Qualcosa successe a lui, alcune ingiustizie della società, alcuni eventi particolarmente traumatici, lo resero una persona accecata dall’odio e privo di amore.
Fece perciò un voto.
Decise di uccidere 101 abitanti del villaggio che tanto fu ingiusto con lui. Decise inoltre di tagliare ad ognuna delle sue vittime un pollice che avrebbe aggiunto al suo rosario.
In breve tempo, iniziò a diventare il peggior incubo di tutti gli abitanti della zona. Organizzava imboscate lungo i sentieri adiacenti al villaggio, mietendo vittime giorno dopo giorno.
Dopo alcuni mesi, Angulimala riuscì ad ammazzare 100 persone. Mancava solo un’altra vittima per soddisfare il suo voto.Così un giorno, mentre Gautama Buddha stava passeggiando lungo il “sentiero maledetto” , incontrò alcuni abitanti dello sfortunato villaggio indiano. Sentì parlare di questo Angulimala – in indiano significa ” l’uomo che indossa la ghirlanda di diti”- e di quanto fosse una persona feroce e completamente accecata dall’odio. Gli abitanti spiegarono all’illuminato che necessitava solo di un’ultima vittima per completare il suo voto che aveva fatto a se stesso e di quanto fosse pericoloso proseguire lungo il sentiero.
“Non prendere quella strada o morirai sicuramente. Quello non è un uomo ma un animale. Anche se vorrai farli comprendere la realtà delle cose, non potrà essere una persona a cui dare insegnamenti o lezioni di meditazione. Lui ha bisogno solo di un’altra vita e non ci penserà due volte ad ammazzarti se proseguirai per questo sentiero!”
“Se io non vado, chi andrà? E se nessuno lo farà, lui rimarrà insoddisfatto.” “Sarò io a dargli il mio dito, o la vita se preferisce” E con molta tranquillità, l’illuminato proseguì la sua passeggiata lungo il sentiero.
Angulimala era seduto su una roccia, mentre scrutava il sentiero alla ricerca della sua ultima vittima. Vide dalla sua postazione arrivare una persona, un monaco per la precisione, aveva un passo molto tranquillo che non destava nessuna preoccupazione.
La ferocia su cui Angulimala aveva creato la sua reputazione, lo divertiva, più le persone si terrorizzavano dinanzi a lui, più il suo piacere aumentava esponenzialmente. Così, seduto su quella roccia, adocchiando la sua ultima “preda”, ruggì verso il monaco, facendoli intuire il suo destino già scritto. Gautama guardò Angulimala, e continuò la sua passeggiata con un meraviglioso sorriso beato sul viso.
Un comportamento che Angulimala non accettava assolutamente. Solitamente le persone quando lo vedevano o lo sentivano arrivare, fuggivano cercando di mettersi in salvo da quella morte certa. Eppure quel monaco aveva qualcosa di diverso, saltò dalla roccia e si mise davanti al Buddha.
” Fermati asceta,Fermati! Sai chi sono io?” Mostrando la sua collana piena di pollici decapitati.
“Si ho sentito molto su di te, tuttavia io sono fermo, fermati anche tu” rispose il Buddha mentre proseguiva la camminata lungo il sentiero.
“Che diavolo stai dicendo asceta?!”
“Io sono fermo. Ho smesso di muovermi da molto tempo.” Poi il Buddha si fermò, si girò verso Angulimala e con uno sguardo pieno di beatitudine proseguì. “Il mio andare si è fermato molto tempo fa. Sei tu che stai cercando di andare da qualche parte”
Angulimala iniziò a ridere “Sciocchezze, tu sei un uomo pazzo. Io sono fermo, e secondo te starei andando da qualche parte? Cosa c’è che non va in te asceta?”
“Tu sei quello che sta cercando di andare da qualche parte, ma non sai come andarci.” Lo sguardo di Gautama era luce infinita e le sue parole note da cui l’Universo si esprimeva in tutta la sua essenza. “Vuoi il mio dito o il mio collo? Se vuoi puoi appendere la mia testa da qualche parte o se preferisci le mie dita, a me non interessa.”
Angulimala era confuso, era una situazione così inaspettata che stava iniziando a diventare impaziente. Poi il Buddha proseguì “Io ho già fatto ciò che dovevo fare, sono già arrivato. Non ha importanza se sono qua fisicamente o no. Tu puoi fare ciò che vuoi di me. “
Angulimala trovava piacere nell’uccidere le persone perché erano terrorizzate dalla sua crudeltà. Ma davanti ad una persona che non aveva paura e che lui stesso invitava ad ammazzarlo, l’istinto omicida faceva fatica a venir fuori. “Qual è l’utilità di ammazzare questo monaco?” pensava tra sé e sé. Inoltre sarebbe stata la sua ultima vittima, e di certo non sarebbe stato soddisfacente concludere il suo voto con una vittima del genere. Non avrebbe sentito piacere. Allora Angulimala chiese ” Aspetta, dimmi, cosa significa precisamente, cosa stai dicendo?”
“La differenza tra me e te, è che stai cercando la tua realizzazione a modo tuo attraverso queste 101 vittime, mentre io la mia strada l’ho già realizzata. Per questo puoi fare ciò che ti pare della mia vita”. Le parole del Buddha stavano magicamente iniziando a toccare quel cuore che da tempo immemore era spento e assuefatto dall’odio.
“Se pensi che questa sia la giusta via per soddisfare e realizzare la tua vita, fallo. Perché è la mia missione riuscire a realizzare le persone.”
“Ti manca solo un’ultima vittima per raggiungere la tua realizzazione. Non avrai bisogno di nessuno dei miei insegnamenti, ma semplicemente dovrai tagliarmi la gola e realizzare ciò che desideravi realizzare. Qual è il problema?”
In quel momento qualcosa si mosse dentro Angulimala. C’era così tanta bontà, amore e una resa totale all’Universo da parte del Buddha, che quelle parole accesero parti ormai quasi morte di quella crudele persona. I suoi errori, i suoi limiti, il suo odio, tutto si mostrò chiaramente dinanzi a quelle parole così inaspettate di quel misterioso santo che era amore nella carne. Quelle parole avevano toccato corde che nessuno era riuscito a toccare in lui. Comprese ciò che doveva comprendere e decise di intraprendere la strada della vera realizzazione, quella del Sè. Decidendo di diventare discepolo di quell’illuminato che l’umanità ricorderà per tutta la storia con il nome di Gautama Buddha.
“Tu devi tornare in città, devi comprendere i tuoi errori” Così l’illuminato fece di Angulimala un monaco, che soprannominò “Bikkus”, che letteralmente significa ” mendicante”. Nei giorni a venire, portò al suo nuovo discepolo una veste gialla e una ciotola per l’elemosina. “Vai, ora sei pronto per tornare al villaggio. Mendicherai e ti purificherai karmicamente da ciò che hai fatto”.
Così Angulimala andò al villaggio sotto le vesti di monaco. Ma appena venne visto dagli abitanti del villaggio, tutti iniziarono a scappare dal terrore. Non sapevano perchè era venuto in città. Tanto era il terrore, che le persone iniziarono ad arrampicarsi sulle proprie capanne per poter capire cosa volesse fare l’ex assassino.
Quando videro che gli occhi di Angulimala possedevano una luce diversa, e non la solita cattiveria tanto descritta dalle storie del posto, le persone iniziarono a scagliarli addosso una quantità infinita di pietre. Tutti cercarono vendetta per la disperazione che lui stesso aveva provocato a loro, per tutte quelle vittime che aveva strappato a tutte le famiglie del villaggio.
Il sangue iniziò a uscire copiosamente dal corpo del monaco. E quando Angulimala sembrava ormai sul punto di morte, il Buddha giunse in suo soccorso chiedendo agli abitanti di fermare questa scene deplorevole. “Questo non è il solito uomo. Non è più lui. Ora è un estensione di me. Voi state lanciando delle pietre a me. Fermatevi! “
“Attraverso un percorso estremamente duro, ha raggiunto la propria realizzazione e ha compreso ciò che doveva comprendere. Non ha più senso gettare via questo tesoro che è diventato questa persona”
Angulimala era a terra, in un bagno di sangue. Il Buddha si girò verso il suo discepolo ” Sopporta Angulimala” disse il Buddha ” Sopporta, di tutte quelle azioni che ti procurerebbero molti anni, molti secoli, molti millenni di inferno, tu provi, ora, nella vita, a compensare tutto ciò e a purificarti dal tuo Karma “.
LA MORALE DEL RACCONTO
Il sutra ha una tripla morale: se stiamo commettendo del male, possiamo fermarci in qualsiasi momento. Non è mai troppo tardi per fermarsi dal provocare sofferenza agli altri. Ciò che di brutto abbiamo commesso, ormai appartiene al passato: il passato non può essere modificato, il presente si. .Il secondo significato è che possiamo iniziare a fare del bene quando vogliamo: non è mai troppo tardi per iniziare a fare del bene. Per purificare il proprio Karma e iniziare a vivere attraverso l’essenza del nostro cuore. Non dobbiamo colpevolizzarci per non aver iniziato prima a far qualcosa di buono, ma dobbiamo fare adesso ciò che di buono possiamo fare. Angulimala si è portato sulle spalle le conseguenze delle sue azioni, ma si è fermato dall’ uccidere la sua ultima vittima. Angulimala aveva due possibilità: proseguire ad uccidere oppure fermarsi. Fermandosi non ha riportato in vita le sue vittime, ma ha evitato di crearne altre. Ha evitato di causare altra sofferenza agli altri ma, contemporaneamente, ha terminato di causare sofferenza a sè stesso perché, una persona che soffre, una persona che non è felice e serena, non va in giro ad uccidere le altre persone. Il terzo punto è la realizzazione. Tutti cercano di realizzarsi in base a ciò che credono sia giusto o sbagliato fare. Angulimala per esempio era convinto di realizzarsi attraverso l’uccisione di quelle 101 persone. Anche ai giorni nostri le persone ricercano la propria realizzazione attraverso metodi che non conducono mai alla vera realizzazione interiore. Alcuni sono convinti che la piena realizzazione sia avere un lavoro ben pagato , altri trovare la propria “anima gemella”, mentre altri ancora la ricchezza economica. Tuttavia questi sono desideri di una mente limitata, influenzata dall’Ego e dalla propaganda della società. Quando una persona desidera, si illude che il desiderio possa donargli la realizzazione interiore, ma non è così. L’ego quando raggiunge qualcosa, vuole ancora di più e ne diventa schiavo. Se diventi il Re del Mondo, desidererai prendere il comando del Sistema Solare, poi della Galassia e via dicendo. Il desiderio nasce sempre dall’Ego, e l’Ego non ha i mezzi per raggiungere la vera realizzazione interiore. Ed è il motivo per cui innesca questi meccanismi in cui si diventa schiavi dei propri desideri. Solo attraverso l’occhio dell’Anima possiamo raggiungere la realizzazione. Ed è ciò che comprese Angulimala. Solo l’Anima vive in quei paradigmi che permettono la vera realizzazione del Sè. Che ti fanno smettere di correre affannosamente verso qualcosa. Non è andando verso una direzione che si raggiunge la meta della realizzazione interiore. La meta è già dentro di noi, ma solo l’Anima può indicarci la strada. Ed è ciò che il Buddha ha cercato di far intuire ad Angulimala.
Riccardo, creatore del Team IlBen-Essere