Le trappole dell’Ego che bloccano l’evoluzione dell’Anima

Le trappole dell’Ego che bloccano l’evoluzione dell’Anima

 

L’ego è l’immagine con cui s’identifica il tuo “Io”, è la somma di tutte le convinzioni che costruisci con la tua personalità. Quando siamo sopraffatti da questa creazione mentale tendiamo a ricercare il possesso, a raggiungere un ceto sociale elevato, a costruire una migliore immagine di noi stessi, a manipolare, a corrompere, a dominare, a controllare.
Il motivo che sta alla base di questi atteggiamenti è che, a differenza dell’Anima, l’ego non vive di certezze. È vittima delle sue stesse paure ancestrali come la paura della morte, la paura di perdere il controllo, la paura di rivivere esperienze simili alle sue ferite irrisolte. Per questo, come meccanismo di difesa, l’ego adotterà alcuni schemi di comportamento che, secondo lui, lo terranno lontano da tutte quelle esperienze che potrebbero condurlo a rivivere le sue paure ancestrali.
Anche se alcuni schemi dell’ego sono stati già approfonditi nell’articolo “Che cos’è l’ego e perché influenza la tua personalità”, questi atteggiamenti possono essere considerati come delle vere e proprie trappole comportamentali, come delle prigioni interiori dentro la quale viene rinchiuso il potenziale della tua Anima. Pertanto, è necessario spostare i propri riflettori verso queste trappole dell’ego in maniera tale da educare le sue pulsioni e svelare quei veli opachi che influenzano negativamente il rapporto con te stesso, con gli altri e con la vita in generale. Vediamone alcune insieme.

 

L’ego non percepisce l’unità con il Tutto

 

Ora è il momento di una metafora colorata. Pensa all’universo come ad un oceano cosmico di coscienza. Ognuno di noi, al livello più profondo della nostra psiche, è una parte di questo oceano. L’ego ci impedisce di vedere questa realtà ingannandoci, facendoci credere che esistiamo solo materialisticamente e individualmente.
Quando ci identifichiamo con l’ego, la nostra immagine di sé aiuta a creare l’illusione di essere individuali e separati dall’oceano. Crediamo di essere schiacciati nei confini della materia grigia, della carne e del sangue.
Continuando la metafora, immaginiamo l’ego come una cipolla, che galleggia sull’oceano cosmico. La “cipolla egoica” consiste in uno strato dopo l’altro di pensieri (“Sono inutile”), di credenze (“non c’è Dio”,”La spiritualità non esiste”), di opinioni (“Secondo me quella persona è pazza”, “Dovrei comportarmi diversamente se voglio piacere alle persone” ) e memorie passate dell’Anima. Identificarsi con questa immagine di sé significa vivere una vita in cui la vastità dell’intero universo è auto-ingannevolmente contenuta in una cipolla. Un bozzolo auto-costruito in cui la prospettiva della realtà si restringe quasi del tutto.

 

L’ego si alimenta con energie esterne

 

Quando vivi nella coscienza dell’ego, sperimenti sempre la carenza, un bisogno di qualcosa in più. È come se la base dei tuoi pensieri, sentimenti e azioni poggiasse sopra un buco nero, sopra un vuoto che non può essere mai riempito e che fatica a chiudersi completamente. Proprio per questo, l’ego concentra tutta la sua vita ad alleviare il suo dolore con energie esterne con la convinzione di poter mettere un coperchio sopra questo gigantesco buco nero. È per questo che tanti tendono a bramare il possesso, un ceto sociale elevato, una migliore immagine di sé o una certa approvazione altrui. Sono tutte strategie dell’ego per evitare di interfacciarsi con le sue ferite più profonde e auto-alimentarsi con ciò che sta al di fuori di sé. Ma così facendo il problema alla radice non viene estirpato né tantomeno compreso: il dolore è sempre lì, che continua a vivere, a grattare, a scavare voragini e a produrre conseguenze nefaste sia per il tuo benessere interiore che per quello esteriore.

 

L’ego vuole vivere nella sicurezza

 

Come ho scritto nell’articolo “Che cos’è l’ego e perché influenza la tua personalità”: “La paura più ancestrale dell’ego è la morte. L’Anima, invece, sa che questo corpo è solo un rivestimento temporaneo indispensabile per risolvere, superare e comprendere certe lezioni di vita; mentre l’ego no. Secondo lui dopo la morte c’è la definitiva morte di ogni cosa. Il buio. Il reset assoluto di tutte le sue funzioni individuali. Per questo, l’ego farà di tutto pur di tenersi alla larga da tutte quelle esperienze che potrebbero minacciare la sua sopravvivenza. Quindi, prediligerà una vita agiata che non comporti rischi, che non lo metta nella condizione di mettere in discussione alcune parti di sé ma, soprattutto, che non lo porti ad affrontare le sue ferite irrisolte, poiché per lui affrontare il dolore può essere sinonimo di morte.”
Come visto nella precedente trappola, siccome l’ego si alimenta con energie esterne, cercherà questa sicurezza al di fuori di sé. Magari, ricercando un buono stipendio, un lavoro sicuro, un contratto indeterminato o qualsiasi altra cosa che lo possa mantenere in una condizione di assoluto agio. Tuttavia ti dico: non c’è niente di male a perseguire una buona condizione di vita, ma se questa ambizione emerge solo per bisogno, solo per appagare delle mancanze interiori, allora ti porterà a vivere vittima di questa trappola dell’ego.
Con tutta questa incessante propaganda societaria, siamo stati indotti a bramare questa chimera della sicurezza sociale e materiale. Eppure, questo parametro di paragone secondo cui la sicurezza esteriore è sinonimo di benessere, appagamento, felicità e quindi di liberazione dal dolore, è assolutamente infondato. D’altronde, l’Anima non nasce per costruirsi il suo orticello e vivere il resto della sua incarnazione beata tra le sue piante coltivate, ma è scesa per aiutare a rendere il terreno del pianeta più fertile e permettere a tutte le Anime di vivere in giardini prosperi, poiché lo scopo dell’umanità è quello di realizzare che siamo un’unica grande coscienza collettiva che cresce, evolve e impara per uno scopo comune: congiungersi con la propria Divinità Interiore e slacciarsi definitivamente dal ciclo della reincarnazione.

 

L’ego ama conformarsi

 

Un’altra trappola dell’ego è tendere a conformarsi con ciò che è socialmente accettato da gran parte della massa. Le preferenze stilistiche, politiche, sportive, musicali, sociali sono tutte per lo più dettate da questo schema dell’ego che si forma per “istinto di convenienza”. Per esempio, per l’ego è più conveniente vestire secondo le mode del momento piuttosto che indossare vestiti atipici che, invece, rispecchierebbero i gusti stilistici di quella persona. Il motivo di tale comportamento è semplice: l’ego ha paura di non essere apprezzato per ciò che è, di non essere accettato per la sua naturale espressione individuale, poiché per lui il rifiuto equivarrebbe a morire amaramente nella solitudine e nel disprezzo altrui.
Puoi quindi capire che per l’ego sono rischi che, per natura, non possono essere intrapresi. Per lui è più conveniente omologarsi con il resto dei coetanei e vivere nell’ombra delle mode del momento, piuttosto che uscire da canoni societari e rischiare di essere messo in un angolo a marcire.
Inoltre, il conformismo viene adottato dall’ego non solo per consolidare il suo status quo, ma anche come forma di approvazione per appagare la sua sofferenza irrisolta. Prendiamo per esempio un ragazzino: per quale motivo preferisce comprarsi un giacchetto di marca piuttosto che uno meno costoso ma sempre di buona fattura? La risposta credo sia scontata: così potrà riuscire ad affermare la sua individualità in modo più facile. Potrà riuscire a elevare la sua immagine così da sembrare più ricco, più figo, più bravo, più bello rispetto ai canoni estetici imposti dalla società e, in questo modo, appagare le sue ferite emotive.
Tuttavia, ritornando a noi, le persone inconsapevolmente si adattano alle logiche della società, a quelle “regole” ritenute le uniche strade percorribili in cui crescere, maturare e invecchiare. Certo, è una cosa che è del tutto normale ma quando questo adattamento – o conformismo – comporta depressione, insoddisfazione, disagio e rimorsi, allora significa che il binario che hai intrapreso non è quello giusto per la tua Anima.
Purtroppo, l’ego pur di non ritrovarsi dinanzi alle sue ferite irrisolte, preferisce replicare quello stile di vita imposto in maniera subdola dalle istituzioni, preferisce ricercare il raggiungimento di alcuni modelli societari indispensabili per la sua sopravvivenza e per il raggiungimento di alcune posizioni sociali che potrebbero consegnarli potere e ulteriore sicurezza.
Un esempio comune può essere fatto con il “posto fisso”: tante persone preferiscono “andare sul sicuro” adagiandosi sul primo lavoro che permette loro un lavoro indeterminato, piuttosto che rischiare e seguire ciò che davvero vogliono nel profondo. Delle volte questa sensazione si presenta sotto forma di intuizioni ma, solitamente, come una voce quasi impercettibile che emerge dalla tua mente. Magari ti sollecita a partire, a lasciare tutto verso qualche luogo sperduto, o magari semplicemente ti esorta a cambiare obiettivi, a puntare verso nuovi progetti di vita che potranno senz’altro toglierti dal fango dell’insoddisfazione esistenziale e inserire l’evoluzione della tua Anima al centro del viaggio chiamato vita.

 

l’ego vuole avere sempre ragione

 

Spesso molte persone confondono la loro visione soggettiva della realtà con la verità oggettiva dei fatti. Credono di tenere in pugno la verità nelle sue forme oggettive, pretendendo di avere ragione a tutti i costi. D’altronde, l’ego odia ridiscutere sé stesso, odia mettere in discussione tutte quelle credenze con cui filtra la realtà esterna. Ma non solo: l’ego odia ammettere che qualcuno possa pensarla diversamente, che qualcuno abbia una visione del tutto diversa dalla sua visione inoppugnabile della realtà.
Purtroppo, è un atteggiamento talmente comune che credo tutti ne siamo stati almeno una volta vittime e carnefici. Siamo talmente identificati con quel dato ideale che viviamo lo scontro verbale come una questione di vita o di morte. Per l’ego, infatti, avere torto è sinonimo di sconfitta, di fallimento e, in una tale condizione, questa occasione può causare aperture interiori tali da rivelare agli altri le sue fragilità nascoste.
Per quanto espressione di una grande umiltà nell’accettare che si può avere giudizi sbagliati e che ognuno possiede opinioni diverse, l’ego vede uno scontro verbale come una partita all’ultimo sangue in cui c’è un vincente e un perdente, cioè una persona che perderà e verrà etichettato come inferiore rispetto a colui che vincerà lo scontro.
Per questo l’ego preferisce perseguire la strada testarda del “ho ragione io, la realtà ha questa forma”. Non vuole identificarsi con quella sensazione che potrebbe farlo sentire un perdente, una sensazione che potrebbe causare una reazione a catena e far emergere quel dolore irrisolto che cerca gelosamente di nascondere dentro di sé. Lo so è molto contorto l’ego!

 

Ti saluto, stammi bene. Riccardo Ciattini

 

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