Il potere delle credenze: tutto nasce dalla mente

Il potere delle credenze: tutto nasce dalla mente

Una credenza è un’idea che diamo per certa, è una convinzione con cui filtriamo l’immagine di noi stessi e la vita in generale. Scovare e portare allo scoperto le false credenze rappresenta parte del disegno dell’Anima per liberarsi dai suoi malsani limiti interiori.

Metaforicamente parlando le credenze sono come i filtri di una fotocamera. Quando scatti una foto, i filtri ne influenzano la tonalità, la saturazione, i contrasti e le ombre dell’immagine, proprio come avviene nella tua vita: possono esserci credenze positive che risaltano i colori della tua realtà rendendola più satura di sfumature, o credenze negative che influenzano negativamente la cromatura delle tue esperienze di vita, rendendola più ricca di ombre.

La famosa frase “Tu sei ciò in cui credi” rappresenta alla perfezione questo processo: sono i filtri con la quale interpretiamo la realtà o, più chiaramente, quella mappa mentale che ci dona quella sensazione di assoluta certezza riguardo a qualcosa, ad influenzare il nostro modo di pensare, di agire e di percepire la vita.

Come ho scritto nel mio libro La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima: “Le credenze si formano e si sviluppano principalmente in due modi: dopo un’esperienza che ha avuto un enorme impatto emotivo sulla tua vita, maturando false generalizzazioni su te stesso, sul mondo o su un certo gruppo di persone. O sennò, dopo una ripetizione prolungata di un pensiero o di un’affermazione“.

Attraverso la ripetizione costante, tutto ciò che pensi e dici si cristallizza inevitabilmente in una convinzione interiore. Per esempio, pensieri o affermazioni ripetitive come: “É troppo difficile“, “Tanto la cosa non andrà a buon fine“, “Non merito di stare bene“, “Non riuscirò a fare questo“, “Non sono abbastanza brava“, alimenteranno il tuo giudizio distorto fino a imprigionarlo in una credenza negativa e poi, successivamente, in un fatto appurato.

Come infatti insegnava l’illustre maestro Gandhi: ” L’uomo diventa spesso ciò che crede di essere. Se si continua a dire che non si riesce a fare una certa cosa, è possibile che alla fine si diventi realmente incapaci di farla.” Questo perché per mezzo della Legge di Attrazione tu attrai ciò che sei, e quindi siccome sei ciò in cui credi, attrarrai sempre quello che credi di essere in relazione a quella data situazione.

Facciamo qualche esempio: se per esempio credi – inconsciamente – che l’amore non esiste, potresti rischiare di vivere relazioni molto conflittuali o poco durature che confermeranno la sostanza della tua credenza. Se credi invece che per guadagnare devi sudare le famose sette camicie, l’Universo obbedirà alla tua credenza e, quindi, alla tua vibrazione, ridandoti indietro l’essenza della tua convinzione, ovvero un lavoro duro ed estremamente stancante.

Per maggiori approfondimenti sui principi di attrazione della mente:

IL POTERE DELLE CREDENZE: L’IMPRINTING

 

Un altro punto fondamentale, è che le credenze si vengono a formare prevalentemente nei primi quindici anni di vita: in questo periodo il cervello diventa una vera e propria spugna, riesce ad assimilare facilmente le informazioni che riceve dal mondo esterno, convertendole in credenze mentali. Secondo le ultime scoperte fatte dalla psicologia, questo periodo di “apprendimento istintivo” si chiama imprinting e, attraverso di esso, assimiliamo inconsciamente i programmi con cui andremo a creare la nostra personalità e il nostro modo di vedere la realtà.

I principali fattori che influenzano il periodo di imprinting sono la società, la famiglia e la cultura. Attraverso le relazioni umane, i mass-media e i social network le persone crescono con degli stereotipi ben delineati. Formano il loro modello estetico – e quindi parte delle loro credenze – secondo quello che è socialmente accettato dalla massa e dalle mode del momento. Per esempio, attraverso una propaganda ben mirata sei stato convinto che il possesso è la chiave della felicità, che il consumismo sia l’unico modo di vivere, che devi raggiungere per forza qualche grande traguardo per essere realizzato, apprezzato e infine amato.

Questo è tutto frutto dell’imprinting della società e di quei continui messaggi che assorbi inconsapevolmente dalla televisione. I mass media hanno talmente abituato l’essere umano a vedere certe crudeltà che lo hanno reso una bestia insensibile ed egoista verso il prossimo e verso tutte le problematiche che lo circondano, anestetizzando la sua parte più pura in assoluto: l’Anima.
Il secondo punto è la cultura: ogni nazione ha una cultura differente, uno stile di vita e un modo di vivere totalmente diverso. Addirittura, questo può cambiare da regione a regione, da città a città, da paese a paese. Per esempio, in Italia è normale seguire il calcio mentre in America l’NBA, in Arabia la donna è vista come qualcosa di inferiore mentre in altre culture l’essenza femminile riesce – per fortuna – ad esprimersi abbastanza liberamente. Tutte le tradizioni hanno le loro differenze, i loro valori che trasmetteranno al bambino nel periodo di imprinting e che, inevitabilmente, assorbirà nella sua interiorità.

Terzo ed ultimo punto è la famiglia: la famiglia assorbe le credenze della società e i valori della cultura per trasmetterli al bambino secondo l’educazione che ritiene più corretta. I primi sette anni di vita sono quelli in cui siamo più sensibili all’imprinting, dove si formano gli aspetti fondamentali del carattere. Ed è proprio la famiglia ad essere il principale responsabile di questa fase. Tuttavia, queste parole non hanno lo scopo di incolpare i genitori per le debolezze che abbiamo o per una infanzia altalenante. Come vedremo nei prossimi capitoli, l’Anima è assolutamente consapevole della precisa influenza familiare che riceverà da parte dei suoi futuri genitori. Nel suo profondo, sa che quell’ambiente familiare sarà quello più adatto per crescere e rivivere certe ferite antiche che ancora non è riuscita a lasciare andare definitivamente. Perciò, non cascare nella trappola dell’ego: non covare rabbia, non alimentare cattivi pensieri verso chi ti ha cresciuto, ma al massimo perdona, accetta e vai avanti.

 

Per maggiori approfondimenti sull’Anima:

 

 

TUTTO NASCE DALLA MENTE

 

Come spiegato, quindi, le credenze sono alla base delle tue esperienze di vita. Quando la tua convinzione è forte, le tue attitudini si rafforzano e le prestazioni si adeguano alle tue credenze. E questo lo puoi constatare ovunque: affari, atletica, istruzione e relazioni personali.

Tuttavia, la buona notizia è che ciò in cui credi è una tua scelta. Sei solo tu a dare potere o ad annullare le tue convinzioni.

E’ infatti attraverso la mente che puoi cambiare la forza trainante delle tue convinzioni e dare una direzione diversa alla tua vita, poiché come disse una volta il Buddha: “Siccome tutto è riflesso della mente, tutto può essere cambiato dalla mente“.

Ad ogni modo, la prima cosa da fare per apportare una profonda trasformazione positiva nelle tue credenze limitanti, è quella di imparare a padroneggiare l’arte di riconoscere i tuoi pensieri. D’altronde, una credenza è semplicemente un pensiero ripetuto così tante volte da averlo preso come fatto assoluto. Pertanto, per cambiare le tue convinzioni, devi essere il più onesto possibile con te stesso e imparare a osservare quali flussi di pensiero si presentano durante i tuoi turbamenti interiori. Prendi l’abitudine di rivolgere la tua attenzione sui tuoi pensieri. Le convinzioni fondamentali su cui devi lavorare saranno nascoste dietro i tuoi schemi di pensiero negativi .

La consapevolezza è davvero uno dei migliori strumenti per imparare ad ascoltare i tuoi pensieri e riportare ordine e pulizia in quelle zone buie della mente che, per timore dell’ego, facevi finta di non vedere.

Quindi, come estrarre la convinzione da dietro un pensiero? Uno strumento chiave per prendere consapevolezze delle proprie credenze limitanti è quello di buttare per iscritto i propri pensieri. In questo modo, potrai riuscire a riconoscere quale pensiero ti sta sconvolgendo di più in quel momento, quanto è vero o meno il pensiero e quale convinzione c’è dietro di esso.

Un’ottima domanda per scovare una convinzione negativa può essere:

“Quale pensiero di fondo mette in moto questo pensiero negativo? Qual è il timore o la paura che mi porta a temere questa situazione?”

Continua a porre questa domanda ancora e ancora, scrivendo le tue risposte su carta, finché non ti ritroverai a scrivere qualcosa che ti dà un’ondata di emozione o una sensazione di scoperta assoluta. Questa sarà inevitabilmente la convinzione fondamentale. Sei arrivato al nocciolo del problema.

Facciamo un esempio: supponiamo che di solito quando stai per affrontare degli incontri importanti la tua mente non riesce a distaccarsi dagli scenari negativi a cui potrebbe incorrere. Ogni volta il pensiero sembra incontrollabile e le tue emozioni comunicano coerentemente uno stato di totale sfiducia e confusione.

In questo caso, l’esercizio descritto può essere la soluzione più adatta per scovare la convinzione limitante che sta causando questo blocco interiore e, quindi, un’eccessiva sfiducia nelle tue prestazioni. Ma voglio fare una premessa: tutti gli scenari che la mente ci propone e che, in qualche modo, potrebbero minare la nostra sicurezza, nascono sempre dall’ego. In altre parole, siamo talmente identificati con quell’ “io inferiore” che vive costantemente nella paura, da non riuscire a connetterci con la coscienza dell’Anima, ovvero con quella coscienza di amore che, a differenza dell’ego, sa di essere perfetta e integra a prescindere di quello che può succedere nel gioco illusorio della vita.

Ma torniamo a noi: consapevole dei tuoi timori che stai avendo su quell’incontro, ti decidi quindi a prendere carta e penna e a porre alla tua mente la prima domanda: “Quale pensiero di fondo mette in moto questo pensiero negativo?”

Cominci, quindi, a buttare per iscritto tutto quello che la mente sta iniziando a vomitare: ” Se domani non va in porto questo incontro potrei rovinare tutto. Potrei sentirmi sbagliato, che non valgo abbastanza, che tutto quello che faccio non è mai giusto“(Sono stato sintetico, non spaventarti se invece ti ritrovi a riempire una pagina intera).

A questo punto, chiarito i primi strati superficiali delle tue preoccupazioni, puoi passare alla seconda domanda e chiederti: “Qual è il timore o la paura che mi porta a temere questa situazione?”

Ora, anche qua voglio fare una premessa: come ho spiegato nell’articolo Le 5 Ferite dell’Anima, per motivi karmici l’uomo è destinato ad essere vittima di cinque ferite emotive che, a loro volta, sono collegate a 5 paure ancestrali (rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia). Ti consiglio di leggere questo articolo perché una buona introspezione è direttamente proporzionale alla consapevolezza che hai di te stesso. Più ti conosci, più è facile scoprire gli angoli bui della tua interiorità.

Ad ogni modo, ritornando a noi, come hai potuto notare da quello che è emerso dalla prima domanda, alcune credenze si sono già mostrate in tutta la loro “bellezza”: “Temo di rovinare tutto“, “Temo di non valere abbastanza“, “Temo di non valere nulla” etc. Mentre con la seconda domanda, cominci ad entrare ancora più in profondità dentro te stesso e a renderti conto che queste credenze limitanti sono solo delle mura che stanno a protezione di una delle paure più comuni: la paura del fallimento.

Ma non è tutto: approfondendo la natura interiore dell’Anima vedrai che alcune paure servono come ultimi baluardi per coprire paure ancora più profonde e ancestrali. Per questo dico sempre che una buona introspezione è direttamente proporzionale alla consapevolezza che hai di te stesso.

In questo caso, la paura del fallimento è solo l’ultimo baluardo a una delle cinque paure più ancestrali in assoluto: la paura di non essere accettati dagli altri e, quindi, la paura di essere rifiutati.

Se non avessi questa paura di fondo, non saresti così attaccato al giudizio che le persone potrebbero avere di te e, soprattutto, non vivresti come una battaglia all’ultimo sangue un incontro del tutto innocuo. Alla base, quando sono presenti questi timori inconsci, la persona soffre della ferite emotiva del rifiuto.

Ovviamente, ci possono essere variabili diverse alla quale poter dare differenti risvolti. Per esempio: una persona che soffre della ferita dell’abbandono, potrebbe invece temere un appuntamento romantico con una persona perché le credenze limitanti sarebbero legate alla paura di perpetuare il suo stato di solitudine. Quindi, alla prima domanda potrebbe scrivere: “Ho l’ansia del primo appuntamento perché se non andasse a buon fine rimarrei ancora solo e soffrirei per la mancanza di un partner“.

Questa persona, quindi, per vivere tranquilla i suoi futuri appuntamenti o la sua relazione, dovrebbe cominciare a fare un attento lavoro interiore su sé stessa in modo da smettere di mettere al centro della sua vita gli altri e capire che il vero appagamento interiore nasce da lei e non dalle persone che la circondano. Così vivrà più libera e imparerà ad essere sé stessa in qualsiasi momento.

Quindi, per concludere, lavorare sulle credenze limitanti è certamente uno dei primi step da fare per sentirsi liberi nell’essere e cominciare ad avvicinarsi ai mostri illusori delle proprie paure ancestrali.

Come ho già detto, le credenze limitanti sono solo delle barriere a protezione di una paura, di un dolore irrisolto.  Infatti, come ho scritto nel mio libro La Legge di Attrazione la servizio dell’Anima: “É sempre il dolore a formare una credenza limitante: il principio è che c’è un dolore di fondo causato da un trauma, da uno shock emotivo o da una sofferenza ancora non risolta che vive al tuo interno.  Allora, identificandoti con quel dolore, lo senti tuo, li dai energia e come unico metodo di fuga la mente crea una credenza limitante. Ovvero uno schema mentale che ha lo scopo di tenerti lontano da quel dolore per evitare di farti soffrire in un’altra situazione analoga. Ma ti dico: per quanto possa sembrare un ottimo meccanismo di difesa, questo è solo un tentativo disperato del tuo ego per fuggire dalle sue responsabilità che ha come essere energetico, ovvero come essere vibrazionale che attrae sulla base delle sue vibrazioni emesse.”

 

Stammi bene, Riccardo Ciattini

 

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