con la voce nel mondo esterno (Vishuddha) e sia ad esprimersi liberamente con l’azione nel mondo esterno (Manipura).

 

Sesto Chakra: Ajna chakra

 

 

Il sesto chakra, l’ Ajna chakra, è situato nell’area del terzo occhio, che si trova nello spazio tra le sopracciglia. Comprende la ghiandola pituitaria, gli occhi, la testa e la parte inferiore del cervello.

Fin dal momento della nascita, hai attribuito le tue esperienze a ciò che percepisci attraverso i sensi. Hai imparato a fidarti dei tuoi sensi in ciò che puoi gustare, annusare, toccare, vedere e sentire. Sebbene la percezione dei sensi sia ottima nell’esperienza di vita, ti limita quando si tratta di espandere la tua consapevolezza spirituale.

Come ci spiega Deepak Chopra: “Prima della tecnologia moderna, dovevamo fare affidamento sui segnali dell’ambiente e su un istinto più primordiale che ci guidasse. Proprio come gli uccelli possono percepire quando uno tsunami potrebbe colpire, o gli scoiattoli quando è il momento di raccogliere cibo per l’inverno, anche gli umani hanno un senso intuitivo. Abbiamo semplicemente perso il contatto con esso e la nostra capacità di fidarci di esso“.

Il colore è l’indaco, e il sesto chakra è la sede del tuo sesto senso, del tuo intuito. Come ho scritto nel mio libro La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima: “L’intuito ha occhi per vedere cose che ancora la mente non riesce a vedere. È quella Guida invisibile che si mostra per consigliarti possibilità inedite che ancora non avevi mai preso in considerazione. Queste verità sono tutte lì, alla portata di chi riesce a coglierle, di chi riesce a percepirle; ma non possono essere comprese attraverso l’uso del raziocinio e nemmeno facendo ricorso alla propria formazione culturale, anzi, quest’ultima di solito si dimostra essere uno degli elementi più frenanti in assoluto.

Quante volte ti sarà capitato di avere un lampo di inspiegabile chiarezza, uno squarcio di inconcepibile consapevolezza che ti ha aiutato a compiere le giuste scelte nella vita? Quante volte il tuo intuito ti ha aiutato attraverso dei  presentimenti a evitare ostacoli improvvisi o a fare luce su qualcuno di poco raccomandabile?

L’intuito è proprio questo: il tuo Gps interiore, ovvero un sistema infallibile che ti permette di andare oltre la ragione, oltre la logica, oltre le barriere della mente per allinearti con la visione onnisciente della tua Anima”.

Una persona che ha ben bilanciato questo chakra è in grado di avere chiarezza dinanzi al suo cammino evolutivo e ha sviluppato la capacità di “vedere” oltre i veli dell’illusione. Attraverso la stimolazione del terzo occhio è possibile riconnettersi alle facoltà dell’Anima come la chiaroveggenza e la telepatia. Ma non solo:  attraverso questo potere è possibile captare i messaggi dell’Anima che, di solito, si esprimono con l’intuizione e la premonizione.

Al contrario, quando questo chakra è bloccato siamo troppo legati ai sensi fisici e quindi diventiamo troppo pragmatici nel modo di vivere la vita quotidiana. Mentre sul piano fisico possiamo incorrere più facilmente in problemi alla vista, alla testa o disturbi di insonnia.

La paura legata al sesto chakra è la paura del cambiamento. Ma è bene fare le dovute premesse: si tratta di una paura che non nasce perché c’è un semplice timore di osare, ma perché c’è un timore più profondo che è quello di seguire la propria guida interiore. Quindi, non sapendo se davvero quello che sentiamo intuitivamente sia giusto, preferiamo rimanere al sicuro nella nostra solita zona comfort e optare per l’immobilismo.

 

Settimo Chakra: Sahaswara chakra

 

Il settimo chakra, Sahasrara, è indicato come il chakra del loto dai mille petali. E’ situato sulla sommità della testa ed esso rappresenta la porta d’accesso all’illuminazione.

Sahasrara è la connessione spirituale con tutto ciò che è. È una connessione con i nostri sé superiori, con ogni essere sul pianeta e, in definitiva, con l’energia divina che crea ogni cosa nell’universo.

La vera apertura di Sahasrara significa la realizzazione che tu sei pura consapevolezza. Sei pura coscienza, immortale e indivisibile. Come una goccia nell’oceano, fai parte di quell’oceano che ne contiene e racchiude ogni aspetto.

Il chakra della corona ci insegna a vivere nel presente, aiutandoci ad abbandonare il passato e a richiudere tutte quelle ferite karmiche che l’Anima tiene ancora aperte dentro di sé. Ci insegna a riconoscere le nostre responsabilità, stimolando la profonda comprensione che tutto ha origine interiormente e che, anche se per la mente non vi è un senso in questo, tutto si mostra per progredire nel grande viaggio evolutivo dell’Anima.

Quando questo chakra è bloccato, il nostro senso spirituale ne risente pesantemente divenendo estremamente attaccati alla materialità delle cose. Diveniamo come una boa senza ancoraggio, sballottata dalle varie influenze esterne senza una vera meta, senza una profonda consapevolezza di chi siamo nel profondo. Diventiamo perennemente insoddisfatti e ci attacchiamo eccessivamente ai beni terreni, fuggendo da tutto ciò che trascende il piano fisico.

Sul piano fisico siamo soggetti a mal di testa, fobie, psicosi e in generale tutti i tipi di fastidi che ci distaccano dal nostro percorso di crescita personale. L’energia del settimo chakra è molto potente, perciò un suo malfunzionamento è sempre associato a disagi molto marcati.

La paura più ricorrente in una persona con il settimo chakra bloccato è la paura della morte. Una persona che teme costantemente di morire è un’Anima che non ha ancora maturato la sua essenza immortale e la sua natura meravigliosamente eterna.

 

Ti mando un forte abbraccio, stammi bene. Riccardo Ciattini.

 

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