la trappola del pensiero positivo: non è tutto oro quel che luccica

la trappola del pensiero positivo: non è tutto oro quel che luccica

NOTA: Estratto del libro “La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima”, terzo paragrafo del capitolo 3: la trappola del pensiero positivo.

 

Allo scopo di evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, è opportuno chiarire un concetto che viene spesso frainteso e mal applicato nel mondo della Legge di Attrazione e, in generale, in qualsiasi ambito di crescita personale.

In media la mente produce circa seimila pensieri al giorno. Sforzarsi di renderli tutti pieni di ottimismo è qualcosa di completamente folle e irrealistico. Certo, puoi effettivamente spostarti verso un atteggiamento più costruttivo e positivo ma se, nonostante i tuoi sforzi, la mente ti riporta a vedere nero e a percepire la realtà come un campo da battaglia, significa che nel tuo profondo sono presenti dei «programmi mentali», delle ferite emotive che ti influenzano negativamente e ti portano inconsciamente a pensare in modo sfiduciato, confuso e pessimista.

Una mente serena che produce pensieri positivi, non è qualcosa che puoi creare forzatamente mettendoti contro la mente stessa, ma è qualcosa che puoi costruire affrontando un periodo di «assestamento» e di «ristrutturazione interiore» che possa ripulirti dai tuoi disagi emotivi e dalle tue errate interpretazioni mentali. Per fare un’analogia, il pensiero positivo è come un piccolo germoglio: se il terreno dove è stato piantato è secco, inquinato e mal nutrito, la sua crescita sarà imperfetta e, di conseguenza, la pianta che verrà alla luce sarà poco rigogliosa e robusta. Analogamente, se la tua interiorità sarà oscurata da tutte quelle esperienze passate che ti hanno fatto perdere fiducia su te stesso, sul futuro e sul prossimo, la positività farà fatica a crescere e a diffondersi nel tuo essere.

Un altro insegnamento che viene spesso frainteso è che il pensiero positivo deve aiutarti a vedere la bellezza nelle piccole cose, ad apprezzare la tua unicità e a schermare la negatività più irrazionale. Ma allo stesso tempo, non deve rivelarsi un pretesto per sotterrare le tue sofferenze e far finta che i problemi non esistono, perché un pensiero positivo che nega la realtà, è un “falso positivo”, è un pensiero tanto dannoso quanto uno negativo. Dire che va tutto bene quando siamo insoddisfatti e infelici della vita, o convincersi che nel prossimo futuro tutto andrà per il meglio, senza neanche apportare dei seri cambiamenti, è un atteggiamento completamente dannoso per la propria Anima.

 

 

Se usata in questa maniera la «positività» ti porterà a cadere in trappola: in parte perché sei confuso dalla tua stessa buona volontà, e in parte a causa del tuo ego che odia riconoscere le correnti sgradevoli che scorrono al suo interno. L’ego adotta i migliori stratagemmi per non guardarsi mai fino in fondo ed evitare di affrontare le sue sofferenze più profonde. Per questo, quando cerchi di schermare la tua negatività con il pensiero positivo, fai involontariamente il suo gioco: ti rifiuti di ascoltare quelle parti che vorrebbero essere ascoltate e che desiderano emergere per essere comprese, accettate e lasciate andare.

Se desideri approfondire l’argomento dell’ego puoi leggere: Che cos’è l’ego e perché influenza la tua personalità oppure Le trappole dell’ego che bloccano l’evoluzione dell’Anima.

In altre parole, il pensiero positivo – per certi versi – è uno stratagemma dell’ego per preservare il suo status quo, per rimanere con la testa sotto la sabbia e fare finta che tutto vada bene. Pertanto, se questa tendenza al pensiero positivo ti porta a produrre una repressione dei pensieri negativi, finirai inevitabilmente per vivere il rapporto con te stesso con assoluto conflitto. D’altronde, quando “combatti” il negativo, combatti te stesso. Stai semplicemente rifiutando una parte di te che desidera, invece, essere accolta e ascoltata.

Anche secondo Osho il pensiero positivo non ha alcuna utilità nel processo di risveglio. Come spiega infatti nel libro “The Transmission of the Lamp”: “La tecnica del pensare in positivo non è una tecnica che ti trasforma: si limita a reprimere gli aspetti negativi della tua personalità. E’ una tecnica basata sulla scelta. Non può giovare alla consapevolezza: va contro la consapevolezza. La consapevolezza è sempre senza scelta. Pensare in positivo, significa semplicemente forzare il negativo ad andare nell’inconscio, e condizionare con pensieri positivi la mente cosciente. Ma il guaio è che l’inconscio è molto più forte, è nove volte più forte della mente cosciente. Per cui, quando una cosa diventa inconscia, essa diviene nove volte più forte di quanto non lo fosse prima. Magari non si manifesta più nella vecchia maniera, ma trova nuovi modi di espressione.”

Un abbraccio forte, stammi bene. Riccardo Ciattini

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