Che cos’è l’ego? Nella psicologia e nelle teorie che derivano dall’Occidente, l’ego gioca un ruolo cruciale nella psiche. Forma il nostro concetto di sé ed è una parte essenziale della funzione cognitiva umana. Al contrario, sul sentiero spirituale l’ego può essere un ostacolo all’illuminazione. Se lasciato a sé stesso, può diventare un mostro che deve essere domato e trasceso. La mia vista cade da qualche parte nel mezzo.
Partiamo con il dire che nessuno è privo di Ego, è una parte di ognuno di noi, senza la quale non riusciremmo a progredire individualmente nel nostro sentiero evolutivo, poiché esso è il sé esecutivo dell’Anima, è lo strumento imprescindibile per testare la realtà nelle sue molteplici sfumature.
Il problema, tuttavia, non è la sua natura del tutto neutra, ma l’utilizzo tossico con il quale viene alimentata questa creazione della mente. Essenzialmente, l’ego è l’identità con cui identifichi la tua immagine interiore. È quell’aspetto della personalità che emerge quando ti identifichi in determinate credenze, interpretazioni e giudizi. Per esempio, come ho scritto nel mio libro La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima: “Quando maturi certi pensieri negativi come: “Sono brutta”, “Valgo poco”, “Non merito niente”, “Sono scemo”, “Lui è migliore di me”, “Lei è più brava di me”, rafforzi il tuo ego, potenzi negativamente l’immagine con cui ti riconosci e ti interfacci con il mondo esterno”. Ma fai attenzione: puoi potenziare il tuo ego anche a parti inverse identificandoti in pensieri in cui ti senti più bello, più in forma, più figo, più bravo rispetto a qualcun altro. Anche se l’ego si sta riconoscendo in un’immagine più positiva, stai comunque alimentando quella parte di te che ha bisogno di identificarsi in qualcosa pur di sentirsi più forte e appagato interiormente.
Facci caso: la società è incredibilmente basata su questo schema interiore. Siamo sempre alla costante ricerca di un’identità perduta in cui sentirci appartenenti e poter dire: io sono questo. L’identità politica, lavorativa, calcistica, familiare, nazionale, religiosa…sono tutte etichette che l’ego ricerca per identificarsi in qualcosa in cui potersi riconoscere. Infatti, quando ti auto-definisci con parole del tipo: “Io sono un’elettricista”, “Io sono milanista”, “Io sono cristiano, musulmano o buddista”, “Io sono italiano” e così via, stai individualizzando la tua personalità dentro delle identificazioni del tutto illusorie.
Vedi, non ci sarebbe niente di male a tifare la propria squadra del cuore o a preferire una religione piuttosto che un’altra. Il punto, però, è che quando l’ego si identifica in un partito politico, in una corrente di pensiero o in un qualsiasi altro concetto, si crea un attaccamento. Si forma un senso di appartenenza verso quel dato ideale che favorirà – nella maggior parte dei casi – la divisione, il conflitto e la categorizzazione tra le persone.
Alla base, i conflitti sociali nascono perché i vari ego delle persone si sentono in dovere di difendere il loro senso di appartenenza condannando a delle semplici etichette tutte le persone che la pensano diversamente da loro. Lo scherno, il giudizio, l’offesa… sono tutti meccanismi per elevare la propria identificazione a verità assoluta e abbassare l’ideale altrui a delle semplici “cazzate da analfabeta”. Purtroppo, siamo costantemente carnefici e vittime di questi assurdi processi dell’ego. C’è chi si diletta a sminuire come un tifoso da stadio chi parla di spiritualità e chi, invece, etichetta come superficiale chi ha una visione più pragmatica. C’è chi classifica come “analfabeti funzionali” coloro che non si fidano di alcuni sistemi di potere e chi etichetta come “pecore” coloro i quali invece preferiscono fidarsi dei mezzi d’informazione. Ho preso questi esempi perché il più grande scontro tra gli ego delle persone sta avvenendo proprio sul campo sociale. È una continua lotta tra chi vuole prevalere sull’altro, tra chi vuole avere ragione per forza su qualcosa, tra chi è più informato rispetto a qualcun altro.
Eppure, ti dico, la felicità è una porta che può iniziare a essere aperta solo quando si comincerà a lasciare andare i comportamenti tossici derivati da queste identificazioni illusorie. Nel tuo profondo non sei solo un ammasso di organi e di pensieri confusionari, ma sei Luce, sei Coscienza, sei Anima! Sei quella fiamma poderosa che vita dopo vita si incarna per evolvere lungo il suo sentiero evolutivo e che, per sua natura, vive libera da tutte quelle identificazioni che la rendono un “volto luminoso” di puro amore, condivisione, fratellanza e di assoluta certezza verso la vita.
“Smetti di definire te stesso – a te stesso o agli altri. Non morirai. Rimarrai in vita. E non preoccuparti di come gli altri ti definiscono. Quando ti definiscono, si limitano, quindi è un loro problema. Ogni volta che interagisci con le persone, non esserci principalmente come una funzione o un ruolo, ma come il campo della Presenza cosciente. Puoi solo perdere qualcosa che hai, ma non puoi perdere qualcosa che sei. “
Eckhart Tolle, tratto dal libro “Una nuova terra“
Tuttavia, le trappole dell’ego sono davvero numerose. Alcune di queste sono state approfondite nell’articolo “Le trappole dell’ego che bloccano l’evoluzione dell’Anima” ma, per dare delle solide fondamenta sulla coscienza egoica, ho deciso di trattare un altro comportamento che è alla base di innumerevoli atteggiamenti negativi dell’essere umano.
Siccome l’ego non vive di certezze ma è incastrato in una visione spazio-temporale limitata, la sua paura più ancestrale è la morte. L’Anima, invece, sa che questo corpo è solo un rivestimento temporaneo indispensabile per risolvere, superare e comprendere certe lezioni di vita; mentre l’ego no. Secondo lui dopo la morte c’è la definitiva morte di ogni cosa. Il buio. Il reset assoluto di tutte le sue funzioni individuali.
Vivendo con questa convinzione ancestrale – alimentato anche da un imprinting sociale che va proprio verso questa direzione – l’ego farà di tutto pur di tenersi alla larga da tutte quelle esperienze che potrebbero minacciare la sua sopravvivenza. Quindi, prediligerà una vita agiata che non comporti rischi, che non lo metta nella condizione di mettere in discussione alcune parti di sé ma, soprattutto, che non lo porti ad affrontare le sue ferite irrisolte, poiché per lui affrontare il dolore può essere sinonimo di morte.
Essenzialmente, ognuno possiede delle ferite interiori che producono un vuoto dal colmare, un dolore da guarire, un urlo da silenziare che, a seconda dalla sua gravità, andrà a influenzare il rapporto con noi stessi, con gli altri e con il mondo in generale. Il paradosso, tuttavia, è che l’ego, data la sua predisposizione a identificarsi con tutto ciò che li capita a tiro, si è immancabilmente identificato anche nelle ferite che conserva nella sua intimità. Ciò vuol dire che per lui lasciare andare queste ferite significherà solo una cosa: ammazzare una parte di sé, un aspetto della sua individualità. Pertanto, non appena comincerai a ridiscutere le tue false credenze su qualcosa, attraverso sabotaggi interiori, insicurezze infondate o paure irreali l’ego comincerà a farti desistere dal cambiamento e dai possibili rischi che potresti andare in contro cercando di risolvere il tuo corpo di dolore.
Ma non è finita: se da una parte l’ego resiste alla risoluzione definitiva del tuo dolore emotivo, dall’altra parte l’ego ti induce a risolvere questo dolore con la ricerca di energie esterne. Come ho scritto nel mio libro La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima: “L’ego è disposto a tutto pur di schivare le sue sofferenze e appagare questi vuoti con qualcosa di esterno. È il suo modo istintivo di reagire alle sue ferite, a quei tagli emotivi ancora da rimarginare che, al posto di guarire, preferisce sotterrare con la bramosia materiale, con il riconoscimento altrui, con l’approvazione dei propri coetanei e con una ricerca verso l’esterno”. Immagino ti siano familiari queste parole, voglio dire, l’intera società è vittima di questo gigantesco schema dell’ego. Il consumismo fa presa proprio su questo concetto: più compri, più crederai di sentirti appagato. Più ti circonderai di cose, più il tuo ego si sentirà – apparentemente – appagato da quel senso di vuoto che attanaglia la tua interiorità.
In conclusione, ti dico: la prima cosa fare è prendere consapevolezza di questi schemi di comportamento del tutto distruttivi e controproducenti per l’evoluzione della tua Anima. Dopodiché, non appena smetterai di essere vittima dei processi tossici dell’ego, potrai relegare le sue ambizioni più individualistiche al supporto della visione più ampia e profonda dell’Anima. Potrai liberarti da quella nube che oscurava la tua vista interiore e che, fino a quel momento, ti impediva di percepire nel tuo profondo il tuo reale scopo di vita: contribuire a rendere questo pianeta un posto migliore.
Un saluto, Riccardo Ciattini.
#ego e anima, #la natura dell’ego