Storia zen: il potere del silenzio

Storia zen: il potere del silenzio

 

STORIA ZEN SUL POTERE DEL SILENZIO

 

C’era una volta nell’antico Giappone un giovane ragazzo di nome Kiyoshi, che era desideroso di apprendere le Vie dello Zen.

Sentendo parlare di un grande saggio di nome Honshin che viveva su una remota montagna, Kiyoshi decise di intraprendere un viaggio per cercare la guida e la saggezza del Maestro.

Dopo un lungo e arduo viaggio attraverso fitte foreste e ripidi sentieri di montagna, Kiyoshi arrivò all’umile dimora del grande saggio giapponese.

Si inchinò rispettosamente dinanzi a lui ed espresse il suo desiderio di apprendere il significato dello Zen. Il vecchio guardò profondamente negli occhi il giovane ragazzo e rimase in silenzio per un pò, come se stesse soppesando la sincerità delle sue parole.

Mentre Kiyoshi diventava più ansioso, il maestro finalmente prese una pietra e la lanciò verso un dirupo. Il suono produsse un suono chiaro e acuto che echeggiò attraverso le montagne circostanti.

Il saggio, quindi, chiese a Kiyoshi: “Senti il suono della pietra?”. Il giovane discepolo perplesso ma incuriosito dalla domanda rispose che aveva effettivamente sentito il suono. Allora, il maestro zen chiese ancora: “Ora ascolta il suono del silenzio”.

Kiyoshi determinato a comprendere la lezione focalizzò la sua attenzione sul silenzio della vallata. All’inizio sembrava un compito arduo visto l’incessante rumore della mente, ma con il passare dei mesi e l’aiuto del Maestro, qualcosa iniziò a cambiare.

Un giorno, mentre Kiyoshi stava meditando a bordo di un lago, cominciò ad ascoltare attentamente la sinfonia della natura e, immerso in questa tranquillità, cominciò a udire il suono del silenzio. Era come se l’intero universo gli stesse sussurrando la sua saggezza.

Provava un profondo senso di pace e di unità con ogni cosa. E fu proprio in quel momento che scoprì che il silenzio non era semplicemente assenza di suono ma piuttosto una profonda presenza che aveva il potere di rivelare Verità che non avrebbe potuto trovare altrove.

Kiyoshi continuò ad allenarsi nella pratica contemplativa del silenzio, imparando ad abbracciare la calma e la pace in ogni aspetto della sua vita. Con il passare degli anni, la reputazione di Kiyoshi si diffuse in tutto il Giappone. Grazie alla sua saggezza persone di ogni ceto sociale venivano a cercare il suo consiglio. 

Spesso condivideva la storia del suo viaggio verso l’illuminazione, insegnando il potere del silenzio e i suoi incredibili benefici che tale stato contemplativo apportava alla salute interiore.

Ma come per tutte le cose, c’è sempre un inizio e una fine: gli anni passarono e la vecchiaia sopraggiunse nella corpo di Kiyoshi, rendendolo sempre più infermo e debole.

Poi, un giorno un male incurabile colpì il suo corpo.

Kiyoshi giaceva disteso in punto di morte nella sua venerata abitazione. I suoi discepoli si radunarono intorno a lui cercando un’ultima lezione da parte dell’amato maestro.

E con un sorriso debole ma pacifico, Kiyoshi sussurrò: “Ascoltate il suono del silenzio e ascolterete la saggezza dell’Universo”.

Dopo queste parole, il grande maestro chiuse gli occhi ed esalò l’ultimo respiro, lasciando dietro di sé un’eredità di saggezza e compassione che avrebbe ispirato le generazioni a venire.

Morale: Come disse il grande Osho: “L’origine cosmica delle cose è al di là del nostro intelletto, della nostra mente, delle nostre parole. Ma in un silenzio profondo la si raggiunge. Se ne percepisce la danza, se ne coglie la musica… ne sentiamo l’ignota fragranza”.

 

Un saluto, Riccardo Ciattini

 

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