Nel campo metafisico la legge di attrazione è senza dubbio uno tra gli argomenti più popolari. L’idea di essere i responsabili della propria esistenza e non delle vittime in balia degli eventi della vita ha reso la legge di attrazione un argomento affascinante, curioso e stimolante anche per i più scettici.
Sostanzialmente la Legge di Attrazione afferma che il simile attrae il simile; ciò su cui ti concentri, positivo o negativo che sia, lo autorizzi ad entrare nella tua vita. Il che, tradotto in parole più semplici, significa che qualunque cosa trattieni nella tua mente e nel tuo «cuore», lo vedrai prima o poi manifestarsi nella tua realtà.
Come ho scritto nel mio libro “La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima“: “Grazie alla Legge di Attrazione tutto si mantiene in completa armonia, ogni esperienza trova il suo perfetto bilanciamento nella grande volta celeste. Il concetto è semplice: l’Universo unisce tutto ciò che è simile e respinge tutto quello che vibra su frequenze differenti, senza distinzioni di specie, sesso o religione. Secondo questo principio universale, è l’insieme delle tue vibrazioni a determinare tutto quello che ti accade nella realtà esterna, poiché è sempre la tua vibrazione ad invitare atteggiamenti, persone, idee ed esperienze simili alla vibrazione emessa“.
Tuttavia, la Legge di Attrazione può essere dimostrata scientificamente? Può essere descritta con processi assolutamente empirici così da silenziare tutte quelle resistenze che la mente pragmatica pone dinanzi a questi processi non del tutto percepibili con i sensi?
Per quanto tutti i fenomeni che riguardano l’invisibile non sono facili da decifrare, la risposta è affermativa. Pertanto, mettiti comodo e goditi l’estratto del primo capitolo del mio libro La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima.
La Legge di Risonanza e la fisica quantistica
Per esperienza personale, ritengo l’approccio scientifico quello più efficace per rompere quelle resistenze che la mente razionale pone ogniqualvolta che si approccia ad un argomento che va contro il suo sistema di credenze.
Anche se per molti scettici la Legge di Attrazione può sembrare una semplice teoria, un’ipotesi discutibile portata avanti da qualche filosofia controversa, la verità è che si tratta di un fenomeno fisico studiato, analizzato e dimostrato da più di un secolo.
Nei contesti più accademici, la Legge di Attrazione altro non è che la Legge di Risonanza, ovvero un processo di amplificazione che da secoli affascina gli scienziati di tutto il mondo. La sua definizione è identica: due cose simili, ovvero con solita frequenza, si attirano e si amplificano. Mentre due cose differenti, quindi con frequenza differente, si respingono.
Un esempio di risonanza può essere fatto con il diapason: se sintonizzato sulla nota La, questo strumento inizierà a vibrare e ad entrare in risonanza non appena percepirà frequenze simili o uguali al La. Mentre in presenza di frequenze diverse come il Do o il Mi, il diapason rimarrà immobile e silenzioso.
Questo principio di risonanza lo troviamo presente anche nella radio ricevente, che è predisposta per le onde medie proprio sulla base della sua risonanza. Perciò onde corte e onde lunghe non vengono percepite perché non fanno parte del suo «mondo vibrazionale».
Prima del ‘900 vigeva questa convinzione secondo cui il principio di risonanza fosse adattabile solo a quei dispositivi che fossero in grado di emanare una certa frequenza. Fino ad allora non venne mai presa in considerazione, né tantomeno teorizzata, l’idea che anche l’essere umano fosse un emettitore di frequenze e che, quindi, potesse essere influenzato dalla Legge di Risonanza. Ma con l’avvento della fisica quantistica, molti paradigmi scientifici crollarono definitivamente: una nuova visione di insieme si fece spazio e un nuovo periodo di rivoluzioni scientifiche vide la nascita grazie ad importanti scoperte nel campo della materia.
Il primo a mettere in discussione questo concetto fu il fisico tedesco Max Planck: egli fu alla prova dei fatti il padre fondatore della fisica quantistica e, grazie alla sua teoria sui quanti, riuscì ad aggiudicarsi il premio Nobel della scienza nel 1918. Tuttavia, contrariamente ad altri fisici, Planck fu uno scienziato attento e propenso alle questioni filosofiche. La sua predisposizione innata verso lo studio dei fenomeni dell’Universo, lo portarono a concludere che tra religione e scienza non ci fosse contraddizione, ma perfetta concordanza. Ed è proprio grazie a questa sua visione «spirituale» che a Firenze nel 1944 dichiarò: «Avendo consacrato tutta la mia vita alla Scienza più razionale possibile, ovvero lo studio della materia, posso dirvi almeno questo a proposito delle mie ricerche sull’atomo: la materia come tale non esiste! Tutta la materia non esiste, che in virtù di una forza, che fa vibrare le particelle, e mantiene questo minuscolo sistema solare dell’atomo. Possiamo supporre al di sotto di questa forza, l’esistenza di uno Spirito intelligente e cosciente. Questo Spirito, è la ragione di ogni materia».
Puoi ben immaginare quanto clamore fecero queste parole e quanto risuonarono, anche con un certo scetticismo, nel mondo scientifico. In fondo in quel periodo la scienza era convinta di aver raggiunto un’ottima comprensione dell’Universo: le leggi di Newton, le passate scoperte sulla gravità e sul funzionamento dei pianeti e delle stelle, illusero gli scienziati di essere approdati verso gli ultimi gradini nella scala della conoscenza universale.
Ma quando furono teorizzate, e poi successivamente dimostrate le scoperte sulla natura quasi «poco sensata» del mondo sub-atomico, questa gigante convinzione iniziò a crollare. Tra le numerose rivelazioni della fisica quantistica, quella più iconica è stata senza dubbio la scoperta sulla natura illusoria e unitaria della materia: quello che emerse nel 1910 grazie alle rilevazioni del fisico britannico Rutherford[1], è che l’atomo è una struttura prevalentemente vuota. Anche se i sensi fisici ci fanno percepire la materia come qualcosa di solido e reale, nell’infinitamente piccolo questa percezione si dimostra infondata e irreale.
L’atomo nella sua forma più elementare è un paesaggio desolato e immateriale. Non possiede una membrana o una parete che gli conferisce una forma o una precisa composizione, ma esistono solo delle particelle (elettroni) che ruotano intorno al nucleo atomico ad una precisa distanza e che, in un certo senso, ne tracciano il confine.
Ma quello che ha dell’incredibile, è che se si ingrandisse il nucleo atomico alla grandezza di un sasso, l’elettrone ruoterebbe intorno ad esso alla distanza di ben un kilometro! Questo implica che il libro contenente queste parole o il dispositivo su cui stai leggendo questa lettura, la sedia su cui sei attualmente seduto, la casa in cui vivi, quella cosiddetta realtà solida, è formata per la maggior parte da spazio vuoto, esattamente per il 99%.
Ovviamente, come intuirono i fisici quantistici, qualcosa era presente in quello spazio apparentemente vuoto e senza senso dell’atomo. Quello che emerse fu una verità che veniva già insegnata da millenni da tutte le filosofie spirituali: nell’infinitamente piccolo tutto è energia, ogni cosa che tocchi, vedi e senti è composta da energia che vibra ad una determinata frequenza e che, attraverso il tuo apparato sensoriale, percepisci come solido e reale.
A partire da queste considerazioni, gli scienziati giunsero alla conclusione che il principio di risonanza non solo era capace di governare la natura magnetica dei dispositivi, ma bensì ogni cosa presente nell’Universo; anche l’esistenza stessa dell’essere umano.
Ad un livello estremamente sottile, ogni persona vibra su una specifica frequenza, su un preciso ritmo interiore con cui attirerà a sé una realtà simile o uguale alla sua vibrazione interna. Se sfogliassimo l’autobiografia di Albert Einstein, nelle miriadi di riflessioni presenti sulla sua vita e sull’intera umanità, troveremmo al suo interno un’affermazione che incornicia al meglio la sua conoscenza sulla natura attrattiva dell’universo: «Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c’è altra via. Questa non è filosofia. Questa è fisica».
Queste scoperte vennero comprese a catena da tutte le menti eccelse di quel periodo. Einstein e Planck furono i pionieri, i primi scienziati ad affermare la reale natura controintuitiva della materia; ma non furono gli ultimi: negli anni successivi altrettante menti brillanti andarono a rafforzare con ancora più forza le teorie quantistiche della materia, la quale oramai non era più osservata come un fenomeno individuale e separato ma come qualcosa di unitario ed omogeneo.
Niels Bohr, un fisico danese che dette un contributo significativo alla comprensione della struttura atomica e della teoria quantistica, dichiarò: «Se la meccanica quantistica non ti ha profondamente scioccato, significa che non l’hai ancora capita. Tutto ciò che chiamiamo reale è fatto di cose che non possono essere considerate reali».
Un altro scienziato famoso per le sue rivoluzionarie scoperte nel campo energetico fu Nikola Tesla: storicamente, gran parte della sua notorietà è da attribuire alla progettazione e invenzione del sistema elettrico a corrente alternata (AC) – ad oggi il sistema elettrico predominante utilizzato in tutto il mondo. Ma dopo questa importante creazione, Tesla non rimase con le mani in tasca: continuò a fare scoperte fondamentali nei campi dell’energia e della materia che lo condussero ad una nuova percezione dell’Universo. Ebbe confronti con Swami Vivekenanda, una delle figure più iconiche di quei tempi nella filosofia spirituale indiana, che lo portarono a rivalutare la sua prospettiva scientifica e ad amalgamarla con la visione spirituale orientale. E così, in un’intervista rilasciata sul New York Times nel 1908, lo scienziato serbo dichiarò: «Ogni atomo misurabile è differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio con un movimento circolare, come un vortice di acqua in un lago calmo. Mettendo in movimento questo fluido, l’etere, diviene materia.» (Se desideri approfondire la figura iconica di Nikola Tesla: Le incredibili invenzioni di Nikola Tesla che sfruttavano l’Etere)
[1] In questo esperimento una superficie composta da dieci mila atomi venne bombardata con dei raggi di energia. Quello che emerse è che nel 99% dei casi le particelle di energia attraversavano la lamina senza subire deviazioni. Questo portò alla conclusione che l’atomo doveva essere formato prevalentemente da spazio vuoto, poiché nella maggior parte dei casi i raggi di energia non incontravano nessuno ostacolo.
Un forte abbraccio, stammi bene. Riccardo Ciattini.
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