


PREFAZIONE
Questo libro sarà un viaggio che affonderà le radici verso l’interno della Terra, verso il cuore pulsante di Gaia. Sarà un viaggio di esplorazione in cui riecheggeranno i nomi di Shamballa e Agartha; luoghi sacri, mitologici, situati nelle viscere del pianeta, da sempre descritti nelle sacre scritture e nelle leggende di numerose antiche culture.
Realtà o fantasia? Verità o invenzione?
Un antico mistero che avvolge questo “Regno perduto” dentro una trama quasi fiabesca e che tutt’oggi riscuote grande curiosità da parte di molti aspiranti spirituali che istintivamente riconoscono nell’Invisibile lo scrigno da cui hanno origine i veri segreti della Vita.
Voglio per questo esortarti ad immergerti in questa lettura senza avere pregiudizi sull’argomento, siccome viviamo in una società in cui le persone sono abituate a stabilire in anticipo quali forme dovrebbe assumere la verità su cui poggia l’esistenza umana. Per esempio, fino a qualche secolo fa l’umanità credeva che il mondo fosse piatto e che il Sole ruotasse attorno alla Terra. L’umanità era così sicura di questo che diventò un “fatto” stabilito, tant’è che quando Galileo presentò le prove che dimostravano che la Terra girava attorno al Sole, non solo fu ridicolizzato ma fu imprigionato perché le sue scoperte rappresentavano un allontanamento così radicale dal pensiero religioso e, in generale, da quello comune.
Una situazione simile esiste con la rivelazione che la Terra è abitabile al suo centro e, riaffermando che l’idea della Terra cava sia antica come l’uomo, ho deciso di organizzare qualcosa che va oltre le barriere del fondamentalismo e del parlare tanto per sentito dire. Un progetto rivoluzionario che forse non è mai stato fatto al mondo: riunire tutte le testimonianze di coloro che sono riusciti a interagire con la popolazione di Agartha e Shamballa! Una popolazione tecnologicamente più avanzata, in grado di vivere in connessione con il proprio Spirito e con il Soffio dell’Amore Cosmico.
Inoltre, per rendere omaggio a questa lettura, sarà presente un’intervista a Mikado Francescoji, un maestro illuminato italiano che ormai da circa dieci anni diffonde le sue conoscenze nelle vesti di Messaggero di Shamballa. Ringrazio quindi la sua disponibilità per essere riuscito a chiarire alcuni dubbi che comprensibilmente si presenteranno nel corso della lettura. Ma non solo: lo ringrazio dal profondo del cuore per aver contribuito a rendere questo libro ancora più speciale, donandomi la prima foto ufficiale di Shamballa – da lui scattata -.
Per concludere, mi auguro che questo progetto possa essere di utilità per tutti quei sinceri aspiranti spirituali del mondo, realmente interessati a descrivere l’eterno segreto delle loro vite umane e il loro infinito e trascendente vincolo con il Cosmo.
Questa è la mia aspirazione più profonda, ed è il motivo per cui, data la lunghezza di questa lettura, ho messo a disposizione questo testo anche in versione PDF. Ciò ti potrà dare l’opportunità di scaricarlo o, di stamparlo, e leggerlo più comodamente dal tuo dispositivo.
Consideralo un regalo, che dono a tutti coloro che ricercano la verità e che sono spinti intuitivamente a indagare sui misteri dell’Universo.
Scarica gratuitamente: PDF Libro Tutta la verità sul Regno di Shamballa e su Agartha
Riccardo Ciattini
INDICE
Prefazione
1- Mitologia della Terra cava e delle sue civiltà
2- Le spedizioni nella Terra cava
Hitler e l’ossessione per Shamballa e Agartha
L’esploratore di grotte portato nel mondo interiore
Robert Stacy Judd: il misterioso incontro nella grotta
3- Il Regno di Agartha e Shamballa
Il Regno di Agartha
Il Regno di Shamballa
La prima foto ufficiale di Shamballa
4- Facciamo accesso dentro Shamballa
Il piano vibratorio di Shamballa
Il Re del Mondo
La Profezia di Shamballa
La Gerarchia Spirituale di Shamballa
I Maestri Ascesi di Shamballa
I 7 Chohan di Shamballa
5- Mikado Francescoji: il Messaggero italiano di Shamballa
L’intervista a Francesco Boemi, in arte Mikado Francescoji
L’Illuminato di Shamballa: Mikado Francescoji
6-Vi presento tre cittadini di Agartha
Il potere di canalizzare
Le tre canalizzazioni
Adama si presenta
Mikos della Terra Cava
L’Abitante della Terra Interna: Rodon
7-La storia delle popolazioni intraterrene
8-La composizione di Agartha
Telos: la capitale della Rete Agartha
Il Regno Lemuriano di Telos
Si può accedere a Telos?
9- Il mondo interiore di Agartha
Il Sole della Terra Cava
La natura di Agartha
10-La tecnologia delle popolazioni intraterrene
11-La Biblioteca di Porthologos
Storia e curiosità sulla Biblioteca Universale
Conclusione
CAP. 1 – MITOLOGIA DELLA TERRA CAVA E DELLE SUE CIVILTA’
La teoria della Terra Cava ha radici antiche: Platone oltre ad averci lasciato nel Timeo testimonianze della perduta Atlantide, ci narra anche di misteriose gallerie sotterranee che attraversavano il continente: “gallerie sia spaziose che anguste nell’interno della terra” e cita un grande sovrano “che siede al centro della terra, sull’ombelico della terra; egli è il mediatore della religione per tutto il genere umano”. Anche in India, tramite le narrazioni delle antiche Upanishad, abbiamo citazioni del regno sotterraneo di Agartha. Per esempio la leggenda dei Naga, uomini discendenti dai “serpenti“, che vivono all’interno della Terra in corrispondenza della zona himalaiana, divisa in sette livelli, la cui dimora tradizionale è chiamata “Potala”.
Il poeta Somadeva (1035-1085), bramino del Kashmir, ebbe la capacità di preservare molte leggende del folclore indiano sotto forma di storie in versi. Scrisse la monumentale opera “Kath Sarit Sagara”, una collezione dell’antica sapienza indiana in dieci volumi. Nel sesto volume è presente la leggenda incentrata sul viaggio del Re, di nome Bhunandana, che lo portò in una regione del Mondo Sotterraneo.
Si trovano molti riferimenti anche nei testi classici come ad esempio quello di Hanno, il navigatore cartaginese che intraprese un lungo viaggio lungo la costa occidentale dell’Africa intorno al 500 a.C. Nella sua opera“Periplus”, afferma di aver udito racconti su abitatori del sottosuolo che erano più intelligenti degli altri uomini e correvano più veloci dei cavalli non appena qualcuno cercava di seguirli dentro le loro gallerie.
Ci sono anche riferimenti occidentali su Shamballa risalenti agli inizi del I secolo D.C: si tratta di una testimonianza diretta fornita dal filosofo ellenico Apollonio di Tiana presente nella sua biografia “Vita di Apollonio di Tiana”, scritto dallo storico greco Lucio Flavio Filostrato. Apollonio descrive nei suoi resoconti di essersi trattenuto per diversi mesi in un paese ai confini dell’Himalaya dove sarebbe venuto in contatto con “uomini estremamente saggi che hanno il dono della preconoscenza” e dai quali rimase particolarmente colpito per i traguardi scientifici e mentali che avevano raggiunto i suoi abitanti, al punto che si limitò ad annuire stupito quando il loro Re gli disse: “Chiedici quel che vuoi, poiché ti trovi tra persone che sanno tutto”.
In Europa i conquistadores spagnoli riportarono dell’esistenza di un favoloso continente ricco d’oro, dalla straordinaria vegetazione lussureggiante, che gli indigeni sudamericani chiamavano Eldorado. I Macuxí del nord dell’Amazzonia raccontano che erano soliti entrare in una caverna grazie alla quale, dopo un cammino di 13-15 giorni, arrivavano all’interno del pianeta. Lungo il cammino percepivano una progressiva perdita di peso, fino ad arrivare alla zona “dove tutto vola” (assenza di gravità) dopo la quale poi il peso veniva riacquistato, ma non completamente poiché sull’altro “lato” tutto è più leggero. “Dall’altro lato del mondo” il sole è rosso ed è sempre giorno, senza notte e luna, lì vivono gli “uomini grandi”, che misurano tra 3 e 3,5 metri, la cui natura è benevola a patto di rispettare le loro indicazioni. Nel 1907, la leggenda racconta che un Macuxí rivelò questo segreto a tre esploratori inglesi, che – partiti verso la terra interna – non fecero mai ritorno, ma in conseguenza di questa violazione il popolo interno chiuse per sempre quell’accesso.
Queste leggende possiamo trovarle anche nella moderna Russia dove si fa riferimento al Regno di Shamballa, ovvero un luogo in cui si narra sia presente la dimora degli Dei. Anche i popoli tibetani e mongoli sono ricchi di miti sulla Terra di Erdani o Regno di Agarthi. Pure oggi che siamo appena entrati sulla soglia del terzo millennio si ripropone la solita domanda: dove sono stati generati tutti questi miti, tutte queste leggende non ancora dimenticate e tramandate da moltissimi popoli terrestri? Da dove sono scaturite tutte queste informazioni che hanno come base lo stesso concetto? Possiamo affermare che una base di verità possa esserci? Ma andiamo con calma, ti chiedo di mettere da parte i pregiudizi e di immergerti in questo viaggio senza il bisogno di incasellare la realtà secondo dei dogmi prestabiliti.
CAP. 2 – LE SPEDIZIONI NELLA TERRA CAVA
Dopo un attento confronto interiore, ho deciso di aggiornare questo libro e di togliere tutto il materiale di ricerca che, nel corso della storia, ha contribuito alla creazione della teoria della Terra cava.
Il motivo di questa decisione è semplice: questo libro non vuole alimentare l’aspetto razionale della mente umana, ma stimolare l’aspetto intuitivo, ovvero quel senso più nascosto che riesce subito a captare la verità anche laddove vi è solo e soltanto confusione.
Ma torniamo a noi. Storicamente, l’argomento delle popolazioni intraterrene è stato un argomento talmente radicato nelle leggende culturali che l’idea di un mondo dentro a un altro mondo, pulsante di vita, in armonia con Madre Terra, ha sempre incuriosito l’intera umanità.
L’uomo ne è stato sempre inconsciamente affascinato e, sarà proprio per questo sentore intuitivo, che le testimonianze non sono mai mancate: storie di esploratori che hanno testimoniato l’esistenza di luoghi sconosciuti, racconti di marinai naufragati in terre abitate da giganti e, infine, maestri spirituali che hanno descritto ogni singola caratteristica distintiva di un popolo diventato leggenda per molti e verità eterna per altri. Vediamo le prime testimonianze:
HITLER E L’OSSESSIONE PER SHAMBALLA E AGARTHA
Fin dagli albori del Terzo Reich, i nazisti ebbero un’elevata propensione verso le scienze occulte e più in generale verso l’esoterismo. Impegnarono notevoli risorse per comprovare la loro contorta credenza occultista secondo cui esistesse un legame indissolubile tra la razza ariana e le popolazioni della “Terra interna”.
Spinti da queste convinzioni, nel 1938 i tedeschi mandarono una spedizione ufficiale per il Tibet, luogo in cui si sosteneva esistesse Shamballa, un sistema sociale straordinariamente perfetto e pacifico che, secondo le leggende narrate, possedesse un modello per contrastare le trasgressioni che affliggevano il resto dell’umanità. Ma diciamocela tutta: la perfezione ricercata dai nazisti era un’idea di perfezione razziale che avrebbe giustificato le loro opinioni sulla storia del mondo e sulla supremazia tedesca che, di lì a poco, avrebbe stravolto completamente gli equilibri mondiali.
Ma c’è di più: i nazisti organizzarono ulteriori spedizioni nelle Ande, nelle montagne del Mato Grosso, nelle montagne di Santa Catarina nel Sud del Brasile, in Cecoslovacchia e in alcune zone dell’Italia. Tuttavia, dalle informazioni trapelate, sembra che i nazisti trovarono un varco di accesso nelle zone polari dell’Antartico dove venne installata la famosa base 211.
L’Ammiraglio Generale Karl Dönitz, riferendosi alla base segreta, scrisse nel 1943:“La flotta sottomarina Tedesca è orgogliosa di aver costruito per il Fuhrer, in un’altra parte del mondo, uno Shangri-La (sinonimo di Shamballa) impenetrabile.”
Ma il racconto non è ancora finito: non molto tempo fa, fu ritrovata una mappa top secret appartenuta al Terzo Reich dove si fa riferimento a misteriosi passaggi sottomarini che avrebbero permesso ai sommergibili tedeschi di accedere a ” Misteriose regioni sottomarine della terra “. Unitamente a questi documenti, sarebbe stata ritrovata anche una mappa geografica del misterioso Regno di Agarthi.
Per di più, tra questi documenti decisamente top secret, fu rinvenuta una lettera che si presume possa essere stata scritta da Karl Unger, un componente dell’equipaggio del sottomarino U-Boat 209. In questa lettera si evince chiaramente che l’equipaggio in questione sia riuscito a raggiungere l’interno della Terra e che non sarebbe tornato in superficie.
“Caro vecchio compagno! Questa notizia sarà una sorpresa per voi. Il sottomarino U-209 ce l’ha fatta! La Terra è cava! Il dottor Haushofer e Hess avevano ragione. Tutto l’equipaggio sta bene, ma non possono tornare, non siamo prigionieri. Sono sicuro che questa notizia ti arriverà, è l’ultimo collegamento dell’U-209. Ci rivedremo Compagno. Sono preoccupato per tutti coloro che devono passare la vita sulla superficie della Terra da quando il Fuhrer è andato via. Dio benedica sempre la nostra Germania”.



Figura 3: A sinistra la lettera trascritta in tedesco e a destra la traduzione in inglese.
Quello che ha dell’incredibile è che in un altro documento sarebbe presente la spiegazione minuziosa delle manovre da adottare con il sottomarino per navigare al meglio nei condotti marini dell’Antartico e raggiungere l’accesso per Agartha:
“Decente nel punto con le coordinate: Intersezione esatta: 64 ° di latitudine sud e 1 ° di longitudine est, fino a una profondità di 400 metri. Le istruzioni devono essere seguite rigorosamente!
1. Decente, dal punto di decente a mezza velocità, una declinazione a stella di 10 ° con un angolo di declinazione della pesantezza dell’arco di 5 °. Distanza 188 mq. Profondità data – 500 metri. (A causa del movimento all’interno del corridoio la pressione sul corpo della nave durante le manovre è insignificante)
2. Salita, completamente pianeggiante con assetto di poppa, angolo di risalita 23 ° con inclinazione sinistra di 22 °. 190 metri in su. Distanza 755 mq.
3. Manovra difficile! Risalita a piena velocità con assetto di poppa, angolo di risalita 41 °. Procedi dritto. 110 metri in su, distanza 21,5 mq. Successivamente declinazione starboard di 8 ° fino a risalire in superficie ad una distanza di 81mq.
4. Procedere in superficie all’interno della grotta con un’inclinazione a dritta di 8 °, Distanza 286 mq.
5. Manovra di Schwieriges! Discesa. Con una inclinazione della pesantezza dell’arco di 45 ° fino a una profondità di 240 metri, Distanza 60 mq. Successivamente con una declinazione del porto di 20 °, in corrispondenza della quale prosegue la discesa a 310 metri fino all’imbocco del corridoio. Dopo la boa dei 310 metri è necessario continuare la discesa pesante con l’arco. Angolo di discesa 7 ° fino a 360 metri, distanza 70 mq. Ulteriore declinazione di dritta di 31 ° ad una profondità di 380 metri.
6. Discesa, prua pesante, angolo di risalita 22 °, 100 metri verso l’alto con una inclinazione a sinistra di 26 °. Distanza 43 mq.
7. Salita. Assetto di poppa, angolo di risalita 45 °, dritto fino a raggiungere la superficie di Agartha. Distanza 70 mq.
8. Procedi ad Agartha. Piena velocità. Procedi dritto finché non si vede la nuova luce. Cambio dei poli magnetici. Le modifiche dell’ago e degli strumenti della bussola devono essere ignorate. (Ulteriori istruzioni nel pacco Nr.3 solo quando arrivati ad Agartha per essere aperto)”






Come si intuisce dai documenti messi a disposizione, la base tedesca 211 rimase operativa anche dopo la caduta dell’impero nazista. Non sappiamo per quanto, ma gli stessi americani erano ben informati sull’esistenza di queste strutture ed erano del tutto intenzionati a espugnarle. Ma ritorneremo su questo argomento nei prossimi capitoli.
L’ESPLORATORE DI GROTTE PORTATO NEL MONDO INTERIORE
Nel 1954, lo speleologo George Weist, decise di esplorare insieme ai suoi amici un ramo inesplorato della caverna di Mammoth Cave nel Kentucky.
Tuttavia, mentre l’esplorazione cominciò a spingersi sempre più in profondità, Weist inaspettatamente perse l’equilibrio e cadde in una fessura presente tra il muro e il pavimento accidentato della grotta.
Il gruppo, incapace di localizzare il loro amico, tornò in superficie per chiedere aiuto ma, per quanto dure furono le ricerche di soccorso, George non venne mai trovato e venne dato per morto.
La cosa bizzarra è che diverse settimane dopo, Weist riapparve vicino a casa sua a Glasgow, nel Kentucky, con un insolito racconto sulla sua scomparsa. Disse ai suoi amici che dopo essere scivolato attraverso la fessura cadde in una fossa profonda dove si trovò nel buio più totale con la gamba intrappolata tra le rocce. Provò a gridare per attirare l’attenzione, ma diventò subito chiaro che aveva perso conoscenza per molto tempo e che, le speranze di salvarsi, erano diventate quasi inesistenti.
Secondo i racconti di Weist, non aveva idea di quanto tempo fosse rimasto intrappolato nell’oscurità soffocante. Senza riferimenti esterni, il tempo aveva perso ogni significato. Ad ogni modo, proprio quando le speranze si stavano vanificando definitivamente, sentì una strana vibrazione nel pavimento: ben presto iniziò a sentire un suono simile a un macchinario nel bel mezzo della grotta e, mentre questo rumore metallico si faceva più forte, Weist iniziò a implorare aiuto pensando che qualcuno dei soccorsi lo avesse trovato.
Ma successe qualcosa di ancora più miracoloso: vide un debole bagliore che comprese proveniva dalle torce di un piccolo gruppo di persone che immediatamente si misero al lavoro liberandolo dalla sua situazione. A causa delle ferite e dell’esaurimento, Weist non riuscì a ricordare molto dopo quel punto.
Ricordava di essersi svegliato su un lettino in quella che sembrava una clinica medica scarsamente arredata. Tante erano e poche le risposte. Soprattutto quando nel mezzo della sua confusione, la porta della stanza in cui era ricoverato si aprì e una giovane donna vestita con un “pantalone tailleur” di colore azzurro entrò portando i suoi vestiti puliti e stirati. La donna era alta, con i capelli biondi e gli occhi “del colore blu più brillante” che Weist avesse mai visto. L’uomo si rese conto di essere completamente nudo e si vestì velocemente, notando che la gamba che era rimasta in precedenza bloccata nelle rocce sembrava ora completamente illesa e priva di dolore.
Per tutto il tempo la donna rimase a guardare. Weist provò a chiederle dov’era e da quanto tempo era lì, ma la donna rimase fastidiosamente silenziosa. Quando finì di vestirsi, la donna gli fece cenno di seguirla e i due lasciarono la stanza. Uscendo, Weist rimase sbalordito nel vedere un paesaggio che gli era totalmente sconosciuto: davanti a sé si parava un panorama incontaminato formato da pianure rigogliose e da montagne di uno splendore unico. “La bellezza mi ha tolto il fiato“. Il cielo era sereno e azzurro, ma il sole aveva un aspetto strano, ricordò Weist. Sembrava più piccolo, più tenue e aveva un leggero colore rossastro o ramato. “Potevo guardarlo direttamente senza avere fastidio agli occhi” disse. Ma la vista che scosse l’uomo nel profondo della sua Anima fu la consapevolezza di non poter vedere alcun orizzonte: “Dietro di me c’erano alte montagne“, sostiene Weist. “Ma di fronte a me c’era una terra piatta che si estendeva in lontananza. Invece di un orizzonte, sembrava di essere sul fondo di un’enorme ciotola con i lati che salivano in ogni direzione e che alla fine scomparivano nel cielo.”
Prima che Weist potesse contemplare l’ambiente circostante in tutta la sua magnificenza, fu avvicinato da un gruppo di uomini che gli fece cenno silenziosamente di seguirlo. Come la donna, gli uomini erano tutti simili nell’aspetto; alti, con capelli biondi, occhi azzurri e mani con dita insolitamente lunghe. Ancora una volta, Weist provò a chiedere dove fosse, ma i suoi ospiti rimasero stranamente in silenzio. Venne portato in un’area dove c’erano diversi oggetti metallici “a forma di pallone da calcio” parcheggiati per terra. Uno di questi aveva una porta aperta con una rampa estesa in cui fu rapidamente accompagnato. Una volta dentro, uno degli uomini alti si avvicinò a Weist e, con un fare colmo di amore e beato, posò le mani su entrambi i lati della testa di Weist. Questa è l’ultima cosa che ha ricordato fino a quando non si è svegliato appena fuori città.
Lo speologo americano non aveva ottenuto alcuna spiegazione su quello che gli era successo fin quando diversi anni dopo, si imbatté in un articolo sulla rivista Flying Saucer di Ray Palmer. L’articolo trattava la teoria della Terra cava e, dalla sua descrizione, Weist sentiva che la sua strana esperienza era in qualche modo collegata al mondo interiore.
ROBERT STACY JUDD: IL MISTERIOSO INCONTRO NELLA GROTTA
Robert Stacy-Judd fu un architetto inglese coinvolto nel Revival Maya, un movimento architettonico fiorito durante gli anni ’20 e ’30. Questo stile si ispirava all’arte e all’architettura delle civiltà mesoamericane precolombiane, con lo scopo di far riaffiorare la bellezza architettonica con la quale le culture andine costruivano le loro strutture.
Una delle opere più famose di Stacy-Judd è l’Aztec Hotel, costruito nel 1924, sulla US Route 66 a Monrovia, nella San Gabriel Valley, in California. Inutile dire che l’architetto inglese era estremamente appassionato dei Maya. Oltre alle sue opere architettoniche, la passione di Stacy-Judd comprendeva anche l’esplorazione dei reperti archeologici che riguardavano la cultura andina e la trascrizione di antiche grafie in testi scritti.
Il 3 gennaio 1931 apparve un articolo sul Modesto News-Herald intitolato “Il mistero dell’eremita della grotta di Loltun”. L’articolo raccontava l’incontro tra un uomo di nome Robert Stacy-Judd e un vecchio eremita Maya, un incontro che accadde quando l’esploratore inglese si perse mentre esplorava la Grotta di Loltun con alcune guide indigene.



IL RACCONTO DEI FATTI: uno tra i tanti luoghi che Stacy-Judd esplorò fu la grotta di Loltun. Questa grotta si trova nella penisola dello Yucatan, a circa 5 km a sud della città messicana di Oxkutzcab. Questa grotta contiene manufatti archeologici – inclusi dipinti murali – relativi alla civiltà Maya dell’era tardo pre-classica.
Secondo Stacy-Judd, la sua è stata la “quinta spedizione per tentare un’esplorazione di questo immenso territorio sotterraneo”. Ad ogni modo, il ricercatore inglese fu accompagnato da tre persone del luogo che avrebbero fatto da guida e lo avrebbero aiutato ad esplorare le numerose stanze e cunicoli senza perdersi.
Per poter ritrovare la via del ritorno dalla grotta, il gruppo di esplorazione si organizzò secondo quanto segue: la prima guida fu posizionata in un punto in cui si poteva avere una vista della parte illuminata della grotta. Poi, mentre gli altri continuarono ad andare avanti, venne lasciata una seconda guida in un punto in cui la sua voce poteva essere ascoltata dal primo uomo posizionato più dietro. Intanto, Stacy-Judd continuò a scendere in profondità nella grotta con la terza guida.
Tuttavia, mentre i due uomini stavano esplorando la caverna, un’enorme roccia si staccò dal soffitto e si schiantò sul punto in cui si trovavano i due. Fortunatamente per loro, riuscirono a togliersi di mezzo poco prima che ciò accadesse. Ma, il rimbombo della roccia che echeggiò in tutta la caverna, causò una piccola frana che bloccò i due nelle profondità della grotta.
Per fortuna, le prime due guide posizionate più in superficie abbandonarono la loro posizione per liberare il percorso dalle pietre pesanti che, con lo schianto, avevano intrappolato gli altri due esploratori.
I massi erano pesanti e solo con un lavoro di gruppo si sarebbe potuto creare un varco d’uscita per Stacy-Judd e la terza guida. Tuttavia, quando il peggio passò e il gruppo riuscì a riunirsi, si prospettò davanti a loro un problema ancora più terrificante: ritrovare l’uscita.
I quattro uomini tentarono di tornare sui propri passi nella speranza di uscire dalla grotta, ma invano. Si erano persi nei cunicoli serpeggianti della caverna. Tuttavia, come riporta Stacy-Judd, fu proprio in quel frangente disperato che successe qualcosa di impensabile: a un certo punto, il gruppo raggiunse un’apertura stretta e, penetrandola, entrò in una piccola grotta di cui non ne avevano mai notato l’esistenza. Fu proprio in quel momento che successe il miracolo: una piccola luce, seguita da una sagoma umana, si levò da un mucchio di rocce e, come racconta l’architetto ingliese, quando ebbe una visione più chiara della figura vide che si trattava di un “vecchio vestito con una veste bianca”.
Per fortuna, le guida riuscirono a comunicare con il vecchio ma, sebbene l’esploratore e le sue guide non parlassero un linguaggio comune, Stacy-Judd fu informato da loro – tramite segni – che l’uomo era un prete Maya che stava custodendo un tesoro. Ma non è tutto: gli confidò che li aveva visti con la sua chiaroveggenza e sapeva che si erano persi. Gli venne anche detto che il sacerdote aveva 1000 anni; un’esagerazione per Stacy Judd ma riteneva che di certo avesse “ben più di cento anni”.
Alla fine, il sacerdote li guidò fuori dalla grotta. Gli uomini furono molto grati e chiesero all’eremita dove vivesse, l’eremita disse loro che la grotta era la sua casa e che emergeva ogni pochi mesi. Quando gli fu chiesto come è riuscito in questi anni a sopravvivere dentro la caverna, come ha trovato cibo e acqua da bere, disse che era curato da amici che vivevano nella bellissima città interna nel profondo della Terra.
Stacy-Judd scrisse che dopo che erano usciti dalla grotta vennero fatte delle foto insieme a questo sacerdote e che premette alcune monete nelle sue mani avvizzite, non nel senso di una ricompensa, “ma semplicemente come una piccola espressione del nostro apprezzamento ”.
CAP. 3 – IL REGNO DI AGARTHA E DI SHAMBALLA
IL REGNO DI AGARTHA
Secondi i miti, i testi antichi e le testimonianze dirette, all’interno del pianeta Terra esiste un luogo in grado di ospitare la vita. Il nome più attribuito a questo territorio è il Regno di Agartha, una società sotterranea abitata da una popolazione evoluta dotata di una saggezza e di una tecnologia ben superiore all’uomo di “superficie”.
Gli accessi per Agartha sembrerebbero numerosi: l’Antartide, il Polo Nord, il Tibet, il Perù, l’Italia e tanti altri luoghi che, di volta in volta, sono stati identificati come punti di ingresso per entrare nelle viscere di questo regno sotterraneo.
Qui dimorerebbe il Re del Mondo, colui che rappresenterebbe l’Uno, ed influenza la coscienza globale e le energie terrestri. Secondo quanto riportato, ad Agartha esiste una religione unica, in grado di porre l’uomo in totale comunione con Dio. Tutte le grandi religioni attuali trarrebbero le loro origini proprio dalla religione primordiale di Agharta, così come tutte le tradizioni terrestri sarebbero in fondo solo adattamenti della grande tradizione primordiale Agarthiana.
Una prova concreta della reale esistenza del Regno di Agartha, è presente attraverso la testimonianza diretta dei due viaggiatori astrali Anne Givaudan e Daniel Meurois, attraverso il libro bestseller “Viaggio a Shamballa“. In questa lettura, i due narratori raccontano le vicende di un incredibile viaggio affrontato in uno dei loro numerosi viaggi astrali, in compagnia di una guida che, nel corso del libro, si rivelerà essere proprio un abitante di Shamballa: Djwal Koll.
Con il suoi aiuto, i due viaggiatori verranno condotti nelle terre mitiche di Shamballa e nelle profondità di Agartha, dove saranno incaricati dalla stessa assemblea di Shamballa a riportare per iscritto tutte le conoscenze ricevute, in modo da far risvegliare l’umanità da quel torpore antico in cui sono impantanate le Anime umane.
Ma torniamo a noi. In un passaggio del libro, è presente una spiegazione di Djwal Khul sulla reale conformazione della Terra Interna e, quindi, sulla reale composizione del Regno interiore di Agartha. Una spiegazione che renderà chiara la complessità dell’argomento e l’impossibilità di definirne perfettamente le logiche di questo mondo interiore:
“Fratelli, ecco la porta d’accesso al primo dei mondi sotterranei; dico ‘il primo’ perché ce ne sono sette. Sapete infatti che la Terra in realtà è cava come un pallone, un pallone non pieno d’aria ma di un gran numero di forme di vita che si evolvono su vari piani vibratori. Sì, Fratelli: vedete, anche le invenzioni dei migliori romanzieri impallidiscono di fronte a questa realtà, di cui nessun umano ha una giusta idea. I concetti delle società odierne e la loro capacità di assimilazione non vi si prestano: posso tentare di farvene un ritratto con le vostre parole, ma al massimo ne risulterà una caricatura. Sappiate dunque, innanzitutto, che l’insieme dei sette mondi sotterranei può essere conosciuto sotto il nome di Agartha;… È il mondo accessibile a livello di coscienza, e talvolta anche materialmente, ai detentori dell’arte alchemica umana, ma tutto questo è ancora solo l’ABC delle conoscenze legate alla Terra-Madre. A che servirebbe farvi la lista dei sette regni interni del pianeta? A rinforzare una mente che non deve più strutturarsi come ha fatto fino ad ora? A creare nebulose classificazioni, a rinforzare barriere, a rendere ancora una volta impossibile un approccio globale? Oggi, amici, non ci rivolgiamo più agli eruditi studiosi dell’ermetismo, i tempi sono cambiati: c’è anche troppa gente che si dibatte nelle reti del materialismo spirituale, e vi sarà sempre un abisso tra chi studia e chi ama, perché il primo cerca ciò che è fuori da lui e lo accumula, mentre il secondo non può cercare ciò che ha già trovato, perché dai tempi dei tempi è detto che l’Amore è la Conoscenza. Nel seguire il vostro cammino, sottolineerete questo: l’approccio alla luce deve separarsi una volta per tutte dall’oscuro volto dell’occultismo. Ed ora, ricordate ancora qualcosa che non vi sarà di peso: dei sette mondi che ho menzionato, solo quattro possono essere percepibili o almeno concepibili da coloro che portano ancora l’etichetta di ‘umani’; i tre universi centrali costituiscono il ‘nucleo’ del pianeta, e sono fuori portata reale, tranne che per i sette Fratelli più esperti di Shamballa. Non è questione di privilegi, perché lo Spirito realizzato non ne dispensa affatto, bensì una necessità d’ordine vibratorio: ciò non toglie che il nostro Fratello del cuore centrale della Terra possa di quando in quando visitare gli uomini, con lo scopo d’impressionare le anime, instillandovi certe nozioni: le tradizioni orientali lo chiamano ‘Re del Mondo’, appellativo un po’ ingenuo ai nostri occhi, perché una rappresentazione monarchica dei Grandi Esseri legati allo Spirito è puerile.
I miei Fratelli di Shambhalla ed io ve ne parliamo solo perché nessuno di coloro che si muovono alla volta di loro stessi si fermi e si volti, dicendo ‘adesso so’… No, amici, nessuno sa. Persino il Cristo si apre continuamente a maggiori realizzazioni, e libera un po’ di più di ciò che È ogni volta che contempla il Padre Suo… e Suo Padre apre altre porte, ed altre ancora… Così va l’energia del cosmo, eternamente in espansione e tuttavia eternamente perfetta.” Nel dire queste parole, il Fratello Djwal Khul si volge verso di noi e qualcosa di lui ci investe come un’onda di beatitudine. “Fratello, esclama infine uno di noi, riusciremo mai a dire tutto questo? Gli uomini s’ammazzano tra loro e tu ci chiedi di spiegar loro cose che persino tu, forse, esiti a spiegarci.”
Un’altra testimonianza che conferma l’esistenza di una società sotterranea altamente evoluta arriva dal libro “Riunificazione delle popolazioni dell’Interno e dell’Esterno della Terra: Rodon di Agartha parla agli umani della Terra Esterna”.(Acquista QUA la versione in Inglese) Questo libro, canalizzato telepaticamente, spiega in modo dettagliato il legame eterno che esiste tra la popolazione terrestre della “superficie” con quella “interna”.
Sarà proprio Rodon, un cittadino di Agartha, a spiegare alla medium il percorso evolutivo che l’umanità sta affrontando e che, in futuro, dovrà affrontare per fronteggiare al meglio la grande trasformazione spirituale che a breve si manifesterà dinanzi a noi.
In questa particolare testimonianza, Rodon dona numerose informazioni che meritano di essere prese in considerazione con molta attenzione, poiché rivelerà importanti dinamiche sociali con la quale si sviluppa la popolazione di Agarthi:
“Potresti trovarlo sorprendente da sentire. Dopotutto, non va contro tutto ciò che credevi di sapere sulla tua Terra, il tuo pianeta natale? Anche la tua scienza sofisticata non si è occupata molto del tuo pianeta finora. Eppure le leggi fisiche della Terra e il suo posto nell’interazione cosmica erano e sono le sue aree di ricerca preferite. Tuttavia, c’è una popolazione di nome Agartha che vive all’interno della Terra. Fa parte del pianeta. Fa parte della tua casa. “ “La popolazione di Agartha vive in comunità agrarie. Non abbiamo grandi agglomerati urbani. Siamo tutti collegati gli uni agli altri con le nostre capacità telepatiche. È simile a Internet, ma non richiede l’elettronica che utilizzi. Ogni Agarthiano è connesso a questa rete e può dialogare di conseguenza con la propria gente. Abbiamo anche un sistema economico che aiuta le persone a scambiare i propri beni e servizi tra di loro. Anche se abbiamo anche una sorta di valuta, non è paragonabile alle valute della Terra Esterna. È semplicemente un commercio di mezzi che regola i bisogni tra gli Agarthiani. Quando parliamo di ricchezza, intendiamo la nostra realizzazione interiore e il nostro amore per il Creato. Abbiamo a malapena qualche bisogno materiale. Il nostro percorso evolutivo ci ha insegnato a materializzare i nostri desideri e ad assoggettarli al Tutto più grande. Non siamo soggetti a sforzi egoistici. Agiamo come una comunità, come un “NOI”. Svilupperai anche tu il processo evolutivo che ti porterà dall'”Io” al “Noi” nei prossimi decenni. Questo ti renderà compatibile con le famiglie cosmiche e interiori terrestri. Questo obiettivo sarà completamente nuovo per te, ma riunificherà la famiglia umana. La nostra filosofia di vita è ancora opposta alla tua, ma il percorso verso la Luce, con tutte le tue trasformazioni che vi accompagneranno nel prossimo futuro, insegnerà alle civiltà della Terra Esterna modi migliori per vivere.”
IL REGNO DI SHAMBALLA
Il Regno di Shambhala è stato menzionato in molti testi antichi; tra questi il Kalachakra Tantra del Tibet e il Mahabarata indiano. E’ conosciuta come la Terra Pura perché è un luogo accessibile solo dai puri di cuore, ovvero da coloro che hanno risolto il loro karma negativo e aperto il loro cuore all’amore cosmico.
In relazione a questo, nel 1985 il quattordicesimo Dalai Lama espresse: “Sebbene quelli con un’affiliazione speciale possano effettivamente essere in grado di andarci attraverso la loro connessione karmica, tuttavia non è un luogo fisico che possiamo effettivamente trovare. Possiamo solo dire che è una terra pura, una terra pura nel regno umano. E a meno che non si abbia il merito e l’effettiva associazione karmica, non si può effettivamente arrivarci“.
Shamballa è anche soprannominata “La Terra dei Mille Nomi”, poiché nel corso della storia è stata chiamata in diversi modi da molti antichi popoli. Infatti, oltre ai tibetani, anche i russi, i cinesi e gli indiani tramandano leggende simili riguardo l’esistenza di un’antichissima dimora che sarebbe abitata da uomini e donne perfetti, che vivono in costante contatto con la propria Presenza “Io Sono”.
Sul piano spirituale Shamballa è il cuore spirituale del pianeta, è la capitale sacra della Terra, rappresentante di un vasto punto focale di energie che vengono assemblate e riunite per creare una manifestazione adeguata al Suo intento più espansivo: ancorare l’energia di Dio nel cuore dell’umanità.
Tuttavia, per quanto questo luogo presenti non pochi misteri irrisolti, le testimonianze sembrano confermare l’ubicazione nelle alture himalayane dell’Asia. Ma chiariamo: per quanto Shamballa venga localizzata generalmente sulle vette imponenti dell’Himalaya, è comunque una componente e, principale esponente, del Regno sotterraneo di Agartha.
Secondo le descrizioni tibetane, il Regno di Shamballa ha la forma di un gigantesco loto a otto petali. Tra gli otto petali del loto ci sono otto catene montuose inferiori lungo le quali scorrono i fiumi di Shamballa. All’interno di questo anello interno di montagne, leggermente rialzato sopra i petali del loto, si trova Kapala, la capitale di Shamballa. Stiamo parlando di una città eterea, occupata da magnifici palazzi costruiti con metalli preziosi come oro, argento, smeraldi, perle, turchesi, coralli e materiali ancora sconosciuti dal genere umano.
Nicholas Roerich (1874-1947), un noto esploratore russo, scrisse che Shamballa era situata nelle vicinanze del Deserto del Gobi. Viaggiò attraverso la Mongolia e la Cina fino ai confini del Tibet dove, durante una conversazione con un Lama, gli venne riferito:” La Grande Shamballa è il potente dominio celeste. Non ha niente a che fare con la nostra Terra. Solo in alcuni luoghi, nell’estremo nord, puoi discernere i suoi raggi splendenti”. Affermò che l’ingresso era nel profondo delle alte montagne, confidandogli una piccola profezia che, come vedremo nei prossimi capitoli, riprende alla perfezione gli insegnamenti diffusi da altri testimoni diretti: “Shamballa è sempre vigile nella causa dell’umanità: vede tutti gli eventi della terra dal suo “specchio magico” e la potenza del suo pensiero penetra in tutte le terre lontane. Innumerevoli sono gli abitanti di Shamballa. Numerose sono le splendide nuove forze e conquiste che si stanno preparando per l’umanità“.
Ulteriori conferme sull’esistenza del Regno di Luce di Shamballa, arrivano dal libro del Lama tibetano Lobsang Rampa “Una visita nelle terre di Agartha”. NOTA: puoi scaricarlo gratis dal suo sito ufficiale QUA. In questo libro, il Lama tibetano racconta le vicende di un viaggio ai limiti della realtà in cui viene accompagnato verso le profondità di Agartha dal suo maestro e guida Mingyar Dondup.
Tuttavia, desidero precisare con forza che, da quanto sostenuto fermamente dall’autore, gli eventi descritti sono tutti fatti realmente accaduti. Egli descrive la Città Celeste con queste parole:
” La capitale di Agharta è la città eterica di Shamballa la quale è la più elevata espressione di questa civiltà interna e vibra su frequenze astrali. Qui è concepita e istituita l’idea creativa ed il programma astrale per le Terre in evoluzione. A Shamballa dimorano straordinari esseri che vibrano alle più alte frequenze dell’Universo. Essi sono esseri liberi, padroni della vita. Essi costruiscono il destino. Costoro vestono abiti sontuosi e leggeri di bellezza e arte incomparabili, impreziositi con oro e arabeschi multicolore. Essi sono di statura più alta della media umana con forti e fondamentali caratteristiche che potrebbero somigliare a quelle della gente della Polinesia. Sfortunatamente, noi non eravamo puri abbastanza da visitare Shamballa. Anche se eravamo in grado di trascendere lo stato vibrazionale della superficie del nostro mondo per entrare in Agharta, eravamo ben lontani da quelle pure anime che vivevano a Shamballa”.
Nel libro “Viaggio a Shamballa” citato già nel paragrafo precedente, ritroviamo per ovvi motivi una descrizione dettagliata della Città di Luce e della sua architettura quasi irreale. Preciso anche in questo caso che, secondo quanto sostenuto dai due autori Anne Givaudan e Daniel Meurois, i fatti presenti sono tutti eventi realmente accaduti.
“Sono certamente cupole che formano, nell’insieme, una specie di struttura architettonica bellissima che unisce meravigliosamente in sé la Terra, l’Aria e un Fuoco sottile; che dire d’altro? Tutto pare così smisurato anche in confronto alle migliori opere dell’uomo che conosciamo… È la luce stessa, ad esser stata scolpita? È la montagna, animata da un alito solare, a generare quella vita? Forse l’uno e l’altro. Ma per quale suprema energia, per quale senso armonico? Arriviamo rapidamente davanti ad un porticato, oltre il quale luccicano alcune delle costruzioni che avevamo intravisto, con le cupole, i colonnati ed i muri virginei: l’insieme ha la nobiltà d’un vero palazzo, nonché la sua semplicità, perché neppure un’idea di lusso ci sfiora la mente. Inoltre esso appare come un logico sviluppo della Natura, la materializzazione dell’idea del Bello, al di fuori d’ogni superfluità. È davvero possibile tutto questo sulla Terra? Dove siamo? Le linee greche, mongole, azteche si combinano nella più perfetta armonia, sposandosi sotto le vaste cupole aeree e quasi traslucide: non ci resta che fermarci ad ammirare. Nulla a che vedere con l’architettura futurista: qui hanno attinto alle fonti del Vero, di ciò che è totalmente presente in abbondanza, come sospeso nel cosmo. Il materiale usato per la costruzione ci è sconosciuto, e fa pensare alla pietra, sebbene non lo sia: forse solo l’alabastro potrebbe reggere un poco il confronto… ma un alabastro così vivo… luce condensata… pensiero cristallizzato d’un Essere puro… Ci costa una gran fatica volgere lo sguardo altrove, perché la sua struttura sembra appartenere a un mondo diverso”.
LA PRIMA FOTO UFFICIALE DI SHAMBALLA
Intorno alle leggende di Shamballa, molti sono stati i pittori e gli illustratori che hanno usufruito della propria creatività per meglio rappresentare questo Regno Perduto. In particolar modo in Oriente, possiamo ritrovare numerose illustrazioni in cui l’uomo, nel corso dei millenni, ha cercato di rappresentare al meglio la perfezione materiale ed eterea di Shamballa. Ma anche se alcune di queste opere artistiche siano riuscite nell’impresa di immortalare questa perfetta creazione, una prova tangibile capace di soddisfare lo scetticismo di una mente dubitatrice non si era mai ancora presentata nel corso dei secoli.
Ragionando razionalmente, non poche sono state le persone ad aver avuto l’onore di accedere a Shamballa nell’ultimo secolo. Tuttavia, nonostante la tecnologia disponibile nessuno è mai riuscito ad immortalare questi luoghi sacri, e non perché non ne fossero capaci, ma perché non ne erano autorizzati.
Ebbene, sono onorato di portare all’attenzione una delle prime prove tangibili – se non la prima al mondo – dell’esistenza di Shamballa, dove un testimone italiano ha avuto, per gentile concessione da parte del Re del Mondo Anirudha, la possibilità di immortalare il Templio di Shamballa Minore.
Questa foto è stata scattata da Francesco Boemi, in arte Francesoji Mikado, un maestro illuminato italiano che da molto tempo diffonde il Verbo di Shamballa nelle vesti di suo Messaggero, il quale ringrazio con tutto il cuore per aver prontamente partecipato al progetto di questo libro, fornendo preziose informazioni sulla magnificenza di questo regno eterico. NOTA: l’intervista è presente nel capitolo 5.



Figura 4: L’immagine che ritrae questo templio di Shamballa è reperibile anche sul profilo Facebook di Mikado Francescoji (QUA)
Con un minimo di attenzione si intuisce subito che questa foto non è un falso. Per quanto riprodotta in bianco e nero, i dettagli presenti – come i riflessi dell’acqua – chiariscono immediatamente la veridicità di questo scatto.
Per di più, è innegabile come questo templio non sia presente sulla superficie, perché siamo onesti: un struttura architettonica così imponente e meravigliosa sarebbe ammirata da qualsiasi popolazione del pianeta.
I materiali sono di un bianco così levigato che, nella mia memoria, non vi è alcun ricordo di un materiale così perfetto nella società odierna; andando a confermare la descrizione di Anne Givaudan e Daniel Meurois in cui si parla di un materiale da costruzione sconosciuto “che fa pensare alla pietra, sebbene non lo sia”.
Ma c’è di più: se si pone attenzione alla foto, si può notare che in cima alla scalinata del templio è presente una sagoma che, da quanto si può intravedere, ritrae un corpo di natura eterica. Come ci spiega Francescoji, quello è l’Illuminato Zeus, Guida dei Sacerdoti dell’Ordine di Melchisedek.
Ho anche chiesto informazioni sulla natura della foto, cercando di capire la motivazione per cui lo scatto si presenta in bianco e nero. Ecco cosa mi ha risposto Francescoji in merito a questo : “Il bianco e nero rappresenta l’antico o il tempo immortale di Shamballa o paradiso perduto. La bellezza non deve essere tramandata da una foto a colori, ma ciò che la foto immortala, il cuore del Paradiso Perduto dall’essere umano che lo ritrova prima nella sua Shamballa interiore e poi in quella materiale che possiede porte in ogni punto del mondo, affinché chi si Risveglia possa rientrare a casa”.
CAP. 4 – FACCIAMO ACCESSO DENTRO IL REGNO DI SHAMBALLA
IL PIANO VIBRATORIO DI SHAMBALLA
Il Regno di Shamballa vive su un piano vibratorio superiore che rimane invisibile per la maggior parte delle persone. Potremmo considerarlo un luogo eterico che possiede materialità. Tuttavia, data la complessità di questo concetto, ho deciso di riprendere ancora una volta un passo del libro “Viaggio a Shamballa” in cui sarà proprio un suo cittadino a spiegare la reale dimensionalità del Regno.
“Tutto ciò che vedete qui, Fratelli, si trova in una zona eterica del nostro pianeta. E vi rendete ben conto che ‘eterica’ non significa ‘immateriale’!…Vi trovate in quella contrada che è il cuore della Terra: senza questo luogo, ogni vita degna di tal nome sarebbe del tutto disorganizzata ed il pianeta andrebbe verso uno stato di inaridimento. Questo cuore vibra su tre frequenze essenziali: ricordatevi questo particolare, che vi permetterà di capire molte cose. Queste tre frequenze (o tre lunghezze d’onda, per usare i vostri termini), danno luogo a tre tipi di manifestazione, a tre forme di vita. Sono anche tre vie per raggiungere l’ultima luce. Dovete capire che mi riferisco anche a tre piani d’esistenza, che contemporaneamente si sovrappongono e s’interpenetrano. Sono dette Agartha, Regno dell’Alto Re Go e Shambhalla. La loro azione può essere identificata a quella dei semi, corpo anima e mente di ciò che nasce in ogni momento dalla terra. Lungo il cammino che vi ha portati qui, le vostre anime hanno scorto per un attimo un’alta, ricca e verde vallata, incassata fra le solitudini di ghiaccio: essa esiste davvero nella dimensione fisica del vostro pianeta, sebbene la vita umana in quel luogo si svolga soprattutto sul piano eterico. Pochi uomini sono coscienti dell’esistenza d’un simile luogo impenetrabile, alla superficie d’un mondo di cui si credono padroni. Le leggende hanno situato questa contrada nel deserto di Gobi, verso le sabbie di Shamo: le leggende dicono il vero, ma è bene lasciar loro il fascino dell’imprecisione. Certi elementi geografici non figurano ancora sulle carte umane, e non per timore di qualche visita, ma perché la purezza assoluta si sviluppa solo nella discrezione.[…] Dovete soprattutto sapere che nel corso dei millenni sono state erette barriere mentali che rendono irraggiungibile la porta di questo regno, che è quello del Re Go: sono in grado di far impazzire tutte le bussole del mondo fenomenico, e di deviare i percorsi umani della logica e del ragionamento. Soltanto chi ha purificato il corpo avendo profondamente operato sul proprio cuore può penetrarvi e viverci: sono coloro che hanno deciso di restare sulla Terra fintantoché anche uno solo dei fratelli umani non avrà capito la supremazia della legge e dell’Amore; è il paese dei Buddha, la base d’un popolo che progredisce ancora, e che si diffonde ciclicamente sulla superficie del globo per agire concretamente. “
IL RE DEL MONDO
Secondo alcune tradizioni orientali, i Regni spirituali di Agartha e Shamballa vengono guidati da un’entità altamente evoluta chiamata Re del Mondo o Maha della Terra.
Come ci spiega René Guénon nel libro “Il Re del Mondo”: “Egli è un mediatore fra umanità e divinità, un essere che attraverso la sua saggezza ha acquisito doti semi divine”.
Secondo le informazioni presenti nel testo sacro del Kalachakra, l’attuale Re del Mondo si chiama Aniruddha (1927-2027), conosciuto come “Colui che attira e soggioga i tre mondi”. Ad ogni modo, per portare chiarezza nella mente e far arrivare all’attenzione l’estrema potenzialità di questo testo sacro, la profezia sostiene che durante il Regno di Aniruddha il buddismo subirà un grave colpo e si troverà in un momento estremamente critico in cui rischierà l’estinzione. E, infatti, è ciò che avvenne: nel 1950 la Cina occupò militarmente e politicamente le terre del Tibet, costringendo i tibetani buddisti a fuggire dalla loro terra natia per evitare le atrocità della dittatura cinese. Lo stesso Dalai Lama dovette allontanarsi dal Tibet e chiedere asilo politico in India, dove risiede ancora tutt’oggi.
Come riporta Mikado Francescoji nel suo libro “Tre anni a Shamballah con Babaji il Cristos indiano” (Puoi acquistarlo QUA) i successivi Re del Mondo descritti dal Kalachakra saranno:
“23. Maheshvara (2127-2227) – Conosciuto come “Trionfante sulle armate dei demoni”.
“24. Anantavijaya / Anantajaya (2227-2327) – Conosciuto come “Detentore del Vajra”.
“25. Raudra Chakrin, o Rudrin Chakrin (2327- ?) Il Re del Mondo la cui venuta è stata profetizzata per aiutare gli esseri umani di questo mondo. Nel 2424 si manifesterà per sconfiggere la degenerazione, salvare il pianeta dalla distruzione e inaugurare un periodo d’oro di pace e prosperità per tutto il genere umano. Egli è l’ultimo Re di Shamballa profetizzato dal Tantra di Kalachakra”.
Una descrizione del Re del Mondo è presente anche nel libro “Viaggio a Shamballa”, in cui la Guida Djwal Khul descrive il potere divino di questo Essere:
“Voglio dire che il Maha della Terra, come lo chiamano a volte, ha soprattutto la nobiltà d’un vero servitore dell’Uno; se alcune opere testimoniano delle sue apparizioni su di un maestoso elefante bianco, è per meglio colpire l’immaginazione della gente, imprimendosi profondamente nella memoria di coloro che cominciano ad ascoltare. Ci sono uomini la cui felicità consiste nell’averlo incontrato nei deserti infuocati o di ghiaccio, nella più significativa semplicità e per uno scopo preciso; le sue apparizioni però sono sempre brevi. In ultimo, il suo compito è di preservare l’incredibile sapere annesso all’intera evoluzione della Terra: potete vederlo un po’ come il guardiano delle mutazioni planetarie, e l’esperienza che acquisisce nel corso di questo suo compito servirà alla creazione d’altri mondi per la felicità di tutti. Il ‘Maha’, Fratelli, è già da adesso un ponte con i miliardi d’anni ‘a venire’, e sarà un ingranaggio del motore dei tempi che saranno generati e scoperti. Un altro suo compito è il mantenersi costantemente in rapporto con gli esseri responsabili del quarto mondo, che sono in dodici e fungono anch’essi da ponte, mettendo in armonia la Terra con le influenze planetarie maggiori, ma il loro lavoro è troppo inconcepibile per potervelo spiegare ora; non dovete perdervi in queste considerazioni, anzi, cancellatele dalla memoria se volete”.
LA PROFEZIA DI SHAMBALLA
Come accennato in precedenza, esiste una profezia sul futuro dell’umanità che riguarda Shamballa e il Re del Mondo: secondo Il Kalachakra, in questo momento a Shamballa sta regnando il ventunesimo Kulika: Aniruddha. La profezia dice che durante il regno del venticinquesimo Kulika il pianeta verrà travolto da un conflitto di proporzioni gigantesche, preceduto da grandi carestie, epidemie e disastri naturali di ogni tipo.
Durante quest’epoca l’umanità perderà quasi completamente il senso della spiritualità, essendo in vigore unicamente la legge del più forte e del materialismo spinto. Allora i “barbari” che seguiranno queste ideologie saranno uniti da un malvagio despota e, quando non ci sarà più niente da conquistare, le fitte nebbie si solleveranno e riveleranno le montagne innevate di Shamballa.
I barbari allora attaccheranno la lucente città – l’unico luogo puro e intatto rimasto in un mondo avvolto dalle tenebre più oscure – con un esercito dotato di armi terrificanti. Sarà allora che il regno di Shamballa sarà costretto a rivelarsi per salvare l’umanità. L’esercito guidato dal Rudrachakrin – l’imperatore universale, chiamato anche “il Re del mondo” – uscirà dai confini del magico regno per affrontare in guerra il malvagio esercito.
Il segno dell’avvenimento verrà dato da “grandi ruote di ferro che scenderanno dal cielo”: queste saranno le terrificanti armi di Shamballa. I cruenti combattimenti avverranno nei pressi della Mecca, in Persia (Iran) e in Turchia. Verranno usati mezzi bellici molto potenti e sofisticati ma, alla fine, Shamballa otterrà la vittoria e trasformerà la Terra in un nuovo paradiso, inaugurando così una nuova e duratura “Età dell’oro”.
LA GERARCHIA DI SHAMBALLA
Sul pianeta esiste un Governo spirituale che ha sede a Shamballa. Questa struttura organizzativa rappresenta una “fraternità” di Esseri Ascesi da tempo dedicata alla Salvezza finale dell’umanità e all’istituzione della Legge Divina su questo piano tridimensionale. In altre parole, la sua missione è l’accelerazione del processo evolutivo del pianeta Terra, in modo da redimere l’umanità dall’ignoranza e condurla alla Saggezza, alla Luce e all’Immortalità.
In epoca moderna una delle prime fonti, se non la prima, che ha rivelato alla nostra società l’esistenza di questo Gruppo è stata Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) che li ha chiamati “Maestri tibetani” o “Mahatma”; poi Charles Webster Leadbeater (1854-1934) e Max Heindel (1865-1919) che li hanno chiamati i “Fratelli maggiori” ed infine l’ultima che ne ha rivelato estesamente l’esistenza è stata Alice Ann Bailey (1880-1949) con il marito Foster Bailey (1888-1977) che li hanno chiamati “Maestri di Saggezza”, i quali hanno diffuso le elevate Conoscenze rivelate dal Maestro di Saggezza Tibetano Djwan Khul attraverso una collana di libri iniziatici, in cui è stato spiegato nei dettagli come è composto questo Gruppo di grandi Esseri e le loro motivazioni.
I membri della Gerarchia Spirituale lavorano tutti insieme in amore, armonia e unità a beneficio del collettivo. Sono i Guardiani dell’umanità, i Custodi dell’Energia di Dio. Sono la divina espressione di una struttura organizzativa da cui si diramano tutte le influenze energetiche planetarie affinché l’Uomo possa riappropriarsi della sua Divinità Interiore.
Coloro che ricoprono i ruoli della Gerarchia Spirituale sono considerati tra gli esseri più evoluti presenti sul pianeta Terra, quali Gesù, Babaji, Saint Germain, Morya o Maria Maddalena. La sua struttura organizzativa presenta non poche complessità ma, per spiegare con semplici parole questo sistema di potere, può essere descritta così: la Gerarchia di Shamballa è un governo spirituale che è formato da vari dipartimenti e ruoli diversi. Questi incarichi sono permanenti, ma quelli che li ricoprono cambiano di volta in volta, così come le posizioni di presidente o primo ministro nei governi umani.
Come ci viene riferito nel libro “Esteriorizzazione della Gerarchia” di Alice A.Bailey:
“La Gerarchia dirige gli eventi mondiali nella misura in cui il Genere umano lo consente – poiché il libero arbitrio e la libertà di decisione del Genere umano non possono essere ignorati -, in modo che la Coscienza in sviluppo possa esprimersi sviluppando forme sociali, politiche, religiose ed economiche adeguate.
Essa dà l’indirizzo: getta Luce, esercita un’impressione su coloro che sono in contatto con essa, e mediante l’afflusso di idee e con la rivelazione influenza in modo definito la tendenza degli affari umani”.
Un’altra descrizione illuminante della Gerarchia Spirituale la ritroviamo nelle pagine del libro “ Trattato dei Sette Raggi –
“Noi operiamo e viviamo negli stadi iniziali del periodo nel quale si sta preparando l’emergere della Gerarchia nel mondo degli uomini. Attualmente quest’apparizione si attua puramente sui livelli Mentali; ma quando la Forma-
pensiero dell’esistenza exoterica sarà creata dall’Umanità stessa e il grido evocativo sarà abbastanza intenso, allora il Grande Ashram farà lentamente la sua comparsa sul Piano fisico.” (pag. 382).
“Nel frattempo la Gerarchia si orienta verso un rapporto più stretto con l’Umanità e verso una riorganizzazione interna che renderà possibile ammettere un gran numero di Discepoli nel grande Ashram”. (pag. 383).
I MAESTRI ASCESI E LA STRUTTURA DELLA GERARCHIA DI SHAMBALLA
L’esoterismo postula che Dio è la somma totale di tutte le leggi, e di tutte le energie governate da queste leggi che costituiscono ogni cosa nell’universo manifestato e non manifestato – tutto quello che vediamo e che non possiamo vedere. L’uomo, dal suo canto, è una Scintilla di Dio, uno spirito che esprime se stesso attraverso la sua Anima (o il Sè più alto) e una personalità che è composta dei corpi mentale, emotivo e fisico.
Vita dopo vita, la Legge di Causa ed Effetto (o karma) attira l’anima a reincarnarsi fino al momento in cui, gradualmente, l’individuo è capace di esprimere (lui o lei) la sua innata divinità. Gli stadi di questa progressiva padronanza di sé sono marcati da grandi espansioni di coscienza, conosciute come Iniziazioni. La vita di Gesù ha rappresentato simbolicamente le cinque iniziazioni nella nascita, nel battesimo, nella trasfigurazione, nella crocifissione e risurrezione. (Per maggiori informazioni: Che cos’è il karma: la guida completa oppure L’Anima è immortale: come funziona la reincarnazione)
Un individuo che riceve la quinta iniziazione (risurrezione) è chiamato un ‘Maestro’, ciò significa che è passato attraverso tutte le esperienze che la vita offre in questo mondo e, nel processo, ha acquisito una padronanza totale di sé stesso. Come tale, non ha bisogno d’incarnarsi ulteriormente, ma può ritornare volontariamente come atto di servizio per l’umanità e per il Piano di Dio.
I Maestri Ascesi, costituendo insieme la Gerarchia Spirituale, sono i custodi del Piano Divino per questo pianeta. Sono Loro che hanno ispirato grandi compimenti umani durante tutta la storia, lavorando attraverso i Loro discepoli in tutti i campi dello sforzo umano. I Maestri guidano e insegnano, ma è l’umanità stessa che, rispondendo con la sua propria libera volontà al Loro stimolo, crea le strutture che formano la nostra civiltà.
I Maestri non appartengono a nessuna religione specifica, ma con la loro radiazione trasmettono ispirazione, ideali, buoni sentimenti e progetti di lavoro altruisti per sostenere tutte le religioni e la totalità dell’umanità. Ciò perché essi sono totalmente accoglienti e non discriminano mai nessuno, poiché in Loro abita il principio unitario dell’Uno in cui tutto e tutti rappresentano la diretta espressione di Dio.
Attraverso i secoli Esseri della Gerarchia Spirituale si sono incarnati sulla Terra svelando le verità sulla vita, aiutando, guarendo e incoraggiando gli esseri umani. Questa Gerarchi Spirituale lavora in perfetto ordine, raggruppandosi in Sette Logge, ognuna delle quali ha le caratteristiche di uno dei Sette Raggi.
Per arrivare a essere Maestro e appartenere alla Gerarchia Spirituale bisogna: passare attraverso tutte le esperienze che possono vivere gli esseri comuni, sperimentarle e acquisirne la maestria, vedere la verità essenziale contenuta in tutte le cose per trasformarsi in un centro da cui si propagano le qualità di Dio, aver realizzato e tenere sveglio il Cristo Interiore manifestandolo a beneficio di tutti gli uomini, aver realizzato completamente la Legge del Perdono di fronte ad ogni aggressione personale subita e, infine, essere una persona compassionevole e misericordiosa che desidera, prima di ogni altra cosa, aiutare l’umanità nella sua evoluzione. Per raggiungere tutto ciò bisogna avere un controllo completo sulla mente, sulle emozioni e sul corpo fisico, cioè essere una Corrente di Vita totalmente perfetta.
I 7 CHOHAN DI SHAMBALLA
Per comprendere la composizione strutturale delle sette logge – che costituiscono parte della Gerarchia Spirituale – è indispensabile capire che l’Energia di Dio si suddivide in sette spettri di frequenza delineati da sette specifici colori, alla quale è incaricato ad ognuno di essi un Chohan di Shamballa.
Un Chohan è un Maestro Asceso che ha superato la sesta iniziazione e che, data la sua immensa realizzazione, assume il reggimento di uno dei sette Dipartimenti dei Sette Raggi, collegati ai Segni Zodiacali e ai pianeti usati in Astrologia.
E’ bene precisare che man mano che questi esseri evolvono, passano a livelli di servizio superiori, venendo sostituiti da coloro che hanno raggiunto il livello necessario. Difatti, al di sopra di queste logge vi sono altre gerarchie ancora più evolute con compiti e responsabili ancora più grandi.
Ovviamente, per rendere questa lettura scorrevole e del tutto comprensibile, ho deciso di limitarmi ad approfondire i sette Chohan dei Raggi, ovvero un Dipartimento Spirituale che sembra avere l’ultima parola nella maggior parte delle decisioni importanti. Sono quelli che hanno l’autorità di distribuire sovvenzioni a beneficio dell’umanità o restrizioni quando le civiltà abusano dei privilegi delle loro opportunità di evoluzione.
Ogni Raggio possiede caratteristiche ben distintive dell’Energia di Dio, un pò come le qualità energetiche dei chakra. Ad ogni modo, questa è la struttura organizzativa dei 7 Chohan di Shamballa:
1° Raggio – Maestro El Morya
2° Raggio – Lord Lanto, assistito dai Maestri Kuthumi e Dwjal Khul
3° Raggio – Maestro Paolo il Veneziano
4° Raggio – Lord Serapis Bey
5° Raggio – Maestro Hilarion
6° Raggio – Lady Nada (la Madonna) con Lord Sananda (Gesù), la sua fiamma gemella.
7° Raggio – Maestro Saint Germain
Non subentro nei dettagli poiché servirebbe un libro intero per comprendere ogni caratteristica distintiva dei Sette Chohan. Tuttavia, voglio dipingere il Quadro di Shamballa con qualche ulteriore sfumatura, in modo da esplicare con maggiore facilità la struttura organizzativa della Gerarchia.
Al di sopra, dei Sette Chohan è presente il Maha Chohan, ovvero Colui che inquadra e incasella le forze cosmiche nella vita planetaria secondo il frutto dello Spirito Santo. Questa figura spirituale forma insieme al Maha della Terra e al Cristo la fusione definitiva con i mondi angelici, sottili, cosmici e divini. Sono il Ponte al Tutto, alla Creazione che avvolge le galassie e agli universi esistenti. L’ufficio del Maha Chohan è ricoperto da Paolo il Veneziano che è anche Chohan del Terzo Raggio.
Tuttavia, data la complessità delle informazioni ritengo inutile continuare a cibare la mente da tali spiegazioni, poiché si creerebbero inutili classificazioni che comprometterebbero la comprensione dei Principi di Shamballa. Piuttosto, ora, desidero farti immergere nelle parole di un Illuminato italiano che, da ormai più di un decennio, veste nelle spoglie di Messaggero di shamballa e che, sicuramente, donerà informazioni preziose sulla magnificenza di questo Regno: Mikado Francescoji.
CAP. 5 – MIKADO FRANCESCOJI: IL MESSAGGERO DI SHAMBALLA
Descrivere un’Anima Illuminata non è facile. Si rischia di far passare una entità pura, genuina e libera dai vincoli dell’ego e del karma, come qualcosa di teatrale, quasi di natura fenomenica, che si fa protagonista di storie esagerate e del tutto inventate.
Francesco nasce a Roma e, all’età di 5 anni, risveglia una delle sue vite passate nelle vesti di Mikao Usui Sawaguchi, figlio dell’Imperatore Komei-tennò e di Doshika Sawaguchi, sostenendo di essere uno dei custodi immortali del Reiki Fuji, l’insegnamento esoterico per eccellenza dell’impero giapponese.
Dall’età di sette anni, sostiene di essere cresciuto in astrale insieme a Babaji e altri Componenti della Famiglia Reale Imperiale in dei luoghi eterici presenti a Shamballah.
Nel 1995, dopo una vita dedicata alla Metafonia o contatto con l’aldilà attraverso un semplice registratore, apre su invito dei Maestri Spirituali un’associazione chiamata “La Porta del Paradiso”, il suo fine è fondere in perfetto amore tutti gli insegnamenti Cristici risvegliati e altri gradualmente in fase di esplosione…con l’unico fine di dare il suo contributo come Strumento Spirituale-Cristico affinché avvenga una giusta evoluzione umana.
Nel 2003-2005, dopo aver viaggiato in lungo e in largo in Giappone, diffondendo il suo verbo attraverso libri, corsi e video, si dichiara ufficialmente il primo illuminato del terzo millennio, ispirando le persone a cercare una Spiritualità non presente nel quotidiano e a condurre una vita in contatto diretto con il proprio karma o destino.
Dopo questa prima fase, Francesco inizia a viaggiare in Mongolia, Siria, India e, infine, sulle alte vette dell’Hymalaya dove lì, nel 2009, incontrerà Mahamuni Babaji e riceverà proprio da lui la carica di “JI”, ovvero la massima espressione di Rispetto divino che un essere umano può assorbire come riconoscimento Spirituale-Cristico e l’ufficialità di essere il nuovo Messaggero di Shamballa.
Come spiega Francescoji nel libro “Il Messaggero di Shamballah”:” Tutto è iniziato nel 2003. Prima di quella data, la mia esistenza in Francesco Boemi, in arte Mikado Francesco, era colma di soddisfazioni. Successe all’improvviso con l’esplosione di una semplice operazione di calcoli alla colecisti che si trasformò velocemente e senza controllo, nella più incredibile infezione al centro dello stomaco. Vissi materialmente e spiritualmente circa tre anni di puro inferno. Al termine di questo infuocato periodo, il chirurgo che mi aveva operato, confidò a mia moglie Grazia, che le cure erano inefficienti e mi era ormai rimasto poco tempo di vita. Non c’era il tempo di fare terapie come la chemio o altre cure mediche. Quello che successe in quella misteriosa e mistica notte del 9 giugno del 2005 è stata la causa primaria di questo libro: uscii fuori dal mio stanco corpo, lo vidi e mi venne spontaneo inchinare il capo come forma di rispetto per ciò che mi aveva permesso di vivere. Mi guardai intorno e vidi una luce a circa cinquanta metri di distanza che si avvicinava sempre più verso di me. Fu un attimo di esplosione e da essa uscì la figura smagliante di Gesù il Cristo che mi veniva incontro a braccia aperte con il più splendente dei sorrisi. Mi abbracciò e mi parlò a lungo. Al termine mi disse di ritornare indietro perché aveva bisogno di me: “Fratellino mio, abbiamo concesso al Male numerose battaglie, ma ieri abbiamo vinto la guerra. È stata sicuramente una tra le più terrificanti di tutti i tempi e l’umanità ha bisogno di tempo per neutralizzare le potenti vibrazioni lasciate nell’aria. Questo è il motivo del perché ho bisogno di te. Devi ritornare indietro e lasciare libera la tua irreale luce. Devi inoltre incontrare e purificare karmicamente tutti i componenti della nostra amata Famiglia Cristica. Al termine di questo processo, dovrai superare le prove che dimostreranno al mondo intero che “sei ciò che affermi di essere”. – Gesù, cosa devo fare e dove devo andare? – ”Ti aspetto prima nella Terra Promessa (Kashmir-Srinagar) per il mio ufficiale risveglio; entrerai successivamente all’interno di grotte divine (India). Ti accompagnerò alla Terra dei Puri (Pakistan) per abbracciare la nostra amata Madre, sarai rappresentante dell’invisibile e amato Regno della Luce (Shamballa). Vai e sappi che da questo momento tempeste ed uragani, saranno leggeri…”
Negli anni a venire, Mikado Francescoji pubblicherà due libri sul Regno mitico di Shamballa e sulle sue numerose esperienze mistiche che lo hanno portato alla completa realizzazione della sua Presenza Io Sono.
“Io Sono il Messaggero ufficiale di Shamballa, Oracolo di Mikado Nintoku-tennò e Componente immortale della Dinastia Cristica. Mi è stato concesso di donarvi l’Energia Neutrale che respirano tutti gli Illuminati al fine di purificare il vostro karma e “risvegliare” l’Amore Incondizionato dormiente in noi”.
L’INTERVISTA A FRANCESCO BOEMI, IN ARTE MIKADO FRANCESCOJI
Ciao Francesco, innanzitutto ti ringrazio dal profondo del cuore per la tua disponibilità e la semplicità con cui hai acconsentito ad aiutarmi in questo complesso progetto. Potresti spiegarmi la struttura del Regno di Shamballa e del Regno di Agartha?
Ciao Riccardo, con molta gioia. Ti mando la pianta nuova da me fatta con la benedizione di Re Aniruddha nel 2010.



Shamballa e Agartha sono la stessa cosa o rappresentano due territori ben diversi?
Sbaglia chi pensa che Agartha e Shamballa sono la stessa realtà. Come si può vedere dalla mia piantina, sono due regni diversi. Possiamo identificarli come due realtà insite in un mondo sotterraneo che visto esternamente manifestano la realtà della Repubblica di S. Marino e quella del Vaticano all’interno dell’Italia.
Qual è la città capitale di Shamballa?
Anticamente era Kalapa. Oggi si chiama Amor.
Quali razze dimorano ad Agartha e a Shamballa?
Gli abitanti di Agarthi sono karmicamente il rovescio della medaglia di Shamballa, molto vicini all’illuminazione. Sono bambini, donne e uomini di straordinaria bellezza, tra di loro vi sono extraterrestri e “discendenti oscuri” di civiltà come quelle di Atlantide, Maya, Etruschi, Atzechi e altre. La Shamballa di oggi è divisa in due: quella minore composta da 33 milioni di Illuminati “minorenni” che sono quelli che si sono risvegliati esternamente o ad Agarthi attraverso una vita ascetica che li ha portati a vivere il Digiuno Cristico composto da sola acqua, silenzio e preghiera. La Shamballa Maggiore è composta da 21milioni di Illuminati Maggiorenni che hanno metabolizzato il Digiuno Cristico dei 21 giorni nell’arco di 21 anni che si possono vivere in una o due vite.
Ogni documento inerente a Shamballa o ad Agartha nomina il “Re del Mondo” o “Maha della Terra”. Potresti spiegarci chi è questo essere evoluto?
Ogni Re possiede cento anni (100) di Guida Suprema. L’attuale Re del Mondo si chiama Anirudha “l’Inarrestabile” è il 21° re di Shamballa. Il suo regno è iniziato il 18 ottobre 1927 e governerà fino al 2027. Secondo i testi tradizionali, entro pochi decenni il re guerriero di Shamballa irromperà nel mondo esterno per liberare gli esseri umani dal materialismo imperante. Seguendo la genealogia dei sovrani di Shamballah, il liberatore sarà il 25° del suo lignaggio e sarà noto con il nome di Rudrachakrin o “Colui della Ruota Violenta”. Il loro potere è enorme. Narra la storia che i re Illuminati di Shamballa, scrissero su tavole di pietra tutta la scienza del nostro pianeta e degli altri mondi. Ogni Re conosce tutte le forze della natura e la legge che forgia lo spirito di tutti gli esseri umani. Il Re del Mondo, possiede uno specchio magico con il quale può contemplare avvenimenti in tutto l’universo dal suo palazzo e un anello d’oro con un particolare rubino rosso e una piccola targhetta che reca inciso l’antico simbolo cosmico della svastica. Il tutto viene ereditato dal successivo Re.
Qual è il messaggio che Shamballa vorrebbe far comprendere all’essere umano?
Che chiunque può diventare padrone di sé stesso e raggiungere l’Illuminazione per manifestare sulla Terra l’Amore Incondizionato. Gli insegnamenti di Shamballa hanno solo questo nobile fine e non stravolgono il karma o destino altrui. L’importante è che l’uomo non vada in eccesso e non sia un pericolo per la distruzione della Terra.
L’ILLUMINATO DI SHAMBALLA: MIKADO FRANCESCOJI
Preciso che questa seconda intervista che sto per proporre non è stata fatta da me, ma è un estratto che proviene direttamente dal libro di Mikado Francescoji “Il Messaggero di Shamballa“. (Acquista qua: QUA)
Mikado, Shamballah ha una bandiera ufficiale? Sì, lei è la Bandiera della Pace Universale. Come è fatta? Quella ufficiale e parlo della prima conservata nella stanza di Re Anirudha e di canapa bianca con un cerchio con tre sfere al centro. E’ stata accarezzata dal Dalai Lama.
Cosa significano i tre cerchi? La Bandiera della Pace rappresenta i tre stati di passato, presente e futuro e ha origini antichissime. Forse il suo primo esempio conosciuto appare negli amuleti dell’età della pietra: tre sfere disposte a triangolo equilatero, ma senza il cerchio che li racchiude. Simbolizzano l’arte, la scienza e la religione, abbracciati da un cerchio per significare la totalità delle attività culturali.
Gesù il Cristo conosceva questo simbolo? Esiste una raffigurazione di Gesù Cristo Pantocratore risalente al sesto secolo conservata in uno dei luoghi più sacri del cristianesimo, nel monastero di Santa Caterina sul monte Sinai, mostra Gesù con in mano un libro sacro dove è rappresentato intorno alla croce per quattro volte il simbolo dei tre cerchi.
E’ stato usato da altri importanti Esseri di Luce? Lo si trova sia su un’antica icona di S. Nicola, e del beato Sergio Radonezhsky, il santo più venerato dai Cristiani russi ortodossi. Hans Memling, nell’1475 dipinge Cristo circondato da angeli che cantano. Sul petto del Cristo vi è la rappresentazione dei tre cerchi entro il cerchio maggiore. I tre cerchi sono incastonati con pietre preziose di colore diverso, tra cui il rosso rubino.
Puoi dirmi come salutano a Shamballah? Lo devo fare e lo faccio in armonia con tutti gli illuminati di Shambhalla, con l’indice sinistro al cuore e il destro con quello della persona che ci saluta.
Qual è il fine? Portare o amplificare la Pace in noi. Quando metti la mano sinistra sul cuore, ricevi amore dalla ghiandola Pineale e risvegli l’intelletto, mentre con l’indice destro unifichi i sentimenti con la persona.
Il cuore è sempre importante? Sempre. Quando indichi il cuore, attivi il nucleo centrale del Chakra Hanahata o del Cuore, avvertirai che qualcosa di straordinariamente positivo sta succedendo dentro di te e ti sentirai sempre più in armonia donandomi un solo effetto collaterale. Qual è? L’Amore! Di quale amore parli? Quello con la “A” maiuscola. Parlo di quell’Amore ricercato da sette miliardi di persone, ben cosciente che appartiene a regno che non è di questo mondo ma vive saltuariamente in questo mondo a nostra insaputa. Parlo dell’Amore vissuto in coppia con il proprio amato o amata. Parlo di un Amore che non stanca mai e ti permette di avere rapporti continui facendoti sentire parte integrante di Sorella Luna o di Fratello Sole e dell’Universo intero.
Mikado, non è che mi stai parlando dell’Amore rappresentato da Gesù il Cristo, da Mahamuni Babaji e da tutti gli Esseri di Luce? Si Maurizio, non ci sono errori di ortografia, parlo di lui: quell’Amore con la “A” maiuscola che ti porta al pieno Rispetto della vita altrui e a scoprire che tale occulto processo ti ha portato in cima ad una immensa antenna che ti permette di accendere un interruttore magico e comunicare direttamente al centro del Cuore di DIO: Sì Maurizio, parlo del Vero Amore Incondizionato!!!
CAP. 6 – VI PRESENTO TRE CITTADINI DI AGARTHA
Questo capitolo è stato essenzialmente scritto per necessità, poiché l’obiettivo che si pone questo libro è quello di elaborare in modo comprensivo le tematiche riguardanti i mondi sotterranei.
Sono quindi obbligato, per una migliore larghezza di vedute, a dover chiarire alcune informazioni che si presenteranno nel corso della lettura, in quanto alcune testimonianze presenti nei prossimi capitoli potranno destare non poche perplessità.
In questo capitolo, quindi, analizzerò tre Anime altamente evolute, o meglio, tre cittadini di Agartha che, grazie alle loro testimonianze, daranno la possibilità di comprendere ogni dinamica spirituale e sociale presente nel Regno di Agartha.
Siccome si presenteranno con notevole ricorrenza, ho deciso di approfondire la loro personalità specificando chi sono, qual è il loro ruolo in Agartha e come sono riusciti a interagire con le persone di superficie, così da avere un quadro preciso e non confusionario.
IL POTERE DI CANALIZZARE
Ci sono tantissime storie di Oracoli, Sciamani, Profeti che nei secoli hanno ricevuto conoscenze soprannaturali dal mondo invisibile attraverso il potere della telepatia. Tuttavia, da quando sono iniziate le ricerche su questo argomento, la questione non ha mai smesso di suscitare dibattiti e controversie. Ad oggi, la scienza rifiuta di accettarne l’esistenza. Eppure, allo stesso tempo, continuano a sentirsi testimonianze di esperienze telepatiche inspiegabili e assolutamente veritiere.
La telepatia viene definita come la trasmissione di un pensiero a distanza senza la mediazione di alcuna tecnologia che faciliti questa comunicazione. Tuttavia, per quanto possa rivelarsi un dono dalla difficile padronanza, questa è una facoltà presente dentro ogni Anima umana. Semplicemente, l’uomo non avendo mai approfondito le sue dimensioni interiori, non è mai stato capace di sviluppare questa comunicazione a distanza che, a differenza dei Maestri Ascesi, ne hanno fatto il loro metodo di comunicazione principale.
Tuttavia, per fortuna, alcune Anime umane sono riuscite nel corso delle loro incarnazioni a perfezionare questo dono che ha permesso loro di fare da ponte verso i regni superiori e attingere a una conoscenza fuori dal comune. In gergo, queste persone si chiamano channeller o canalizzatori, ovvero persone che possiedono la capacità di connettersi telepaticamente con Esseri o Spiriti di altre dimensioni e riportare le loro parole per iscritto o verbalmente.
Il canalizzatore recepisce, con la mente, messaggi complessi da parte di entità, quali angeli, maestri ascesi, spiriti della natura, defunti o, addirittura, il proprio Sé Superiore. Ma chiariamo: non c’è niente di male nel fare questo se il fine pratico è ricevere conoscenze utili per la comunità e per la propria evoluzione interiore, come non vi è un principio morale se viene utilizzato per scopi egoistici che non abbiano come scopo il benessere collettivo.
Ad ogni modo, centinaia sono stati i libri scritti attraverso l’uso della canalizzazione e, dato il forte riscontro sociale, molti di queste opere scritte sono diventate anche dei best-seller o, almeno, hanno aiutato l’umanità a progredire e a ottenere gradualmente la propria padronanza interiore.
Prendiamo per esempio tutti i libri di Lee Carroll, in cui vengono canalizzate le parole di Kyron, Essere Multidimensionale che negli anni ‘90 e 2000 ha fornito informazioni inedite e profonde sul cambiamento di coscienza che in quel decennio stava iniziando a manifestarsi. Ma non solo: altri best-seller sono stati i libri dei coniugi Hicks, che poco più di trent’anni fa iniziarono a dialogare telepaticamente con un gruppo di maestri spirituali disincarnati definiti con il nome di Abraham, diffondendo tutti i segreti e i meccanismi della Legge di Attrazione. Potremmo parlare della già citata Alice Bailey, autrice di famose opere di spiritualità in cui furono canalizzate le parole del Maestro Asceso Djwal Khul, o di Madame Blavatsky, altra channeller che riportò per iscritto le parole illuminanti del Chohan del Primo Raggio Morya.
Insomma, la lista potrebbe essere veramente lunga, ma ciò che conta è comprendere il potenziale presente dentro l’essere umano e realizzare come molti aspiranti spirituali siano riusciti a sfruttare questa facoltà per il bene dell’umanità, donando chiarezza sulla natura spesso misteriosa della Vita.
LE TRE CANALIZZAZIONI
Questo preambolo, quindi, è stato fondamentale per giungere con chiarezza al nocciolo della questione, poiché le informazioni rivelate dai tre cittadini di Agartha sono state recepite tramite canalizzazioni telepatiche. Perciò, prima di incorrere in forti perplessità, ho preferito costruire delle solide fondamenta e spiegare concettualmente la modalità con la quale queste notizie giungono a noi, in modo da dare “respiro” allo scetticismo della mente razionale.
Il primo dei tre si chiama Adama, canalizzato da Dannie Robbins nel libro ““TELOS: Rivelazioni della Nuova Lemuria” e, anche, da Aurelie Louise Jones nel libro “TELOS”.
Il secondo è Rodon, già citato nel terzo capitolo e canalizzato da Marie Reymond nel libro “Riunificazione delle popolazioni dell’Interno e dell’Esterno della Terra: Rodon di Agartha parla agli umani della Terra Esterna” . Mentre il terzo è Mikos, canalizzato ancora una volta dall’autore Marie Reymond.
ADAMA SI PRESENTA
Chi è Adama? Sarò molto coinciso: Adama è un Maestro Asceso e abitante di Agartha, più precisamente della Rete Agartha. Egli abita nella città di Telos situata sotto il Monte Shasta (Canada,USA) a qualche chilometro di profondità dalla superficie. Egli è un Essere che vive su un piano esistenziale di quinta dimensione, ciò vuol dire che è in grado di trascendere alcune logiche presenti nella nostra dimensione, ovvero la terza.



Figura 9:Unico ritratto illustrativo disponibile del Maestro Adama e Saggio di Telos.
“Saluti, miei cari amici, È davvero con grande gioia ed eccitazione nei nostri cuori che noi di Telos ci connettiamo, nell’energia dell’amore, con tutti voi che vi sentite attratti dalle Rivelazioni della Nuova Lemuria. Io sono Adama di Telos, tuo fratello, tuo amico, tuo alleato…parte della tua famiglia. Non avere paura delle notizie provenienti dalle profondità della Terra, quella della Terra Interna. Sono qui oggi per portarvi il mio amore e la mia essenza pacifica, per entrare in comunione con voi, per sintonizzarmi con le vostre memorie e ricordarvi i tempi della vecchia Lemuria. Sì, di quei tempi gloriosi in cui eri chiaramente consapevole della tua origine e della fonte del tuo essere. E devo ricordarti che allora eri pienamente consapevole dei tuoi infiniti poteri, della tua saggezza e della tua conoscenza. Voglio attivare in te queste sacche di luce, questi semi Lemuriani che hai avuto dormienti nel tuo DNA, in attesa di essere riaccesi per questi tempi di intenso bisogno e di profonda trasformazione”.
MIKOS DI AGARTHA VI DA IL BENVENUTO
Chi è Mikos? Mikos è un abitante del Regno di Agartha. Egli è il guardiano della Libreria di Porthologos – che approfondiremo nei prossimi capitoli – in cui sembrano essere immagazzinate tutte le memorie dell’Universo. Anche lui è un Essere di Quinta Dimensione come Adama, perciò l’unico modo per ricevere la sua saggezza è tramite la telepatia.
“Per favore accetta questo invito ora e inizia un viaggio nel mondo misterioso in cui vivo. Benvenuti nella Terra Cava. La mia gente vi accoglie con gioia, amore e serenità. Possano tutti i tuoi viaggi nella letteratura essere meravigliosi e belli come le informazioni che si trovano davanti a te ora. Benvenuti, carissimi figli. Benvenuti Queste pagine sono sacre, perché il loro contenuto contiene il potente potere di cambiare il mondo, se solo un numero sufficiente di persone superficiali le leggesse. Questo è il nostro scopo nel dettarti i nostri messaggi. Significa accelerare il cambiamento in superficie in modo che le persone siano di nuovo connesse al loro sé divino e fonte di guida interiore. Hai aspettato migliaia di anni per ascoltare i nostri messaggi, ed è solo ora che la vibrazione è abbastanza alta da permetterci di farci avanti e parlare con te.
Saluti, miei compagni di viaggio sulla Terra! È Mikos, che vi parla oggi dall’interno della Terra Cava, che è la nostra casa. Siamo qui da milioni di anni, evolvendoci lentamente negli Esseri Divini che siamo. La nostra evoluzione ha fatto passi da gigante a causa dell’isolamento e dell’essere avvolti nel grembo di Madre Terra. Tutte le nostre vite sono state trascorse in pace e beatitudine, grazie alla nostra posizione. Esistiamo qui in pace e tranquillità a causa della vicinanza al battito del cuore della Madre Terra. Più profondamente si va nella Terra, più profondamente si sente il battito della Terra. E più si sente il battito del suo cuore, più si risuona con le sue qualità di divinità. Quindi questa vicinanza ci ha portato, nel corso dei millenni, alla nostra unità con tutta la vita e alla nostra gioia di esistere. Tutta la vita conosce questa unità, eppure la maggior parte della vita deve ancora sentirla nei loro corpi esterni”.
RODON DI AGARTHA SI PRESENTA
“Consentitemi di presentarmi prima che vi lasciate trasportare dal contenuto di questo libro. Il mio nome è Rodon e appartengo alla popolazione di Agartha, che condivide la Terra con te. Tuttavia, non viviamo sulla Terra Esterna, ma nella Terra Interna. Questo fatto da solo può essere difficile da accettare e da comprendere per te. Pertanto, noi di Agartha abbiamo deciso di contattare i nostri fratelli terrestri in questo modo. La vostra ascensione nella Quinta Dimensione ci permetterà presto di riunirci per dominare insieme il destino terrestre e cosmico della Terra. In questo libro, rappresento il mio popolo. Sono il loro portavoce e agisco nel loro spirito. Tutto quello che dico, lo dicono anche i miei fratelli e le mie sorelle. Mantengo sempre uno stretto legame con loro. La nostra società ha profondamente integrato la quinta dimensione e siamo tutti mentalmente connessi l’uno all’altro. Pertanto, non vedermi come una singola persona, ma come tutta la gente di Agartha. Detto questo, spero vivamente che possiate sentire il nostro amore per voi in questo testo e che sosterrete la riunificazione di tutte le popolazioni della Terra “.
CAP. 7 LA STORIA DELLE POPOLAZIONI INTRATERRENE
L’origine del regno sotterraneo di Agartha affonda le radici in epoche remote difficilmente databili, talmente antiche da avvolgere questo Regno in un grande velo di mistero. Tuttavia, attraverso le informazioni rilasciate da alcuni testimoni diretti, è stato possibile ricreare quei frammenti di memoria perduti che hanno portato l’Uomo di superficie a discendere nelle viscere di Madre Terra per vivere il suo cammino evolutivo nella calma, nella gioia e nell’amore universale.
Tutte le testimonianze ripropongono sempre il solito filone di narrazione: in passato una civiltà molto evoluta, che stava vivendo un forte decadimento culturale e climatico, decise di lasciare la superficie della Terra per rifugiarsi al suo interno. E’ un concetto molto forte che si scontra con le versioni ufficiali degli storici, ormai imposte come fatto assoluto da oltre un secolo. Tuttavia, come potrà essere costatato dalle parole di queste Anime evolute, tutte le testimonianze combaciano alla perfezione donando una prospettiva del tutto nuova ma assolutamente coerente.
Sempre nel libro “Viaggio a Shamballa”, i due viaggiatori dopo aver attraversato astralmente le profondità della Terra – insieme al Maestro Djwal Khul – si ritrovano dinanzi a un territorio rigoglioso e sconosciuto che, come sarà ampiamente spiegato nelle pagine del libro, si rivelerà essere il Regno di Agartha:
“Benvenuti, giacché è il Fratello che vi ha condotti fin qui! (Nota: riferito alla loro guida Djwan Khul) Vi trovate tra i membri d’una delle numerosissime comunità che costituiscono il gran popolo sotterraneo del pianeta. Siamo milioni, ripartiti sotto la superficie del globo, e aggiungiamo i nostri sforzi a quelli del Maha e di coloro che chiamate ‘la Gerarchia’. Già da più di dodicimila anni abitiamo quest’universo di roccia, che abbiamo fatto nascere captando in esso la luce e rendendolo ancora più vivo. Qui abbiamo una percezione diversa del tempo rispetto a voi, e se i problemi della superficie non ci toccano molto, materialmente, il nostro cuore comunque ne è greve. Siate dunque i benvenuti, perché è ora di aiutare gli umani a capire che è urgente modificare la loro mente. Se riuscirete a trasmettere loro questo appello, questo nostro grido, vorremmo però che lo ricevessero non come se provenisse da esseri misteriosi, semi-mistici e dai poteri ‘paranormali’, bensì sapendo che siamo quasi del tutto simili a loro, tranne che per il fatto che una diversa radioattività ed una diversa concezione dei mondi hanno scatenato in noi una mutazione fisica e psichica. Siamo umani anche noi, Fratelli, ed è questo che bisogna dire: umani che non vollero vivere il Diluvio e le sue conseguenze. Abbiamo lasciato il sole esterno nell’ultima fase di decadenza dell’impero atlante, ed abbiamo fatto un giuramento; a quei tempi facevamo parte di quelli che chiamate ‘i figli dell’Uno’, ovvero essenzialmente della classe sacerdotale. Abbiamo dunque giurato di non immischiarci più del mondo, sapendo che le sue forze distruttive un giorno o l’altro sarebbero ricomparse. Il nostro impegno fu tale da radicarsi nel nostro essere profondo, e rimane ancora alla radice del nostro Karma. Forse capirete, forse non l’ammetterete… Forse, da parte di ciò che eravamo fu un atto di viltà o d’egoismo, ma è ben ignorante chi si erge a giudice, perché neppure noi lo sappiamo. Ma capiamo che la Terra ed ogni creatura che vive alla superficie hanno bisogno di noi, dell’energia che possiamo produrre, e della favolosa totalità delle conoscenze raccolte per l’edificazione delle future umanità. Abbiamo fatto nostro questo compito, che facciamo per amore in riparazione d’un amore che un tempo forse non fu abbastanza grande o venne mal diretto…”
Ci sale alle labbra un incontenibile interrogativo: “Ma bisogna aprire le porte! Ora sì, che dovete venire alla luce del sole, e riconciliare l’uomo con se stesso: siete voi, ben più di altri, che potete cambiare le cose!…”
“Sì, cambiare le cose… Questo grido di rivolta l’abbiamo già sentito migliaia di volte… Perdonate la mia apparente durezza, e cercate di capire che se risalissimo alla superficie interferiremmo direttamente con l’evoluzione degli esseri e delle società: non ne abbiamo il diritto. Ogni creatura, ogni civiltà, ogni razza, è dotata di vita propria, e la grande legge d’Amore vuole che si possa aiutare una forma di vita, ma non che se ne modifichi il corso…. Venire alla luce nelle vostre società per aprir loro una porta della realtà, sarebbe come condannarle all’implosione”.
Un’altra testimonianza simile ci arriva dalle parole canalizzate di Rodon, in cui vengono aggiunte ulteriori sfumature dinanzi a un quadro davvero affascinante e pieno di sorprese:
“Come ho detto, eravamo in un processo di Luce progredito quando vivevamo ancora sulla Terra Esterna e avevamo già raggiunto la Quinta Dimensione. I nostri astronomi e astrologi sapevano che la Terra, con il suo sistema solare, si sarebbe allontanato lentamente dalla Luce; e che l’umanità sarebbe caduta più profondamente nella materia, cioè in una densità vibratoria inferiore. Per la nostra continua sopravvivenza, la nostra decisione di mantenere la nostra densità vibrazionale a cinque dimensioni ci ha richiesto di lasciare la superficie della Terra. Questa separazione dal resto dell’umanità fece sì che altre culture altamente sviluppate seguissero l’esempio. La storia più “recente” della Terra offre gli esempi dei Teotihuacani, degli Inca e dei Maya. Quelle popolazioni non solo sono scomparse, ma si sono unite a noi, grazie alla loro conoscenza multidimensionale della materia. A causa delle loro alte vibrazioni, non erano più in grado di sopravvivere sulla Terra Esterna. Quelle persone sono sempre state in contatto con noi. Tuttavia, non tutte quelle persone hanno intrapreso questa strada:alcuni di loro sono rimasti indietro. Il libero arbitrio è la legge più alta sulla Terra. Quelli che sono rimasti hanno protetto i loro luoghi sacri, che puoi ammirare ancora oggi, dove puoi sentire la loro alta energia spirituale”.
Siccome esistono numerose testimonianze che testimoniano l’esistenza di un “passato nascosto” ancora non preso in considerazione dagli storici – in cui civiltà altamente tecnologiche come Atlantide e Lemuria vivevano in completa armonia con il Cosmo – ho deciso di riportare le parole canalizzate del Saggio di Agartha Adama, tratte dal libro “Telos: rivelazioni della Nuova Lemuria Volume 1”, in modo da comprendere i risvolti storici che ebbero luogo quasi 50mila anni fa e le ragioni secondo la quale queste popolazioni, nel corso dei millenni, scelsero di insediarsi nel Cuore di Madre Terra:
“Prima della caduta, i Lemuriani non si esprimevano in una forma fisica come conosci oggi, perché in quel momento la Terra esisteva in una quinta espressione dimensionale. I Lemuriani hanno vissuto principalmente nei loro corpi luminosi della quinta dimensione, con la capacità di abbassare le loro vibrazioni per sperimentare livelli più densi ogni volta che sceglievano di tornare nella quarta e terza dimensione. Certo, questo è stato molto tempo fa, prima di quello che chiami “la caduta”, che ha portato il graduale abbassamento in vibrazione della coscienza di questa meravigliosa razza e di tutti gli altri che vivono sul pianeta.
La nostra gente, come molte altre civiltà, alla fine sono scese al livello della quarta dimensione, e in seguito, fino alla densità della terza. Questo calo di coscienza ha avuto luogo per un periodo di diverse migliaia di anni. L’età di Lemuria si è estesa da circa 4.500.000 A.C. a circa 12.000 anni fa. Fino all’affondamento dei continenti di Lemuria, e in seguito di Atlantide, visto che erano presenti sette principali continenti su questo pianeta.
Le terre appartenenti al gigantesco continente di Lemuria ora sotto l’Oceano Pacifico includono Hawaii, Isole Pasqua, Isole Fiji, Australia e Nuova Zelanda. Il continente comprendeva anche terre nell’Oceano Indiano e nel Madagascar. La costa orientale di Lemuria si estendeva in California e parte della British Columbia in Canada.
Come risultato delle guerre, una grande devastazione ebbe luogo su Lemuria e Atlantide. 25.000 anni fa, Atlantis e Lemuria, le due più alte civiltà del tempo, combatterono l’una contro l’altra sulla direzione di altre civiltà sul pianeta. I Lemuriani credevano che le culture meno evolute dovessero essere lasciate da sole per continuare la loro evoluzione secondo il proprio ritmo, in conformità con la propria comprensione. Gli Atlantidei invece credevano che le culture meno evolute dovessero essere controllate dalle due civiltà più evolute. Questo dissenso causò una serie di guerre termo-nucleari tra i due imperi che devastarono completamente la Terra.Quando le guerre cessarono e le polveri si stabilizzarono, nessuno dei due imperi si aggiudicò la vittoria. In definitiva, Atlantide e Lemuria divennero vittima della propria aggressione, e le terre di casa di entrambi i continenti erano notevolmente indeboliti dalla guerra. Le persone, attraverso il sacerdozio, vennero informate che entro meno di 15.000 anni i loro continenti sarebbero stati distrutti. Dato che la gente viveva anche svariati migliaia di anni, si capì che molti che avevano causato il caos avrebbero visto anche la totale distruzione del loro impero.
Nel tempo di Lemuria, la California faceva parte del continente Lemuriano. Quando i Lemuriani si resero conto che la loro terra era destinata a perire, inviarono una petizione a Shamballa, la capitale della rete di Agartha, per il permesso di costruire una città sotto il Monte Shasta per preservare la loro cultura e le loro memorie.
Shamballa è abitata dalla civiltà iperborea che ha lasciato la superficie di questo pianeta ben oltre 40.000 anni fa. Gli iperbori erano, al momento, incaricati di fare decisioni per la rete Agartha. Questa rete è ora compresa da circa 120 città sotterranee di luce, per lo più abitate da iperbori; quattro delle città sono ad oggi Lemuriane e un paio sono Atlantidee.
Per ottenere il permesso di costruire una città e diventare parte della rete di Agartha, i Lemuriani dovettero dimostrare a molte gerarchie spirituali che avevano imparato le loro lezioni degli anni di guerra e dell’aggressività che avevano causato con la loro tecnologia . Dovevano anche dimostrare che avevano imparato le lezioni della pace per essere accettati di nuovo come membri del Confederazione.
Quando venne concesso il permesso per costruire la città di Telos, i Lemuriani capirono che questa zona doveva sopravvivere ai cataclismi previsti. C’era già una caverna a cupola molto grande esistente all’interno del Monte Shasta. I Lemuriani costruirono la loro città, Telos, che nella lingua lemuriana significa comunicazione con spirito, unità con spirito e comprensione con lo spirito.
Quando Telos venne costruita, fu progettata per ospitare circa 200.000 persone. Tuttavia, il continente fu distrutto un po ‘prima del previsto e molte persone non riuscirono a fuggire in tempo. Quando si svolse il cataclisma, solo 25.000 persone riuscirono ad entrare nella montagna e a salvarsi. In una sola notte il continente e gli abitanti di Lemuria scomparvero inghiottiti dalle acque dell’Oceano . Il continente affondò così tranquillamente che la maggior parte delle persone non fu consapevole di cosa stesse accadendo.
[…] Nello stesso tempo in cui Lemuria stava sprofondando, Atlantide iniziò a tremare e a perdere pezzi del suo continente. Questo continuò per oltre 200 anni fino alla fase finale quando affondò completamente. Per 2.000 anni dopo le catastrofi lemuriane e atlantidee, il pianeta continuò a scuotersi. Nel giro di 1.200 anni la Terra perse due grandi masse di terra, una grande battuta d’arresto e un trauma che richiedevano diverse migliaia di anni di recupero per ripristinare il saldo. Per centinaia di anni dopo la distruzione di entrambi i continenti, un incredibile quantità di detriti vennero gettati nell’atmosfera e la Terra non sperimentò la luce del giorno per molto tempo. La temperatura scese a causa della mancanza di luce solare e una grande percentuale di animali e piante morirono.
Perché ci sono così piccole prove oggi dei resti di queste due grandi civiltà?
Le città che non affondarono vennero ridotte in macerie, o vennero spazzate via dai terremoti o dalle enormi onde di marea che spesso hanno inondato 1.000 miglia nell’entroterra, distruggendo la maggior parte delle città e delle abitazioni nei loro percorsi.
Infine, l’ultima testimonianza che chiude con certezza questo racconto dai risvolti fantascientifici, arriva dal lama tibetano Lobsang Rampa, nel libro “La mia visita alle terre di Agartha“. In questo racconto, in cui l’autore sostiene fermamente di raccontare fatti realmente accaduti, il lama tibetano – insieme al suo maestro Mingyar Dondup – vengono scortati da un abitante di Agartha, Leo, nel centro della Terra, dove sono stati convocati per un importante concilio tra Anime.
Tuttavia, mentre il loro percorso sta procedendo da giorni lungo le gallerie sotterranee, Lobsang pone una domanda estremamente interessante alla loro guida sull’origine di questa insolita luce che mantiene costantemente illuminati i numerosi tunnel che stanno attraversando:
“Qual è la fonte di questa luce?”, chiesi alla nostra Guida. “Veramente nessuno lo sa”, rispose Leo. “Le nostre leggende dicono che questo faccia parte dell’antica scienza perduta ormai da più di milioni di anni. Altri dicono che la sua luce astrale sia la creazione della magia dei saggi. Scienza o magia, c’è davvero una differenza?” “Gli antichi!”, dissi. “Pensavo fosse stata la tua gente a scavare questi tunnels accidentati”.(NOTA: Lobsang si sta riferendo alle civiltà “meno antiche” come Lemuria e Atlantide)
“Oh no, non fummo noi”, disse la nostra guida. “Non siamo in queste caverne da lungo tempo; non più di cinquanta o sessantamila anni. Questi e i tunnels vetrosi, erano già qui quando noi arrivammo. Naturalmente, ci sono altri che sono qui da molti più anni di noi, milioni di anni e dicono che i tunnels erano qui quando essi furono costretti a fuggire nelle caverne perché il Sole divenne radioattivo”. Le parole di Leo possono aver scioccato coloro ai quali, nelle scuole, è stato insegnato che la nostra società è la sola civiltà avanzata mai apparsa su questo pianeta. In passato ho sentito dire da qualcuno dei vecchi Lama che altre potenti civiltà, ormai perdute nel tempo, sono sorte e cadute sulla Terra. Ma, non avevo mai udito di civiltà così lontane come dice Leo. Milioni di anni fa? Impossibile. Eppure nel corso di questo viaggio sia Leo che il mio Maestro hanno parlato dell’incredibile età delle caverne e degli esseri che le costruirono. Tuttora, la mia mente è smarrita per le domande che restano senza risposta.”
CAP. 8 – LA COMPOSIZIONE DI AGARTHA
La composizione geografica di Agartha è molto complessa, ma il suo approfondimento è fondamentale per poter entrare dentro il suo nucleo spirituale in cui regnano amore, gioia e assoluto discernimento.
Il Regno di Agartha è formato dalla Rete Agartha e dalla Terra Cava. La Rete Agartha è costituita da tutta l’area che si trova al di sotto della superficie terrestre di tutto il mondo, comprese le caverne e un vasto sistema di tunnel che dalle Americhe fino alle lande desolate dell’Asia si intersecano sotto le viscere del pianeta fino alla profondità di 1300 chilometri dalla sommità della superficie terrestre.
La Terra Cava invece, come sostiene Adama: “E’ solo l’area che esiste nel nucleo centrale della Terra, che è Cava, e inizia a circa 1300 chilometri più in basso. Una volta che sei all’interno della cavità vuota della Terra, il diametro dello spazio aperto è di circa 10mila chilometri, mentre il diametro dell’intera Terra è di 13mila chilometri”.
Facendo un riassunto generale delle parole di Adama a riguardo del Regno di Agartha, nella Terra Interiore risiedono numerose civiltà molto antiche che eoni fa provenivano da altri mondi e universi. Sono tutti in uno stato di coscienza ascendente, sebbene molti abbiano mantenuto un certo livello di fisicità. Vivono principalmente in una consapevolezza di quinta o sesta dimensione, quindi uno stato vibratorio più elevato rispetto a quello umano, che è di terza dimensione.
La Rete Agartha è composta da circa 120 Città di Luce “sotterranee”, di cui almeno quattro sono abitate da Lemuriani, e alcune dagli Atlantidei. Anche gli esseri che vivono nelle città sotterranee vicino alla vibrazione superficiale sono in stato di ascensione, ma hanno mantenuto un certo livello di fisicità.
Shamballa Minore è stata la capitale della Rete Agartha fino a poco tempo fa, mentre ora la città incaricata nella gestione generale della Rete Agartha è diventata Telos.
Tra le tante città sotterranee, una menzione particolare deve essere fatta alla città eterica di Erks, presente sotto Capilla del Monte in Argentina. Il principio cosmico è talmente radicato in questa comunità illuminata che solo un altro luogo può essere paragonato a Erks: Shamballa.
Il potere di Erks è che tutto unisce, tutto trasforma, tutto palpita di tale gioia che ogni cosa diventa gratitudine per il momento presente. Questo luogo è pure energia, incondizionato amore, bellezza senza fine.
In un documento su Erks, il maestro Sarhuma diceva: “La città perduta di Erks è invisibile agli sguardi indiscreti e si materializza (in questa dimensione) quando si pronunziano una serie di parole conosciute soltanto da coloro autorizzati ad evocare il mistero. Quando la città si rivela alla nostra dimensione umana la si può osservare in tutto il suo splendore e ci sono fotografie che testimoniano la sua esistenza“. “Soltanto poche persone hanno avuto la fortuna di entrare e di fare ritorno. Esse affermano che soltanto un’altra città si può paragonare a Erks, e si trova nella parte opposta della Terra, ai suoi antipodi terreni e spirituali. L’altra città ha ricevuto moltissimi nomi, ma si sa che l’unico appropriato è Shamballa. Queste città sono nate contemporaneamente, infatti, nessuna opera può fare a meno del principio di polarità e questa non è un’eccezione. Il fatto che si sia rivelata l’esistenza e l’ubicazione di Erks proprio in questi ultimi anni è un segno irrinunciabile di una nuova alleanza da sigillare“.
Il nome ERKS significa “encuentros de los remantes del kosmo sideral”: i “rimanenti” saremmo noi… ovvero tutti i Figli del Cielo che si sono “persi” nel mondo terreno e che ora vengono richiamati per tornare a casa!
ERKS è prima di tutto uno stato di Coscienza, è la connessione profonda con il nostro mondo interiore; quando saremo pronti per la grande trasformazione, ERKS si risveglierà dentro di noi come una Fiamma di verità e di purificazione che ci innalzerà in stati superiori di Coscienza.
TELOS: LA CAPITALE DELLA RETE AGARTHA
Il Monte Shasta è una delle montagne più maestose presenti nella catena montuosa della Sierra Nevada. Si trova nel nord della California e misura circa 5000 metri.
Ad ogni modo, il Monte Shasta è più di una semplice montagna, è uno dei luoghi più sacri del pianeta. E’ una fonte di potere mistico per questa Terra e un punto focale per coloro che ricercano un percorso spirituale. Le persone che vivono nelle vicinanze hanno storie straordinarie su questa montagna, leggende che raccontano l’esistenza di Uomini Divini che vivono in totale connessione con il Soffio di Dio.
Secondo il quotidiano Sacramento Bee, più di 100 culti di tutto il mondo rivendicano il Monte Shasta. In uno studio finanziato dal governo, l’89% dei visitatori intervistati ha ammesso di essere venuto sul Monte Shasta per adorare le divinità e gli esseri evoluti presenti nelle cavità sotto la montagna – che vengono spesso definiti “abitanti sotterranei della montagna“.
Secondo i racconti popolari, si dice che questo popolo presente nelle profondità della montagna sia discendente di un’antica società del continente perduto di Lemuria, godendo di salute illimitata, ricchezza e vera fratellanza.
Questa città, costruita nelle profondità del Monte Shasta, è chiamata Telos. Le prime informazioni sul Monte Shasta provengono dal libro The Inhabitant of Two Planets, pubblicato per la prima volta nel 1906 e scritto da un giovane, Frederick S. Oliver, che viveva a Yrece, in California, durante la corsa all’oro. Il libro di Oliver contiene le prime menzioni pubblicate della connessione del Monte Shasta con la mistica confraternita degli “adepti spirituali”, l’ingresso al tunnel che conduce alla città segreta sotto il Monte Shasta, Telos.
Tuttavia, Oliver non fu l’unico a riportare storie di incontri epici nelle vicinanze del Monte Shasta. Intorno al 1940, lo scrittore M. Doreal – nel suo libro “Atlantide e Lemuria” – afferma di aver visitato i Lemuriani all’interno della loro montagna. Ha detto che lo spazio che gli è stato mostrato era alto circa 2 miglia, lungo 20 miglia e largo 15 miglia. Ha scritto che la luce all’interno della montagna era brillante come un giorno d’estate ed è stata creata da una gigantesca massa di luce incandescente sospesa al centro di quella grande caverna.
Un altro uomo riferì di essersi addormentato sul Monte Shasta per poi venir svegliato da un Lemuriano che lo condusse all’interno della montagna fino alla sua caverna, il quale era pavimentata d’oro. Il Lemuriano disse al viaggiatore che c’erano una serie di tunnel lasciati dai vulcani che correvano sotto terra come autostrade. . . un mondo dentro un mondo!
IL REGNO LEMURIANO DI TELOS
Il Monte Shasta è oggi meta di esoteristi e amanti della natura, pellegrini e cercatori dell’invisibile. Secondo i racconti proposti da numerosi testimoni, nelle viscere di questa montagna è presente la città di cristallo di Telos, un Regno sacro dove i Lemuriani continuano da migliaia di anni a sviluppare le loro potenzialità divine lontani dal dolore e dalle illusioni della mente.
Come si evince dalle parole canalizzate di Adama nel libro “Telos”:
“Saluti, miei cari amici, È davvero con grande gioia ed eccitazione nei nostri cuori che noi di Telos ci connettiamo, nell’energia dell’amore, con tutti voi che vi sentite attratti dalle Rivelazioni della Nuova Lemuria. A nome del Consiglio Lemuriano dei Dodici di Telos, il re e la regina di Telos, Ra e Rana Mu, e tutti i vostri ex fratelli e sorelle dell’attuale civiltà Lemuriana, vi diamo il benvenuto nel Cuore di Lemuria, il Cuore della compassione. Siamo davvero i sopravvissuti di quella potente civiltà e, con grande sorpresa di molte persone sulla superficie, vi riveliamo in questo momento importante dell’evoluzione della Terra, che siamo reali. Viviamo a Mount Shasta, in California, nella città di Telos e siamo isolati dalla popolazione della superficie da circa 12.000 anni. […] Telos è una comunità abbastanza grande, con circa un milione e mezzo di persone. Siamo divisi in diversi villaggi e condividiamo tutto con il governo locale. Questa città di luce è suddivisa in cinque livelli ben strutturati ognuno di una grandezza media di svariati chilometri.
E’ bene ricordare che Adama è l’Alto Sacerdote di Telos, cioè la guida spirituale della città di Luce di Telos. Egli è un maestro asceso di livello universale del Primo Raggio, un maestro di amore e compassione che sta assistendo l’umanità nella sua evoluzione spirituale.
Ora, dopo questa breve introduzione, desidero riportare un ulteriore spiegazione di Adama in cui verranno proposte preziose informazioni sui cinque livelli di Telos e sulla sua organizzazione sociale, in modo da donare ulteriori spunti che renderanno questa trama ancora più appassionante e avvincente:
IL PRIMO LIVELLO
La più grande percentuale della nostra gente vive sotto la cupola nel primo livello. Questo è anche il luogo dove si trovano gli edifici amministrativi e pubblici e diversi templi. Al centro di questo livello si trova il nostro tempio principale, chiamato tempio di Ma-Ra, una struttura a forma di piramide. Ospita circa 10.000 persone ed è dedicato al sacerdozio di Melchisedec. La piramide è bianca, con la pietra di copertura, chiamata “pietra viva”, donataci da Venere.
IL SECONDO LIVELLO
È qui che si svolge tutta la produzione e la manifattura per le persone e la città. Diverse scuole, per bambini e adulti, si trovano qui e anche molte delle nostre persone vivono in questo livello.
IL TERZO LIVELLO
Questo livello è dedicato ai nostri giardini idroponici. Tutto il nostro cibo viene coltivato su circa sette acri di terra, producendo una dieta interessante, divertente e che offre una grande varietà. I nostri metodi di giardinaggio sono così efficaci che sette acri di terra sono tutto ciò che serve. Coltiviamo una grande varietà di alimenti e nutriamo un milione e mezzo di persone, creando corpi forti e sani che non invecchiano. Voglio che tu sappia che mangiamo, sì, ma come quinta dimensione, non dobbiamo mangiare come fai tu. Mangiamo solo se e quando vogliamo e possiamo manifestare a nostro piacimento ciò che vogliamo. Il nostro cibo non è denso come il tuo. Sebbene abbia sostanza, gusto, colore e forma, secondo la tua percezione della terza dimensione, sarebbe considerato per te cibo eterico. I nostri giardini idroponici sono in grado di produrre un costante raccolto. Possiamo coltivare il cibo molto più velocemente, utilizzando la tecnologia idroponica avanzata. Usiamo pochissimo terreno, molta acqua e nessun prodotto chimico. Il nostro cibo è totalmente biologico e trasporta le vibrazioni più elevate. La nostra forma di giardinaggio non necessita di fertilizzanti e non impoverisce il terreno. Aggiungiamo minerali organici all’acqua per le piante. I nostri raccolti sono inoltre migliorati e accelerati dalla grande vibrazione di luce, energia e amore di Telos. Questa è la magia della nostra coscienza di quinta dimensione che scoprirete presto, forse in questo decennio o all’inizio del prossimo.
IL QUARTO LIVELLO
Questo livello contiene alcuni giardini idroponici, alcuni manufatti e una vasta area per la natura simile a un gigantesco parco con piccoli laghi e fontane.
IL QUINTO LIVELLO
Questa zona è dedicata alla natura. Ci sono alberi ad alto fusto e laghi in un’atmosfera simile a un parco. Qui è dove teniamo tutti i nostri animali. A questo livello sono state preservate molte piante e animali che non sono più presenti in superficie. I nostri animali sono vegetariani e non si mangiano a vicenda. Vivono fianco a fianco in totale armonia, senza paura o aggressività verso le persone o tra di loro. Telos è davvero il luogo in cui il leone e l’agnello giacciono fianco a fianco e dormono insieme in totale sicurezza.”
SI PUO’ ACCEDERE A TELOS?
“Tutti gli uomini di superficie che sono diventati consapevoli della nostra esistenza sotto il Monte Shasta, iniziano a provare un grande desiderio di visitare Telos e incontrarci faccia a faccia. Sentiamo il tuo grande desiderio di sperimentare le meraviglie e la magia di una civiltà illuminata e di riconnetterti con i tuoi ex membri della famiglia che vivono a Telos o altrove nella quinta dimensione.Sul piano interiore, sentiamo il tuo desiderio e ascoltiamo i tuoi pensieri. “Quando possiamo venire a visitare Telos?” “Quando verranno aperte le porte di Telos agli abitanti della superficie?”
Amati, vogliamo condividere con voi che la vostra lunga attesa finirà presto. Prevediamo che potrebbe benissimo accadere prima della fine di questo decennio. Inizieremo a invitare piccoli gruppi dalla superficie per una visita. Vorremmo che sperimentaste ciò che può essere realizzato nel vostro mondo quando la maggioranza della popolazione adotta il nostro stile di vita. Acquisirai una prospettiva completamente nuova su quanto può essere meravigliosa la vita su questo pianeta se vissuta secondo i principi divini e la vera fratellanza.
È importante che tu ti renda conto che all’inizio, e per un bel pò di tempo, le visite saranno fatte solo su invito personale. Non preoccuparti di come verranno espressi questi inviti, arriverà il tuo turno di essere invitato, abbiamo molti modi per comunicare con te, indipendentemente da dove ti trovi a vivere.
Poiché viviamo in una consapevolezza di quinta dimensione, applichiamo un rigoroso codice di accesso per tutti coloro che sono invitati.Siate certi che il vostro invito personale non arriverà fino a quando non avrete soddisfatto i requisiti di questo codice di accesso. Spiegare in dettaglio la piena implicazione dei nostri requisiti non è lo scopo di questo messaggio. Tuttavia, lasciate che vi dia una panoramica generale di ciò che sarà richiesto: prima di tutto, solo coloro che hanno raggiunto quasi una consapevolezza di quinta dimensione nella loro coscienza si qualificheranno. Ciò significa che avranno abbracciato l’amore incondizionato per il Sé e per gli altri, nonché per tutte le parti della vita e di tutti i regni. La coscienza della dualità deve essere rilasciata almeno del 90%. È anche importante bilanciare le energie maschili e femminili e coltivare l’innocuità in ogni area della tua vita. Lascio a te la ricerca nel tuo cuore di cosa significhi tutto questo.
Questi sono i vostri compiti, miei cari, poiché queste tappe ti porteranno alla scoperta del Sé, alle meraviglie di chi sei veramente e alle qualità del Sé Divino che ti hanno eluso per così tanto tempo. Secondo, devi ripulire e guarire i tuoi corpi emotivi e mentali da ogni negatività, passata e presente. Tutte le registrazioni passate e presenti di dolore, rabbia, colpa, paura, vergogna, dipendenza, disperazione, bassa autostima, impronte negative,ecc., Devono essere abbracciate e rilasciate dalla tua mente subconscia, dal plesso solare e dal corpo emotivo. A causa della vibrazione ad alta energia di Telos, qualsiasi emozione o forma-pensiero di una vibrazione inferiore all’amore divino sarebbe amplificata più di mille volte nella tua mente e nei tuoi sentimenti. A meno che queste memorie non siano state cancellate, non sarebbe possibile rimanere nella nostra vibrazione per più di pochi minuti senza subire traumi”.
CAP. 9 – IL MONDO INTERIORE DI AGARTHA
Superate la rete planetaria di gallerie sotterranee, composte da un materiale talmente duro e liscio che, come mi ha confidato Mikado Francescoji, “non permetterebbe a una lametta di sgraffiarlo“, subentriamo nelle viscere dimensionali della Terra Cava, nelle terre mitiche di Agartha.
La prima testimonianza è presente nel libro “La mia visita alle terre di Agartha“, in cui il lama tibetano Lobsang Rampa insieme al suo maestro Mingyar Dondup, dopo aver percorso svariati giorni di camminata lungo le gallerie sotterranee della Rete Agartha, approdano finalmente nella famigerata Terra Cava, mostrandosi davanti a loro un paesaggio di pura bellezza:
“Da lontano vedevo grandi e meravigliose città le cui costruzioni sembravano sfidare le leggi di gravità. Le strutture sembravano di incantevoli gemme e puri cristalli che scintillavano di luce incredibile che s’irradiava dalla maestosità cosmica. Finché non parlò, avevo quasi dimenticato il Maestro il quale era in piedi vicino a me, anche lui sgomento di fronte a quanto era sotto i nostri occhi. “Contempla”, disse in magnificenza, “la Sacra Agharta.” Molti credono che Agharta sia una città situata al centro della Terra. Però Agharta è, in realtà, il nome di una grande Terra e non di una singola città. Qui risiede il potere cosmico delle terre. Tutti i poteri della materia, dell’energia e delle dimensioni tempo-spazio, conseguiti dalle creature viventi, originano da questa fonte cosmica. In questa Terra vive un numero di razze di diverse culture e tradizioni. Esse vivono in una maggiore evoluta e avanzata dimensione, paragonata alla vita umana sulla superficie, in simbiosi perfetta con il Pianeta e le sue realtà viventi. Differenti razze, fuorché quelle provenienti dalla Terra, occupano anche la Terra interdimensionale di Agharta. Qui esistono larghe colonie di extraterrestri che originano da molti e diversi luoghi del nostro Universo. Anche questi gruppi sono correlati con distinti livelli dimensionali”.
IL SOLE DELLA TERRA CAVA
All’interno della Terra, nel preciso centro di questo immenso vuoto, c’è il fulcro di questa Fonte di Luce : una gigantesca palla di fuoco rosso di luce affievolita, non molto brillante, circondata da una bianca, dolce, luminosa lattescenza, che distribuisce un calore uniforme, e si mantiene al centro perfetto di questo spazio interno, dall’immutabile legge di gravità. Secondo il popolo di Agartha questa stella è considerata il trono “dell’Altissimo”. Egli con i suoi raggi illumina tutta la creazione della Terra Cava e permette la vita e lo sviluppo di tutte le specie viventi.
A conferma di quanto detto, ritroviamo numerosi indizi nell’opera “Il Dio fumoso”(The Smoky God – A voyage to the inner World, 1908). Lo scrittore George Emerson riporta attraverso questa lettura auto-biografica le vicende vissute da Olaf Jensen, pescatore norvegese, il quale sostiene di aver raggiunto con suo padre e la sua barca attraverso i mari del nord il continente interno, dove rimasero per due anni visitando le città del Regno e da cui uscirono dalla parte opposta, al Polo Sud. Il padre rimarrà ucciso durante il ritorno, mentre il figlio, Olaf Jensen, verrà ricoverato per 25 anni ad un ospedale di sanità mentale per le vicende che sosteneva aver vissuto. Il resoconto sarebbe stato dato dal figlio, Olaf Jensen, che dopo la dimissione dal sanatorio si sarebbe stabilito in California, e che novantenne avrebbe deciso di rendere pubblica la vicenda. Il racconto di Emerson è considerato una delle prime testimonianze dirette sulla Terra Cava e sulle sue civiltà sotterranee.
“Non ho il coraggio di consentire che i fatti di cui sono a conoscenza siano pubblicati mentre sono ancora vivo, per paura di ulteriori umiliazioni, confinamenti e sofferenze. Prima di tutto, venni messo in catene, dal capitano di una baleniera che mi salvò, solo perché dissi la verità riguardo alle meravigliose scoperte fatte da mio padre e da me. Ma questo non fu niente in confronto a quello che accadde, fino alla fine delle mie torture. Dopo quattro anni e otto mesi di assenza raggiunsi Stoccolma, solo per trovare che mia madre era morta l’anno precedente. Cancellai dalla memoria la storia delle nostre avventure e la terribile morte di mio padre. Alla fine, un giorno raccontai la storia nei dettagli a mio zio, Gustaf Osterlind, un uomo con possedimenti considerevoli, e lo spronai a mettere a punto una spedizione per fare un altro viaggio, nella terra interna. All’inizio, pensai che fosse favorevole al mio progetto. Sembrò interessato, e mi invitò a comparire davanti a dei funzionari, per spiegare loro quello che avevo raccontato a lui, la storia dei nostri viaggi e delle scoperte. Immaginate la mia delusione e l’orrore quando, dopo aver concluso il mio racconto, furono firmate alcune carte da mio zio e immediatamente fui arrestato, relegato in confinamento in un triste, spaventoso manicomio, dove rimasi per 28, lunghi, tediosi, anni di sofferenze. Non ho mai smesso di sostenere la mia sanità mentale, e di protestare contro l’ingiustizia del mio confinamento. […] Durante tutti questi anni, ho sempre avuto la grande cura di non raccontare a nessuno la storia riguardante le scoperte fatte da mio padre e da me. Perfino ora, che sono molto avanti negli anni, ho timore che qualcuno possa vedere o conoscere le cose che ho scritto, tutte le registrazioni e le mappe che conservo. Quando i miei giorni sulla Terra saranno finiti, lascerò tutto questo, che illuminerà e beneficerà, spero, il genere umano. Il ricordo del mio lungo confinamento con i malati mentali, e tutte le orribili angosce e sofferenze, sono troppo vivide per farmi cambiare idea”.
Nel racconto delle vicende di Olaf Jensen, viene descritto con grande cura il momento in cui, dopo un tempesta fortissima sulle latitudini del Polo Nord, i due si ritrovano improvvisamente con la barca in un luogo calmo, caldo e primaverile dove il sole sembra diverso e più…fumoso.
“C’erano quasi sempre nuvole e foschia, ma non riuscivano mai a coprire interamente questo strano Sole. Gradualmente, mentre al di là del vento del nord avanzavamo, sembrava arrampicarsi e diventare più alto all’orizzonte, in un cielo porpora pallido. Potevamo dire appena che somigliava al Sole che conoscevamo, eccetto per la sua forma circolare che, quando non era oscurato dalle nuvole o dalla foschia dell’oceano, appariva di un rosso nebbioso, in apparenza bronzeo, che cambiava in un luminoso lattescente bianco, come se riflettesse qualche grande luce, al di là. Finalmente ci mettemmo d’accordo sul fatto che questo fumoso, bronzeo, sole colorato, qualunque fosse la causa del fenomeno, non era il riflesso del nostro sole, ma fosse in realtà, un qualche genere di oggetto celeste. “…..
“Avevamo perso di vista i raggi del sole, ma trovammo una radiosità “interna”, emanata dall’intorpidito sole rosso, il quale attrasse di nuovo la nostra attenzione, emanando una luce bianca lattescente. Dispensava una grande luce, dovrei dire, come due lune piene nella notte più chiara. Dopo 12 ore questa nube di bianchezza si eclissò alla nostra vista. Imparammo presto che questa strana gente era devota a questa grande nube della notte. Era “Il Dio Fumoso” del “Mondo Interno”.”
Come descrive anche Lobsang Rampa nel libro “La mia visita nelle terre di Agartha” dopo l’approdo nelle Terra Cava: “Invece di un orizzonte, la Terra curvava verso l’alto e distante da noi in ogni direzione per perdersi infine in un cielo blu turchese. Nel centro del cielo era sospeso un sole di magnificente bellezza. Era più piccolo e meno luminoso di quello del nostro sistema solare ma capace tuttavia di emanare una splendida, soffice luce dorata che illuminava l’intero paesaggio con la sua santa luminescenza”.
LA NATURA DI AGARTHA
Anche la stessa natura vive in Quinta Dimensione. Fiori, piante, alberi vivono su piani vibrazionali più elevati che rendono l’ambiente più vivo e luminoso. La vegetazione esprime una perfezione in grado di rendere la Terra Interna un Paradiso terrestre.
Riprendendo ancora le parole del lama tibetano Lobsang Rampa, troviamo una descrizione del paesaggio e dell’ambiente naturale di Agartha:
“La veduta era ricca di bellezza e di vita. In un ambiente quasi tropicale, fiori di ogni genere crescevano ovunque in profusione, il loro profumo sospinto dalla brezza portava quasi un innocente diletto ai miei sensi come nei dolci giorni di gioventù. Ruscelli d’acqua cristallina fluivano gorgogliando attraverso le foreste e i prati. l’aria era viva per i suoni degli uccelli e degli insetti il cui canto andava e veniva con l’universale ritmo di tutta la vita”.
Un’altra clamorosa testimonianza è presente nel libro “The Smoky God” tratto dalla storia del marinaio norvegese Olaf Jensen:
“La vegetazione cresceva in prodigiosa esuberanza e i frutti di tutti i generi avevano il più delicato sapore. I grappoli d’uva erano grandi 120-150 cm, ogni acino era grande come un arancio, le mele erano più larghe della testa di un uomo. Tutto caratterizzava la stupenda crescita di tutte le cose all’”interno” della terra.Le grandi sequoie della California dovrebbero essere considerate come sottobosco, comparate agli alberi giganti delle foreste che si estendono per chilometri e chilometri in ogni direzione. Durante il secondo giorno di viaggio, abbiamo visto al di là del vento del nord vaste mandrie di bestiame, in molte direzioni, lungo i pendii delle montagne. Abbiamo sentito molto parlare di una città chiamata “Eden”, ma siamo stati tenuti a Jehu per un anno intero. Dopo questo tempo avevamo imparato a parlare abbastanza bene la lingua di questa strana razza. I nostri istruttori, Jules Galdea e sua moglie, mostrarono una grande pazienza nei nostri confronti”.
CAP 10 – LA TECNOLOGIA DELLE POPOLAZIONI INTRATERRENE
Un altro punto da approfondire sono i trasporti e le tecnologie usate dagli abitanti di Agharta per muoversi nelle gallerie e raggiungere le varie città disposte lungo la superficie interna della Rete Agartha e della Terra Cava.
Si trattano di tecnologie che, come riporta anche lo stesso Mikado Francescoji, sono avanti almeno sette secoli rispetto alle tecnologie di “superficie”. Marciapiedi mobili, ascensori inter-livello, slitte elettromagnetiche… queste sono solo alcune delle numerose invenzioni presenti nel Regno mitico di Agartha.
Ad ogni modo, nel libro “Telos” di Aurelie Louis, è presente una spiegazione ben precisa sul livello tecnologico delle popolazioni agarthiane che potrà chiarire alcuni dubbi che comprensibilmente si saranno presentati alla mente:
“Per gli spostamenti tra le città, i residenti prendono “Il Tubo”, un sistema di metropolitana elettromagnetica in grado di raggiungere velocità fino a 5mila chilometri orari. […]C’è un viaggio gratuito tra le città sotterranee e la Terra Cava attraverso i tunnel, utilizzando i nostri treni elettromagnetici che possono portarci da una parte all’altra della Terra in una piccola frazione di tempo. Il nostro trasporto è rapido ed efficiente e non brucia combustibili. Pertanto, non c’è inquinamento sotterraneo. Desideriamo ardentemente il giorno in cui in superficie potrai viaggiare liberamente verso la Terra Cava, dove sarai accolto con grande gioia e amore. È questo ritorno, alla Terra dell’Eden, che tutti voi chiedete a gran voce. Anche noi aspettiamo questo giorno, poiché tutti noi nelle Città sotterranee ci uniremo a voi nella celebrazione, fondendo tutte le nostre civiltà in Una”.
Tuttavia, a mio avviso, la testimonianza più chiarificatrice sulle tecnologie di trasporto degli agarthiani, è presente in un passaggio del libro “La mia visita nelle terre di Agartha“, in cui il lama tibetano fornisce preziose informazioni sui tunnel di collegamento e sui veicoli utilizzati per mettere in connessione tutto il Regno di Agartha:
“Con Leo, come nostra guida, ci muovemmo dal tunnel vetroso giù per il nuovo passaggio grossolano e rozzo. Leo spiegò che questi tunnel furono scavati molto più tardi di quelli vetrosi e che erano più diretti alla nostra ultima destinazione. “I tunnel vetrosi non furono fatti per coloro che andavano a piedi. In realtà”, ci disse Leo, “furono costruiti per il trasporto di gente e vettovaglie dalla superficie alle città interne usando antiche macchine volanti chiamate Vimanas. Francamente, non abbiamo idea a quale data risalgono questi tunnels, sappiamo però che esistevano già quando i primi abitanti arrivarono qui sotto, pertanto devono essere incredibilmente antichi. Persino le nostre leggende si perdono in tal senso”.
Per coloro che non hanno familiarità con il nome, i “Vimanas” erano antiche macchine volanti Indiane, altamente avanzate, menzionate nei poemi epici nazionali Indiani: i “Mahabharata”. Il Mahabharata narra la storia di una lunga guerra tra i Kauravas e i Pandavas. Questa guerra era voluta dagli antichi Dei Indiani con l’intenzione di facilitare il problema della sovrapopolazione nel mondo. Nel Mahabharata sentiamo parlare di Bhima che: “Volò con il suo Vimana sopra un enorme raggio brillante come il Sole e faceva un rumore simile al tuono in una tempesta”.
Lo stesso grande, antico poema epico Indiano, ci narra anche della grande ascensione del guerriero Arjuna nel paradiso di Indra. Secondo la leggenda, Arjuna non era un dio, ma un mortale. Però durante il racconto della sua particolare avventura, si parla della sua ascesa al cielo in un carro che viaggia verso le nuvole con il rumore del tuono. Nel suo viaggio Arjuna vede altri carri volanti che sono precipitati, e altri immobili, ed altri ancora che volano liberamente nell’aria. Nel Mahabharata, troviamo anche interessanti informazioni sulle armi terribili appartenenti agli antichi Dèi Indiani che, alla luce della conoscenza dei nostri giorni, suonano spaventosamente simili alle armi atomiche.
Nel “Ramyana”, secondo grande poema epico Indiano dopo il Mahabharata, si legge che i Vimanas volano a grandi altezze con l’aiuto dell’argento vivo ed un forte vento propulsivo. Questi Vimanas potevano coprire grandi distanze sia nell’aria che sottoterra e manovrati su, giù e avanti. Erano macchine magnifiche adatte solo per i reali e per gli dei. Forse le più provocatorie informazioni, allegate agli antichi scritti sui mitici Vimanas, sono le precise istruzioni sul come costruirne uno. Nel Sanscrito Samarangana Sutradhara, è scritto: “Il corpo del Vimana deve essere forte e durevole, simile ad un grande uccello volante di materiale leggero. Nel suo interno va messo un motore al mercurio con il ferro che riscalda l’apparato inferiore, per mezzo del potere latente del mercurio il quale determina la guida con il movimento del vortice d’aria. Un uomo seduto nell’interno può viaggiare a grandi distanze nel cielo. I movimenti del Vimana sono tali da poter salire verticalmente e verticalmente discendere, muoversi obliquamente avanti e indietro. Ancora più fantastica è l’informazione data dal lavoro dell’antica Caldea. Il “SIFRALA” che contiene oltre cento pagine di dettagli tecnici sul come costruire una macchina volante, comprende parole che tradotte suonano come: bacchette di grafite, bobine di rame, indicatori di cristallo, sfere vibratorie, angoli stabili, e così via. Mi meravigliava il pensiero di guardare quelle incredibili macchine volanti sparate su e giù per gli antichi tunnel che uniscono l’interno e l’esterno del mondo. Ora questi passaggi sono per lo più abbandonati ed inusati, fatta eccezione per coloro che vanno a piedi verso la superficie attraverso le uscite nascoste. Leo disse che ci sono ogni tanto avvistamenti di strani veicoli che volano su e giù per i tunnel simili ai dischi volanti visti sulla Terra. Nel tunnel, gli avvistamenti sono per lo più considerati folclore. Tuttavia non mi sorprenderebbe se i recessi più profondi del pianeta celassero coloro che sanno fare uso dell’antica tecnologia”.
Figura 1 e 2: i progetti tecnici dei Vimana, presenti nei testi sacri.
Ciò che sappiamo su questi veicoli volanti dell’antica India deriva da antiche fonti indiane; testi scritti che ci sono giunti attraverso i secoli. Non ci sono dubbi sul fatto che molti di essi siano autentici; molti sono gli stessi antichi testi epici indiani (VEDA) e ve ne sono letteralmente centinaia di questi. Tuttavia parecchi non sono stati ancora tradotti dal sanscrito all’inglese anche per una questione di segretezza.
Come viene riportato nel libro “La ricerca della Verità nell’India Antica” scritto dal Dott. Corrado Malanga, uno dei grandi testi epici indiani, il Ramayana, riporta tra le righe una storia altamente dettagliata di un viaggio verso la Luna a bordo di un Vimana (o ‘Astras’) , ed i dettagli di una battaglia sulla Luna stessa con un ‘Asvin’ (o nave ‘Atlantidea’). Tuttavia, per capirne veramente la tecnologia, dobbiamo andare molto indietro nel tempo: il cosiddetto Impero Rama del nord dell’India e del Pakistan si sviluppò circa quindicimila anni fa nel subcontinente indiano ed era una nazione di ampie e sofisticate città, molte di esse stanno per essere ritrovate nel deserto del Pakistan e nell’ India occidentale . L’Impero Rama esisté ,pare, parallelamente alla civiltà Atlantidea nel medio-Atlantico, ed era governata da ‘otto illuminati Re-Sacerdoti’ posti a capo delle città, le sette grandi capitali di Rama note nei testi classici Indù come ‘Le Sette Città Rishi’.
Secondo gli antichi testi indiani , le persone volavano a bordo di veicoli chiamati “Vimana”. L’antica epica indiana descrive il Vimana come un veicolo volante a due piani ,circolare con numerosi oblò e un ampio ponte .
Esso volava alla “velocità del vento” ed emanava un “melodioso suono” . Vi erano almeno quattro tipi differenti di Vimana con forme, caratteristiche e capacità diverse, come per esempio il Vimana a forma di sigaro che, da quanto raccontato, volavano in modo misterioso nel cielo.
I testi antichi indiani sui Vimana sono numerosi, ci vorrebbero volumi per riferire tutto quello che hanno da dire. Gli antichi indiani , che costruivano essi stessi queste navi , scrissero interi manuali di volo sul controllo dei vari tipi di Vimana , molti dei quali esistono ancora e, alcuni per fortuna, sono stati anche tradotti in inglese.
Il Samara Sustradhara è un trattato scientifico concernente ogni possibile aspetto del volo aereo dei Vimana. Ci sono 230 stanze riguardanti la costruzione, il decollo, il viaggio per migliaia di miglia, atterraggi normali e d’emergenza e anche le possibili collisioni con uccelli .
Nel 1875, il Vaimanika-Satra, un testo del IV sec. A.C. scritto da Bharadvaj – usando come sua fonte testi ancora più antichi – venne riscoperto in un tempio in India. Esso riferiva le operazioni dei Vimana e includeva informazioni sul controllo, precauzioni per lunghi viaggi, protezioni delle navi da tempeste e da lampi nonché come convertire il controllo dell’energia solare a una sorgente di energia libera che suona come anti-gravità.
Il Vaimanika-Satra ha otto capitoli con diagrammi, descrive tre tipi di veicoli includendo apparecchiature che non possono prendere fuoco o rompersi. Inoltre menziona 31 parti essenziali di questi veicoli e 16 materiali necessari per la costruzione dei Vimana.
Sembra che non ci siano dubbi che i Vimana fossero equipaggiati da una sorta di anti-gravità. I Vimana decollavano verticalmente ed erano in grado di fermarsi a mezz’aria come i moderni elicotteri e dirigibili. Bharadvajy riferisce che i piloti autorizzati a guidare queste macchine volanti erano non meno di 70 e solo una decina di persone erano davvero esperti nel pilotaggio dei Vimana.
Queste astronavi erano tenuti in un Vimana Griha , una specie di hangar , ed erano talvolta alimentati da un liquido giallognolo e anche da una sorta di composto al mercurio , sebbene gli scrittori sembrino confusi a riguardo. E’ più probabile che le ultime persone che descrissero i Vimana non fossero più diretti osservatori ma si basassero su testi scientifici, ed è quindi comprensibile una loro certa confusione sul metodo di propulsione.
CAP. 11 LA BIBLIOTECA DI PORTHOLOGOS
Secondo i documenti analizzati, la Biblioteca di Porthologos – chiamata anche la Biblioteca Akashica di Porthologos – è considerata la biblioteca più importante di Agartha. Questa struttura gigantesca è collocata all’interno di Catharia, una delle numerose città presenti nel Regno Sotterraneo situata all’altezza del Mar Egeo. All’interno di questa Biblioteca Universale, sono immagazzinate non solo le memorie storiche del pianeta Terra ma bensì quelle di tutto l’Universo, mediante una tecnologia avanzata che permette di immagazzinare le memorie akashiche dentro dei purissimi cristalli.
STORIA E CURIOSITA’ SULLA BIBLIOTECA UNIVERSALE
Secondi i documenti analizzati, la Biblioteca di Porthologos fu per molti secoli – se non per millenni – collegata direttamente alla biblioteca di Alessandria. Fondata da Tolomeo 1°, uno degli eredi dell’impero di Alessandro, fu originariamente costruita sul luogo stesso di un corridoio che collegava l’Egitto alla grandissima Biblioteca Akashica di Porthologos, situata sotto l’attuale mare Egeo. La biblioteca egizia, che racchiudeva più di 700.000 testi sacri, fu distrutta una prima volta nel 47 A.C per via di un incendio causato dagli invasori romani e, dopo la sua ricostruzione, fu di nuovo devastata dalle fiamme nel 391 D.C e ancora nel 645 D.C.
Le ragioni occulte di questo accanimento del destino non sono mai state chiaramente spiegate fino ad oggi: Alessandria era in effetti una porta aperta verso i reami intraterrestri, un passaggio utilizzato dagli iniziati di alto grado per raggiungere gli Archivi Akashici della Conoscenza Universale. Quando fu evidente che gli eruditi dei “Settanta” cercavano di commettere le stesse trasgressioni degli antichi sacerdoti di Atlantide tentando di appropriarsi nuovamente delle chiavi della Conoscenza Universale per poter dominare il mondo, i Maestri di Porthologos decisero di chiudere questa porta verso la Terra interiore e autorizzarono la sua distruzione. Le legioni di Cesare e, più tardi, i mercenari dell’Emiro Amr Ibn al As non fecero che applicare, a loro insaputa, un ordine che proveniva in realtà da regioni ben più elevate della coscienza umana. Si trattava, per gli Intraterrestri, di proteggersi a tutti i costi dalle intrusioni e dalle aggressioni esterne.
DENTRO LE VASTE CONOSCENZE DI PORTHOLOGOS
“Mi chiamo Mikos e risiedo nella città di Catharia. Ti parlo dalla Biblioteca di Porthologos, situata nella Terra Cava sotto il Mar Egeo. Sono molto vecchio per definizione. Trascorro eoni di tempo nello stesso corpo. Sono stato in grado di compilare i documenti della Terra nella Biblioteca di Porthologos, dove è stata preservata tutta la storia della Terra. La nostra biblioteca è immensa ed estesa e contiene le memoria dell’Universo, non solo della Terra. Possiamo studiare la storia di tutti i pianeti e dei sistemi solari e imparare tutto sulla vita ovunque. Tale è la capacità della nostra biblioteca. Non solo possiamo leggerlo, ma possiamo sperimentare tutto in prima persona dai nostri cristalli che immagazzinano i ricordi di tutti gli eventi. In questo modo possiamo accedere a questi eventi, imparare da essi e risolvere i nostri problemi facilmente e con i migliori risultati possibili per tutti i soggetti coinvolti.
Ospitiamo tutti le memorie del nostro Universo in modo che un giorno tutte le persone, ovunque nel nostro Universo, possano venire qui per esaminare le loro memorie e imparare la loro saggezza per evitare il negativo e garantire il risultato positivo di tutti gli eventi. Questo è lo scopo di una biblioteca – è fornire una guida per l’evoluzione di una società e di un pianeta così che le persone possano vivere ed evolversi in pace e prosperità – non negatività e guerra. Tutte le situazioni e le risposte immaginabili si trovano nella nostra libreria, pronte per essere assimilate da te. Non appena la pace prevarrà in superficie, possiamo aprirti le porte della nostra biblioteca e accompagnarti all’interno. Desideriamo ardentemente questo giorno, che sicuramente sta sorgendo….”
“Sono qui, nella cavità della Terra, principalmente per custodire la storia. La nostra biblioteca è così vasta che copre 456 miglia quadrate di terreno e dispone di vasti depositi contenenti documenti tutti archiviati su diapositive di cristallo che vengono visualizzate attraverso i nostri proiettori di cristallo. Le nostre strutture di archiviazione sono vaste, organizzate e suddivise in categorie, in modo che tu possa facilmente individuare le informazioni che stai cercando e recuperarle per la visualizzazione. Disponiamo di vasti nastri trasportatori che consegneranno il tuo ordine in pochi minuti, quindi lo restituiranno nuovamente al suo luogo di stoccaggio. In questo modo, ogni elemento della libreria è sempre dove dovrebbe essere e può essere facilmente trovato e perfettamente conservato. Queste sono le nostre capacità tecnologiche. Perché abbiamo attinto alla tecnologia dell’Universo in cui risiediamo e abbiamo i metodi più avanzati di conservazione, archiviazione e recupero che stupirebbero i tuoi sistemi bibliotecari oltre qualsiasi cosa tu possa sognare. Perché non abbiamo libri morti sui nostri scaffali, ma abbiamo registrazioni viventi della vita, in tutte le sue vaste e differenziate forme di esistenza, che recitano la sua storia come su un palcoscenico dal vivo in un teatro; e ci sediamo e lo guardiamo, come se fossimo tra il pubblico, avendo così questa esperienza di prima mano di tutta la storia proprio qui e ora. È davvero una meraviglia
Questo è il modo migliore per conoscere la vita nella nostra Galassia, e fa sì che la storia prenda vita, salta fuori ne cattura la tua attenzione e tu ne diventi parte, la senti e la vivi. È il modo migliore per imparare. Le tue lezioni di storia della Terra in superficie sono noiose rispetto al nostro modo di apprendere e spiegano la tua perdita di attenzione e di interesse nelle aule scolastiche, a parte il fatto che le tue informazioni sono informazioni sbagliate basate sulla teoria o sul pregiudizio di qualcuno, piuttosto che fatti reali.”
“Ora entriamo nella Biblioteca di Porthologos e saliamo la scala di cristallo, dove la porta si apre sull’Universo. Sì, la Biblioteca è multidimensionale! Quando entri, vedi la Via Lattea fluttuare intorno a te e puoi guardare nei cieli al di là, che racchiude il nostro intero Universo. Vedi le stelle, i soli e altri sistemi solari che ruotano attorno al nostro Sole Centrale; e ti senti parte di ” Tutto Quello che E'”, come in effetti sei. E sì, c’è di più. La Libreria di Porthologos è un portale interdimensionale che può portarti ovunque proietti i tuoi pensieri e le tue intenzioni per andare a vedere “di prima mano”. Sì, è magia in superficie, ma qui è naturale e reale e accettato come parte della vita”.
CONCLUSIONE
Questo viaggio è arrivato alla tappa finale. Come compagno di viaggio ti auguro di continuare a seguire la Via della tua Anima poiché solo il suo vento può davvero condurti verso le sponde della gioia, dell’amore e della pura realizzazione interiore.
È stato un viaggio magico ai limiti della realtà, un viaggio che ci ha condotti nei meandri della Terra interna facendoci immergere dentro le conoscenze mistiche del Regno di Shamballa e di Agartha.
Tuttavia, anche se è arrivato il momento di salutarci, puoi percorrere insieme a me altre avventure, altri percorsi, altri sentieri di crescita che potranno accrescere la consapevolezza della tua Anima. Sul mio sito sono presenti quasi 100 articoli che trattano qualsiasi dinamica che compone la grande creazione dell’Universo, tra cui la mia rivista gratuita scienza spirituale, una delle riviste digitali più lette in Italia, in grado di unire il mondo della scienza con quello della spiritualità. Oppure, puoi acquistare il mio libro “La Legge di Attrazione al servizio dell’Anima“, in cui scoprirai un nuovo procedimento pratico per interfacciarti con la Legge di Attrazione, ricevendo gli strumenti necessari per agire in sinergia con la tua Anima in modo da utilizzare il potere della mente per realizzare la missione a cui aspira vivere la tua Divinità Interiore.